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martedì, Ottobre 7, 2025

Amianto tra i ghiacciai nei Poli: progetti artistici e bonifiche

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Oggi parliamo di amianto da alcuni degli ecosistemi più fragili della Terra: l’Antartide e l’Artico. E lo facciamo ricordando quanto sia importante parlarne anche attraverso altri linguaggi. In alcune zone di queste Terre la bonifica è resa possibile con l’invio di navi speciali.

“Arctic to Asbestos”: un progetto artistico sulla contaminazione ambientale

Il fotografo e documentarista canadese Louie Palu ha realizzato il progetto Arctic to Asbestos, esplorando la storia militare e ambientale dell’Artico. Attraverso fotografie e installazioni artistiche, Palu mette in luce l’impatto dell’attività umana, inclusa la contaminazione da amianto, nelle regioni artiche. Il progetto è stato presentato al SXSW Festival nel 2019 e continua ancor oggi a sensibilizzare sull’importanza della tutela ambientale in queste aree remote.

Una ricerca pluriennale

Louie Palu ha esposto le sue foto presso musei significativi come il Guggenheim e il Museum of Fine Arts di Boston. Sono state anche pubblicate per importanti riviste come National Geographic e New York Times. I documentari che ha realizzato sono stati proiettati in ambito internazionale. La sua ricerca si concentra su questioni socio-politiche, tra cui guerra, diritti umani e povertà.

Il suo libro fotografico  “A Field Manual to Asbestos” ha documentato gli effetti dell’amianto su persone e paesaggio in Canada, Stati Uniti, India e Regno Unito. Un pluripremiato progetto investigativo, durato 15 anni, che lo ha visto impegnato dal 2004 al 2019. Palu ha esplorato non solo gli aspetti visivi dell’amianto, ma anche quelli correlati a malattie che possono manifestarsi anche dopo 40 anni dall’esposizione.

Una sua installazione dal titolo “Distant Early Warning” ha esplorato la storia e l’evoluzione del ruolo dell’esercito nell’Artico in continua evoluzione. Supportato dal Pulitzer Center, fu  presentato nel 2019 al SXSW Festival come installazione artistica di blocchi di ghiaccio in scioglimento.

Antartide, l’Australia continua la bonifica: rifiuti e amianto sotto la neve

Da diversi anni sulle coste della Terra di Wilk, durante una missione in Antartide, è stata rilevata la presenza di sostanze inquinanti e rifiuti tra cui amianto.

Il governo australiano ha imposto la bonifica del territorio dal 2022. Le squadre operative hanno raccolto i materiali dentro contenitori speciali, trasportati in elicottero fino alla Stazione Casey in Antartide per poi essere spediti via nave in Australia per lo smaltimento.

La sfida più ardua resta sotto il manto di ghiaccio

Rilevazioni radar hanno indicato la presenza di rifiuti interrati in quantità tale da riempire circa venti piscine olimpioniche.
Negli anni, le abbondanti nevicate hanno coperto gran parte delle strutture, rendendo invisibili alla vista depositi e materiali pericolosi. Inoltre le condizioni meteorologiche nella zona sono proibitive per gran parte dell’anno. L’Australia riesce a inviare una sola nave l’anno nella zona, ciò rende le operazioni di trasporto dei materiali piuttosto lento. Inoltre, gli spazi di stoccaggio presso le basi antartiche sono estremamente limitati, e le operazioni devono essere coordinate con altre missioni scientifiche in corso.

Tutelare l’ambiente antartico: una priorità globale

L’obiettivo di questo lungo lavoro è ridurre l’impatto ecologico lasciato dall’uomo in una delle aree più incontaminate e vulnerabili del pianeta. Eliminare i rifiuti accumulati significa prevenire la dispersione di sostanze tossiche nei ghiacci e nei mari, contribuendo alla salvaguardia della biodiversità locale.

Il completamento dell’intervento è previsto, in via ottimistica, entro il 2030, ma non si esclude che possa richiedere più tempo. Le autorità australiane stanno valutando soluzioni tecnologiche innovative per rimuovere i materiali sommersi senza creare ulteriori danni ambientali.

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