Una vicenda giudiziaria ancora in evoluzione
Il Tribunale di Termini Imerese ha emesso una decisione di primo grado riguardante il caso di un militare originario di Campofelice di Roccella e deceduto nel 2011 a causa di un mesotelioma pleurico. Secondo quanto riportato dagli atti giudiziari, i giudici hanno ritenuto sussistente un collegamento tra la malattia e l’esposizione a materiali contenenti amianto durante il servizio prestato alla Scuola di Artiglieria di Bracciano a metà degli anni Sessanta.
Si tratta comunque di una valutazione ancora non definitiva, poiché la Difesa ha scelto di proporre appello.
Perché l’amianto è pericoloso
L’amianto consiste in un insieme di minerali fibrosi un tempo largamente utilizzati nell’edilizia e nell’industria per le loro proprietà isolanti e resistenti al calore. Quando le fibre si disperdono nell’aria e vengono inalate, possono causare gravi patologie, tra cui il mesotelioma e altre malattie respiratorie. In molti Paesi, compresa l’Italia, il suo impiego è vietato da anni, ma la bonifica dei siti contaminati resta un problema significativo.
Le valutazioni tecniche considerate dal Tribunale
Nella sentenza, il Giudice del lavoro ha richiamato le conclusioni della consulenza tecnica disposta nel procedimento, dalle quali sarebbe emersa , secondo i periti, una possibile correlazione tra l’ambiente di lavoro dell’epoca e la successiva patologia. La ricostruzione giudiziaria prende in esame le condizioni infrastrutturali e operative tipiche di quel periodo, ritenendo che potrebbero aver esposto il militare a materiali contenenti asbesto.
Sulla base di tali elementi, il Tribunale ha disposto l’inserimento del nome dell’uomo nell’elenco nazionale delle vittime del dovere e il riconoscimento dei benefici previsti dalla normativa, sempre con l’avvertenza che si tratta di misure adottate in sede di primo grado.
Il ruolo della famiglia e degli avvocati
La decisione accoglie le domande avanzate dai familiari rappresentati dall’avvocato Ezio Bonanni, che da anni segue la vicenda. L’attività difensiva ha richiamato documentazione storica e testimonianze relative alle modalità operative del servizio militare dell’epoca, evidenziando condizioni che, secondo la loro tesi, avrebbero potuto contribuire all’insorgenza della malattia.
Il ricorso della Difesa e i prossimi passi
Il ministero della Difesa, pur rispettando la decisione, ha ritenuto opportuno impugnare la sentenza davanti alla Corte d’Appello di Palermo. L’esito del giudizio sarà quindi rimesso alla valutazione dei giudici di secondo grado, che potranno confermare, modificare o riformare il verdetto.
L’avvocato Bonanni ha espresso apprezzamento per il riconoscimento ottenuto in primo grado, ribadendo allo stesso tempo la volontà di proseguire nel percorso legale nel rispetto delle procedure e delle sedi giudiziarie competenti.



