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sabato, Giugno 14, 2025

Fair Play: etica, giustizia e verità nella lotta all’amianto. Analisi con riferimento al lavoro di Bonanni e Alcanterini

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Il concetto di fair play, inteso come rispetto delle regole e dell’altro, va ben oltre il campo sportivo. Esso rispecchia una visione di giustizia, equità e responsabilità collettiva che affonda le sue radici nella storia del pensiero occidentale.

Connessioni solide e attuali

Quando il fair play è messo in relazione con l’opera di Ruggero Alcanterini e dell‘Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), emerge un esempio concreto di applicazione di questo principio nella società civile.

Ruggero Alcanterini: sport come modello della società civile

Il fair play è un’idea rivoluzionaria: un principio regolativo della convivenza umana, che intreccia giustizia, rispetto, responsabilità e solidarietà. A portare avanti con coerenza e rigore questo ideale è da anni Ruggero Alcanterini, giornalista, intellettuale, presidente del Comitato Nazionale Italiano Fair Play (CNIFP), promotore instancabile di una visione etica dello sport e della società.

Ruggero Alcanterini non considera lo sport come un fatto meramente agonistico. Per lui, lo sport è cultura, linguaggio simbolico, palestra morale. In una delle sue tante riflessioni pubbliche ha dichiarato: “Il fair play è la misura del grado di civiltà di una comunità. Dove c’è fair play, c’è rispetto per la persona. Dove c’è rispetto, c’è educazione. Dove c’è educazione, c’è pace.”
Una visione radicale dove lo sport, ponendosi come modello, può insegnare la responsabilità, il limite, il rispetto dell’altro. È infatti in questo contesto che l’avversario si trasforma in partner, la vittoria in merito condiviso, l’errore in occasione di crescita.

L’idea che il rispetto delle regole comuni generi uno spazio di libertà condivisa è una delle fondamenta della civiltà. Eppure, nel nostro tempo, il concetto di limite è spesso vissuto come costrizione, perdita, freno. Il fair play propone un rovesciamento semantico: il limite è la condizione per l’incontro, la regola è la cornice che rende possibile il gioco, la responsabilità è la forma più alta di libertà.  E’ qui che Alcanterini si avvicina al pensiero di autori come Hans Jonas e Martha Nussbaum, che mettono al centro dell’etica contemporanea la cura, la fragilità, il riconoscimento reciproco.

Le radici storiche e filosofiche del fair play


Platone, nella Repubblica, distingue tra “dikaiosyne”, ossia la giustizia e “pleonexia” intesa come l’avidità che infrange le regole comuni. Il giusto cittadino quindi è colui che rispetta l’armonia sociale.
Aristotele, nell’etica nicomachea, insiste sulla virtù come equilibrio e sul concetto di giustizia distributiva e correttiva. Successivamente, Immanuel Kant ha affermato che ogni azione etica deve essere conforme a un principio universalizzabile. E’ coerentemente con questa visione che il fair play si configura come un dovere morale.

Sarà Jean-Jacques Rousseau a introdurre nel “Contratto sociale” il concetto secondo cui le leggi giuste sono quelle che tutti si darebbero se agissero con spirito di equità.
In una prospettiva di continuità John Rawls, nel suo “Una teoria della giustizia”, affermerà che le istituzioni giuste sono quelle che avrebbero aiutato anche i più svantaggiati.

Coerenza di pensiero con ONA – Osservatorio Nazionale Amianto

Un pensiero che si riflette nel lavoro di Ezio Bonanni e dell’ONA, che lotta per correggere squilibri storici di potere, restituendo dignità e voce a chi è stato escluso dalla protezione sociale, in particolare le vittime dell’amianto. Nel contesto italiano, dove per decenni la questione amianto è stata ignorata o minimizzata, Bonanni ha rappresentato una voce controcorrente, applicando una logica di fair play sociale. Ciò si traduce nel ridare a ciascuno ciò che è stato tolto, lottare affinché anche chi non ha voce abbia giustizia. E ciò è perfettamente in linea con il pensiero di Rawls quando afferma che le istituzioni operino a favore dei più svantaggiati.

Non si tratta solo di ottenere risarcimenti economici, ma di ristabilire la dignità della persona umana. Con ONA il fair play diviene azione politica: riconoscere il torto, promuovere la verità, costruire la memoria pubblica. Michel Foucault ha sottolineato l’importanza della verità come pratica sociale. E Bonanni, denunciando la “congiura del silenzio” sull’amianto, ha incarnato questa verità militante.

Il fair play diviene quindi una forma mentis, un principio guida per una società giusta. Ezio Bonanni e l’ONA dimostrano come questi ideali possano diventare strumenti concreti per trasformare la realtà, partendo dai margini, dalle vittime, dagli esclusi. L’equità si conquista con la lotta, la perseveranza e la forza della verità.
Lo sport, nella sua dimensione etica e educativa, dovrebbe essere considerato come un bene culturale immateriale, al pari della musica, della poesia o della filosofia.
Non esiste infatti vera libertà senza rispetto, e che non esiste comunità senza regole condivise. In un mondo sempre più diviso, il fair play può ancora essere un ponte, un’alleanza, un patto. A patto, appunto, che ci crediamo fino in fondo.

World Fair Play Day: il 19 maggio al Senato una giornata storica

Il19 maggio la prima Giornata mondiale del Fair Play. Nella prestigiosa Sala Koch del Senato della Repubblica, istituzioni, mondo sportivo e imprenditoriale si sono riuniti per promuovere una cultura basata sul rispetto, anche in termini di tutela dell’ambiente e delle persone. (Leggi qui l’articolo dedicato).

Su ONA News il video della sintesi dell’evento:

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