L’amianto è ancora oggi largamente presente, nonostante la legge ne abbia bandito l’utilizzo e la commercializzazione. Purtroppo, il suo ampio utilizzo negli anni passati non ha potuto garantire una tempestività nella rimozione e bonifica degli edifici per i quali è stata utilizzata questo materiale. Lo Stato, per incentivare e accelerare lo smattellamento e il conseguente smaltimento dei residui di amianto negli stabili costruiti precedentemente alla messa in vigore della legge del 1992, ha rinnovato alcuni bonus edilizi.

L’Agenzia delle Entrate ha confermato la detraibilità delle spese sostenute per interventi di ristrutturazione ai fini della rimozione, smaltimento e conseguente bonifica dell’amianto. In questo articolo, analizzeremo in cosa consistono i bonus edilizi per la rimozione dell’asbesto, nonché la pericolosità di questa sostanza cancerogena e le conseguenze che può avere sulla salute pubblica e l’ambiente.
Bonus amianto: cos’è e come richiederlo
La presenza di amianto all’interno di un edificio adibito ad uso abitativo costituisce un potenziale pericolo per chi ne risiede al suo interno, nonché per l’ambiente. Per questo motivo, è importante denunciare la presenza di asbesto quando se ne viene a conoscenza e procedere con il corretto iter di smaltimento. In queste situazioni, lo Stato cerca di incentivare la rimozione di eternit con bonus edilizi.
L’Agenzia delle Entrate, infatti, anche per il 2024 ha prolungato il cosiddetto “bonus amianto“. Si tratta di un incentivo fiscale che promuove le opere di ristrutturazione in tutti quegli edifici nei quali è stata accertata la presenza di amianto. L’agevolazione consiste in una detrazione fiscale con aliquota al 50%, da calcolare su un tetto di spesa pari a 96mila euro e fruibile in 10 rate annuali di pari importo. Nel 2025 è già stato prospettato un abbassamento dell’aliquota al 36% e del tetto di spesa a 48mila euro.
La richiesta per gli “incentivi amianto”
La richiesta dell’attivazione del bonus è molto semplice. Basterà conservare la documentazione relativa ai lavori effettuati e il modulo di smaltimento amianto che verrà rilasciato dalla ditta incaricata per fare domanda attraverso la procedura informatica. È bene notare che in alcuni casi per accedere al bonus è necessario fare richiesta prima dell’inizio dei lavori. Inoltre, come precisato dall’Agenzia delle Entrate, gli interventi di bonifica compresi nell’agevolazione possono essere effettuati indipendentemente dalla categoria edilizia in cui gli stessi rientrano e a prescindere dalla realizzazione di un intervento di recupero del patrimonio edilizio.
Il bonus amianto può essere usufruibile anche in concomitanza all’applicazione dell’Ecobonus e del Superbonus. In questo modo, può rientrare nelle spese, a fronte di un miglioramento termico, la rimozione dell’amianto accessoria e propedeutica alla realizzazione della nuova copertura e alla corretta coibentazione. Lo stesso vale anche in caso di installazione dei pannelli fotovoltaici, qualora il rivestimento esterno dell’edificio interessato risulti contaminato da eternit.

Perchè è importante smaltire e bonificare l’amianto?
La rimozione e il conseguente smaltimento e bonifica dell’amianto è importante, non solo a tutela della salute pubblica, ma anche verso l’ambiente. Questo materiale dagli Anni ’50 è stato, infatti, ampiamente impiegato nei lavori edilizi, specie nella ristrutturazione del dopoguerra. All’epoca il suo utilizzo appariva un’innovazione, ma con il passare del tempo si è presa consapevolezza della sua pericolosità. A seguito della messa in vigore della Legge 257/92 è stato vietato l’utilizzo, e quindi la commercializzazione, di questo materiale. Un passo alla volta, si è iniziato a precedere anche alla sua bonifica. Le fibre di asbesto, infatti, soprattutto attraverso l’inalazione possono provocare patologie gravi a lunga latenza.
Questo materiale, infatti, allo stato friabile diventa deleterio per l’ambiente e la salute pubblica, in quanto le fibre e polveri che vengono provocate vengono aerodisperse attraverso gli agenti atmosferici. Essere esposti per lunghi periodi a questa sostanza può causa gravi danni alla salute umana, oltre che all’ambiente, flora e fauna. Tra le peggiori conseguenze dell’esposizione ad eternit c’è il mesotelioma pleurico. Si tratta di un tumore maligno che colpisce le cellule che compogono il mesotelio, il sottile rivestimento dei polmoni. La ricerca ancora sta indagando per allungare le aspettative di vita dei pazienti affetti.
L’amianto è anche nemico dell’ambiente, in quanto potrebbe impedire il regolare sviluppo di flora e fauna, oltre ad incrementare l’inquinamento atmosferico, e non solo. Nella lotta contro l’amianto è impegnato da anni l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, occupandosi della tutela legale di coloro che hanno subito le conseguenze delle esposizioni ad amianto, nonché dei loro eredi.