Nonostante siano trascorsi molti anni dal divieto di utilizzo dell’amianto, alcuni edifici scolastici in Italia possono ancora contenerne tracce. Si tratta di una questione complessa che riguarda soprattutto le strutture costruite prima degli anni ’90. L’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) segue da tempo la situazione per promuovere monitoraggio e prevenzione.
Proseguono le interviste del giornalista Luigi Abbate all’avvocato Ezio Bonanni, presidente di ONA. Questa volta si affronta il delicato tema della presenza di amianto in alcuni edifici scolastivi.
Il ruolo degli enti locali
«Si tratta di un fatto da non sottovalutare, soprattutto negli edifici datati, in cui le strutture contenenti amianto persistono da decenni», sottolinea Bonanni.
Già nel 1986 un decreto ministeriale aveva indicato la necessità di pianificare le bonifiche. Successivamente, «ricordo il provvedimento dell’allora ministro dell’Ambiente Costa, nel 2020, con lo stanziamento di 385 milioni per la progettazione delle bonifiche di scuole e ospedali», aggiunge Bonanni.
Dati e monitoraggio
Il mesotelioma resta la patologia indicativa dell’esposizione ad amianto. «Negli ultimi tempi abbiamo registrato un aumento – spiega Bonanni – e l’ottavo rapporto RENAM segnala ormai oltre 160 nuovi casi».
Questi dati confermano la necessità di mantenere alta l’attenzione e di proseguire con azioni di controllo e mappatura degli edifici.
Prevenzione e diritti
Per l’ONA, la prevenzione resta lo strumento principale. «Insistiamo per la sorveglianza sanitaria di chi è stato esposto ad amianto. È fondamentale garantire diagnosi precoce, terapie adeguate e la tutela dei loro diritti», afferma Bonanni.
Sul piano legale, alcune sentenze hanno riconosciuto responsabilità connesse all’esposizione. «Recentemente – ricorda Bonanni – la Corte d’Appello di Trieste e quella di Bologna hanno condannato i responsabili, creando un precedente importante».
Verso un futuro più sicuro
La prospettiva è quella di accelerare le bonifiche e garantire maggiore tutela alla comunità scolastica. «Dobbiamo andare avanti per la tutela dei nostri figli, dei docenti e del personale scolastico», conclude Bonanni.
Qui di seguito l’intervista integrale: