Una sentenza del Tribunale del lavoro di Termini Imerese ha riconosciuto la natura professionale della malattia che ha colpito Giuseppe Failla. Dipendente del Comune di Castelbuono, è deceduto nel 2019 a 64 anni a causa di un mesotelioma pleurico. La decisione ha portato al riconoscimento del diritto della vedova a ricevere una rendita mensile, unitamente agli arretrati e alle maggiorazioni del Fondo vittime amianto. L’importo complessivo, secondo le stime dell’Osservatorio Nazionale Amianto(ONA), si aggirerebbe intorno ai 150.000 euro.
Aveva prestato servizio per oltre 30 anni
Failla presso il Comune si occupava di attività ambientali e manutentive. In questo ambito, secondo quanto dichiarato, aveva lavorato anche nella gestione di discariche e siti contenenti rifiuti pericolosi, inclusi materiali con presenza di amianto, operando in ambienti non sempre bonificati o messi in sicurezza, dove si trovavano coperture in eternit deteriorato. Sarebbe inoltre stato incaricato di seguire direttamente interventi di classificazione e delimitazione di aree contaminate.
Nel 2018, dopo una lunga esposizione non segnalata come rischio professionale, gli venne diagnosticato un mesotelioma pleurico. La richiesta di riconoscimento da parte dell’Inail, presentata da Failla, venne inizialmente respinta. Il lavoratore è deceduto pochi mesi dopo, nel gennaio 2019.
La moglie e il figlio hanno deciso di rivolgersi alla giustizia
Assistiti dall’avvocato Ezio Bonanni presidente dell’ONA, la causa si è basata anche sulle testimonianze degli ex colleghi. La consulenza medico-legale cha chiarito la correlazione tra le mansioni svolte e la patologia contratta.
“Questa sentenza è una vittoria della giustizia che restituisce dignità non solo a Giuseppe Failla, ma a tutte le vittime del lavoro: uomini e donne che, pur avendo servito lo Stato e le proprie comunità, sono stati dimenticati, esposti a rischi evitabili, lasciati soli davanti alla malattia e, troppo spesso, alla morte”, ha dichiarato l’Avvocato Bonanni.
“Quella di Giuseppe – prosegue il legale – è l’ennesima storia di una morte silenziosa e ingiusta: un mesotelioma causato dall’amianto lo ha strappato alla vita in pochi mesi. Ma il dolore non si è fermato alla diagnosi. Lui e la sua famiglia hanno dovuto affrontare anche il rifiuto dell’Inail. Ancora una volta, non è l’istituzione preposta a garantire giustizia, ma un tribunale. È inaccettabile”.
L’Osservatorio Nazionale Amianto continua a fornire supporto legale, medico e assistenziale alle vittime dell’amianto e ai loro familiari, in tutto il territorio nazionale.



