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giovedì, Marzo 27, 2025

“Sicurezza sul lavoro e benessere psicologico”: un convegno per costruire imprese sane

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OGGI, 25 FEBBRAIO 2025, SI È SVOLTO NELLA SALA LAUDATO SÌ, IN CAMPIDOGLIO A ROMA, UN IMPORTANTE CONVEGNO SULLA SICUREZZA SUL LAVORO E IL BENESSERE PSICOLOGICO. ORGANIZZATO DA ONA E PATROCINATO DALL’ORDINE DEGLI AVVOCATI DELLA CAPITALE, L’EVENTO SI È FOCALIZZATO SULLE STRATEGIE PER MIGLIORARE LE CONDIZIONI LAVORATIVE E TUTELARE LA SALUTE DEI LAVORATORI

La sicurezza sul lavoro e il benessere psicologico: un pilastro fondamentale per le imprese sane

Il tema della sicurezza sul lavoro è sempre più rilevante nel dibattito pubblico, in quanto rappresenta un elemento imprescindibile per garantire il benessere e la produttività dei lavoratori. La prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali non può essere considerata un onere accessorio per le aziende, ma una vera e propria responsabilità sociale. Parallelamente, il benessere psicologico è emerso come un fattore determinante: lo stress, il burnout e la precarietà lavorativa sono problematiche che incidono negativamente sulla qualità della vita e sulle performance professionali.

In questo contesto, il convegno si è posto l’obiettivo di fornire una visione multidisciplinare su come le imprese possano evolversi in modo sostenibile, promuovendo ambienti di lavoro sicuri e attenti alla salute mentale dei dipendenti.

L’avvocato Ezio Bonanni: la lotta contro l’amianto e le malattie professionali

L’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), ha sottolineato un aspetto fondamentale del dibattito sulla tutela della sicurezza sul lavoro e del benessere psicofisico dei lavoratori. «I progetti di legge in atto da più parti politiche possono essere sintetizzati in un’unica proposta. La tutela della salute e della sicurezza sul lavoro non è né di destra né di sinistra». Secondo Bonanni, è necessario lavorare concretamente per garantire ai lavoratori un ambiente sicuro e una qualità della vita che vada oltre la semplice assenza di malattia: «Il benessere non è inteso soltanto come assenza di malattia organica, ma anche come equilibrio psicofisico, come serenità, possibilità di pensare al futuro».

Tale diritto, ha precisato il presidente ONA, non riguarda solo i lavoratori civili, ma si estende anche alle forze dell’ordine e alle forze armate, che spesso operano in condizioni difficili e con mezzi inadeguati. «Il cittadino lavoratore, ma anche il cittadino lavoratore militare, deve essere tutelato. Questo tema non è estraneo alle forze armate, che hanno diritto alla sicurezza sul lavoro come qualsiasi altro cittadino».

Ha poi citato la giurisprudenza recente, ricordando che anche il Consiglio di Stato ha recepito gli orientamenti della Cassazione in merito all’applicabilità delle tutele dell’articolo 2087 del Codice Civile ai militari.

Focus sulla sicurezza

«Non possono essere imposti rischi estranei a quelli di origine bellica per i militari, così come per le forze dell’ordine non possono essere tollerati rischi che vadano oltre il normale esercizio della loro funzione di tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza».

Bonanni ha portato un esempio concreto delle difficoltà operative delle Forze dell’Ordine, spesso costrette a lavorare con mezzi non all’altezza delle sfide quotidiane: «Dobbiamo cominciare a pensare che i nostri carabinieri e la nostra polizia sono spesso dotati di veicoli non adeguati, come Fiat Panda o Fiat Uno, con cui devono inseguire pericolosi delinquenti armati di tutto punto e dotati di mezzi molto più potenti e attrezzati».

Ha poi aggiunto:«Non si tratta solo di un problema di sicurezza fisica, ma anche di dignità. Negare ai nostri uomini in divisa strumenti adeguati significa negare la loro stessa dignità professionale».

Infine, ha accennato anche all’importanza della digitalizzazione nelle forze dell’ordine, che devono essere messe nelle condizioni di operare con strumenti tecnologici avanzati per affrontare le sfide del crimine moderno. In conclusione, l’avvocato ha rivolto un appello alla politica affinché non si perda tempo e si dia concretezza alle riforme necessarie: «Credo che possiamo subito iniziare con azioni concrete, perché non possiamo più permetterci di ignorare queste problematiche».

Il convegno sulla sicurezza sul lavoro e il benessere psicologico ha visto la partecipazione di diversi esperti, tra cui l’avvocato penalista Riccardo Brigazzi e la criminologa Melissa Trombetta. Mentre Brigazzi ha approfondito gli ostacoli giuridici nel riconoscimento delle responsabilità nei casi di esposizione all’amianto, Trombetta ha posto l’accento sulla prevenzione e sulla creazione di un ambiente di lavoro sano, introducendo anche nuove prospettive di supporto psicologico per le vittime.

Intervento dell’Avv. Riccardo Brigazzi

L’avvocato Riccardo Brigazzi ha raccontato il suo coinvolgimento nei processi in cui l’ONA (Osservatorio Nazionale Amianto) si è costituita parte civile, sottolineando come la battaglia si giochi soprattutto sulla dimostrazione del Nesso Causale tra esposizione all’amianto e malattia.

«Sono stato inviato a cercare di farla parte tecnica professionale nella ricerca di questa giurisprudenza di cui l’ONA è in caccia ormai da diverso tempo, che fissi finalmente dei paletti utili a far ottenere giustizia oltre che risarcimenti alle vittime delle patologie derivanti dall’amianto».

Brigazzi ha evidenziato come, sebbene ormai la correlazione tra esposizione all’amianto e malattia sia generalmente riconosciuta, le strategie difensive si concentrano sulla questione delle concause, mettendo in difficoltà i giudici.

«Due anni di lavoro precedenti fatti vent’anni prima da un’altra parte hanno dato la possibilità agli stimati colleghi della difesa di poter dire che la cosiddetta dose killer poteva essere stata assunta in quei due anni, e questo ha portato più di una volta i giudici a non poter riconoscere al di là di ogni ragionevole dubbio la responsabilità principale del datore di lavoro».

Ha raccontato casi di operai esposti per decenni senza protezioni adeguate e delle loro famiglie inconsapevolmente contaminate dalle polveri. L’obiettivo dell’ONA è creare una giurisprudenza solida, con sentenze uniformi, affinché la giustizia sia garantita a chi ne ha diritto.

«Dal 1992, con la messa al bando dell’amianto, si sono fatti passi da gigante, ma gli strumenti processuali per ottenere giustizia sono ancora inadeguati. Dobbiamo continuare questa battaglia affinché si possano ottenere risultati concreti nel minor tempo possibile, perché la vita non aspetta».

La criminologa Dott.ssa Melissa Trombetta e il tema della prevenzione

La dottoressa Melissa Trombetta ha invece affrontato il tema della sicurezza sul lavoro in un’ottica preventiva e criminologica, spiegando che un’impresa sana si costruisce con regole, prevenzione e tutela del benessere psicologico dei lavoratori.

«Una gestione delle risorse, la legalità e la prevenzione dei rischi sono elementi essenziali per un ambiente di lavoro sicuro. Bisogna mettere in pratica meccanismi che riguardino tutto a 360 gradi».

Un aspetto innovativo del suo intervento ha riguardato l’introduzione di percorsi di recupero psicologico per le vittime del lavoro attraverso interventi assistiti con i cavalli.

«Vogliamo incentivare gli interventi assistiti con i cavalli, una novità che sta dando risposte concrete. Il contatto con questi animali permette alle persone di riemergere dalla paura e dalla malattia in modo naturale».

L’obiettivo, secondo la criminologa, è affiancare alle misure di sicurezza sul lavoro strategie di supporto psicologico per coloro che hanno subito esposizioni dannose. Un’impresa sana, ha concluso, non deve solo garantire protezione dai rischi, ma anche prendersi cura del benessere psicologico ed emotivo dei lavoratori e delle vittime.

Tenente Pasquale Trabucco: “Il 4 Novembre deve tornare ad essere la Festa dell’Unità Nazionale”

Il Tenente Pasquale Trabucco, presidente del Comitato per il ripristino della Festa del 4 Novembre, è intervenuto sottolineando l’importanza della responsabilità individuale nella sicurezza sul lavoro e della tutela dei diritti delle vittime del dovere.

«Noi discutiamo sempre del problema dei datori di lavoro, ma il problema è sempre del singolo, è sempre individuale. Siamo noi che dobbiamo stare attenti alla nostra salute, che è una salute che è appunto psicofisica».

Il militare ha poi parlato della sua iniziativa simbolica, un viaggio di 75 tappe, che lo porterà da Roma, dal Mausoleo di Adriano, fino al Vallo di Adriano, per promuovere il riconoscimento del 4 Novembre come Festa dell’Unità Nazionale.

«Lo farò per il 4 Novembre, perché la nuova legge non è sufficiente. Noi vogliamo che torni ad avere gli effetti civili che aveva fino al 1976».

Ha ringraziato il Ministro Prosetto per l’istituzione della Giornata dell’11 Novembre, dedicata ai veterani della difesa, ma ha anche ribadito che i militari non desiderano la guerra e che è la politica a decidere quando e come combattere.

Nessun militare vuole uccidere

«Nessun militare vuole fare la guerra, nessun militare vuole uccidere. È la politica che decide se, come e quando farlo. Il militare è semplicemente, tra virgolette, un lavoratore».

Uno dei temi centrali del suo intervento è stata la necessità di equiparare le vittime del dovere alle vittime del terrorismo, denunciando le attuali disparità nei benefici e nei riconoscimenti.

«Non è possibile che ci siano benefici differenti. Come si diceva anche l’altra volta, nessuno sceglie da chi farsi colpire. Le vittime del dovere devono essere equiparate alle vittime del terrorismo».

Ha poi sottolineato come in Italia la legge non sia sempre uguale per tutti, nonostante il principio costituzionale di uguaglianza.

«C’è scritto ‘la legge è uguale per tutti’, poi ci accorgiamo che in fondo la legge non è uguale per tutti. Su questo dobbiamo lavorare».

Paola Vegliantei: la cultura giuridica come strumento di tutela

La dottoressa Paola Vegliantei, presidente dell’Accademia della Legalità, ha aperto il suo intervento sottolineando l’importanza dell’umiltà nel contesto lavorativo. «Mantenere l’umiltà è la cosa più bella, perché oggi anche questo fa parte del benessere psicologico nell’ambiente lavorativo».

Ha poi evidenziato come la consapevolezza del proprio ruolo e della disciplina siano fondamentali per un lavoro svolto con eccellenza. «Se sei preparato, il tuo ruolo lo ricopri all’eccellenza».

Tuttavia, ha denunciato la mancanza di tutela in molti settori, spiegando che il problema non è nato con la pandemia, ma era già presente e la crisi sanitaria lo ha solo amplificato. «Non è stata la pandemia a tirare fuori le criticità. C’erano già prima».

Ha quindi posto l’accento sulla responsabilità dei datori di lavoro nel garantire condizioni adeguate, mettendo in evidenza la mancanza di cultura della sicurezza. «Purtroppo non c’è la cultura del volersi bene».

Nello specifico, la dottoressa Vegliantei ha ribadito che la sicurezza e il benessere psicologico dipendono sia dai lavoratori sia dai datori di lavoro. «La responsabilità è 50-50, nessuno è escluso».

Un altro punto chiave del suo discorso è stato il riferimento alla condizione di donne e giovani nel mondo del lavoro. «Se il datore di lavoro non mi consente di poter lavorare, come faccio a rendere?». Ha poi aggiunto che il benessere psicologico parte dalla leadership aziendale. «Se il datore di lavoro mi dà dei semplici ma importanti strumenti per crescere, io fiorirò e fiorirà anche l’azienda».

Infine, ha chiuso il suo intervento con un appello alla chiarezza e alla trasparenza nelle dinamiche lavorative, denunciando le problematiche legate ai contratti illeciti e alla precarietà lavorativa. «Laddove c’è chiarezza, trasparenza e buona volontà, non ci possono essere altre situazioni».

La proposta di legge avanzata dall’onorevole Giovanni Maiorano 

L’On. Giovanni Maiorano, membro della Commissione Antimafia, ha illustrato la sua proposta di legge per l’accesso pensionistico anticipato a chi ha lavorato per almeno dieci anni in ambienti contaminati da amianto. Ha sottolineato che il governo ha dato parere favorevole alla sua richiesta, anche se il percorso resta complesso.

«A me non interessa che si chiami Legge Maiorano, mi interessa che questa cosa si faccia».

Ha poi ribadito che il riconoscimento di questo diritto non può ripagare le sofferenze subite, ma può restituire dignità ai lavoratori esposti al pericoloso minerale.

L’intervento del vicepresidente della Camera dei Deputati Sergio Costa: un approccio ambientale alla sicurezza

Sergio Costa, ex ministro dell’Ambiente, ha posto l’attenzione sull’intersezione tra sicurezza sul lavoro e sostenibilità ambientale. 

In merito alla piaga dell’amianto, Costa ha denunciato la presenza di oltre 32 milioni di tonnellate di questo materiale altamente nocivo ancora disseminate sul territorio italiano, con stime fornite dall’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) che fanno salire la cifra fino a 40 milioni di tonnellate. Ha evidenziato come il problema interessi ospedali, scuole e intere aree contaminate, spesso trascurate nonostante l’esistenza di una normativa di riferimento sin dal 1992.

«L’amianto non ha colori. La priorità non ha colori».

L’ex ministro ha successivamente posto l’accento sulla necessità urgente di finanziamenti per le bonifiche, ricordando che, durante il suo mandato, aveva dimostrato come le risorse fossero già disponibili e immediatamente utilizzabili. Ha quindi rivolto un appello alla maggioranza parlamentare affinché venga calendarizzata e approvata una legge organica sull’amianto entro il 31 dicembre 2025, in conformità con le direttive europee.

«Se non approfittiamo di questa spinta europea, poi non ci lamentiamo»

Fabrizio Santori: la prospettiva amministrativa

Fabrizio Santori, consigliere dell’Assemblea Capitolina, ha ribadito con fermezza l’importanza del monitoraggio costante della sicurezza nei luoghi di lavoro, elogiando l’impegno dell’ONA e delle istituzioni nel contrastare il rischio amianto, con un’attenzione particolare alla sua presenza nelle scuole e negli edifici pubblici. Ha pertanto sottolineato come le segnalazioni dei cittadini rivestano un ruolo cruciale nel portare alla luce situazioni di pericolo e nel sollecitare azioni tempestive da parte delle autorità competenti.

«Le istituzioni avevano timore non solo dell’organo politico, ma anche della presenza dell’ONA, che ha sempre aiutato a raggiungere risultati concreti».

Santori ha quindi posto l’accento sulla necessità di un controllo più capillare del territorio, ricordando che a Roma è già attivo un osservatorio sui luoghi di lavoro. Infine, ha evidenziato come rafforzare la prevenzione e garantire la legalità sia un obiettivo imprescindibile per arginare il drammatico fenomeno degli infortuni e delle morti sul lavoro, richiamando la responsabilità delle istituzioni nel promuovere azioni concrete e incisive.

Nicola De Marinis: il ruolo della giurisprudenza

Nicola De Marinis, consigliere della Corte di Cassazione, ha esaminato con rigore il panorama giuridico della sicurezza sul lavoro, ripercorrendo le sentenze più significative e analizzando l’evoluzione normativa che negli ultimi anni ha ridefinito il quadro della tutela dei lavoratori.

Il cassazionista ha posto l’attenzione su come la salute e la sicurezza negli ambienti lavorativi non si limitino più ai soli rischi fisici, ma includano anche le criticità psichiche derivanti dai profondi cambiamenti organizzativi delle imprese e dall’adozione di nuove tecnologie, come lo smart working e i sistemi decisionali automatizzati.

«Si ha una traslazione ormai dal rischio fisico al rischio psichico».

Infine, De Marinis ha evidenziato l’impatto pervasivo dell’intelligenza artificiale, spiegando come gli algoritmi governino sempre più dinamiche lavorative, influenzando valutazioni delle prestazioni, possibilità di avanzamento e persino la stabilità occupazionale. Ha citato il caso dei rider e dei lavoratori delle piattaforme digitali, i cui incarichi vengono assegnati in base a meccanismi automatizzati, che premiano o penalizzano i singoli sulla base di metriche opache e in costante evoluzione.

L’intervento del consigliere dell’ Assemblea Capitolina Giorgio Trabucco

Il consigliere Trabucco ha sottolineato con fermezza la necessità di una sinergia istituzionale per garantire bonifiche efficaci e un rafforzamento delle misure di sicurezza nei luoghi di lavoro, con particolare attenzione ai cantieri aperti in vista del Giubileo 2025. L’imponente piano infrastrutturale che sta trasformando la Capitale richiede, secondo Trabucco, un controllo stringente affinché le opere vengano realizzate nel rispetto delle normative sulla tutela della salute dei lavoratori.

«Queste battaglie non hanno colore politico».

Ha poi aggiornato sull’importante operazione di rimozione di 3.500 metri quadrati di amianto dall’Istituto Ambroselli di Centocelle, uno degli interventi di bonifica più significativi condotti di recente. Ha evidenziato come questo risultato sia frutto di un coordinamento interistituzionale tra Roma Capitale, Regione Lazio, PNRR e Città Metropolitana, che ha permesso di reperire i fondi necessari e avviare i lavori.

Infine, ha ribadito l’urgenza di garantire che gli appalti legati al Giubileo rispettino rigorosi standard di sicurezza, scongiurando il rischio di ribassi indiscriminati che potrebbero compromettere la qualità delle opere e, soprattutto, mettere in pericolo la salute e la dignità dei lavoratori coinvolti

Una testimonianza diretta: Luigi Abbate, giornalista e presidente del Consiglio Comunale di Taranto

Luigi Abbate ha denunciato le difficoltà nel riconoscimento delle malattie asbesto-correlate, raccontando il caso di suo padre, la cui patologia è stata riconosciuta dalla commissione medico-ospedaliera, ma negata dalla commissione di verifica. Solo dopo una battaglia legale il tribunale ha riconosciuto lo status di vittima del dovere, rendendo la sentenza definitiva.

«La cosa che mi ha fatto rabbia è voler negare la letteratura scientifica. Oramai è chiaro come il sole che queste patologie hanno un periodo di latenza enorme».

Ha poi evidenziato le difficoltà delle vittime e dei loro familiari nel far valere i propri diritti, sottolineando il ruolo fondamentale dell’ONA:

«Si gioca molto sulla difficoltà delle persone ad affrontare un giudizio, perché tu hai di fronte lo Stato, non un privato».

Matteo Villanova: il contributo accademico

Il professore Matteo Villanova, docente dell’Università Roma Tre, ha lanciato un allarme sulla presenza e la pericolosità delle sostanze tossiche, con un focus particolare sull’amianto, ribadendo come la sua diffusione rappresenti una minaccia non solo per i lavoratori esposti, ma anche per le generazioni future. Ha spiegato come le conseguenze dell’inquinamento ambientale non si esauriscano nell’immediato, ma possano avere ripercussioni a lungo termine attraverso un impatto diretto sulla salute psico-neuro-endocrino-immunitaria, alterando persino il patrimonio genetico e trasmettendo il danno alle generazioni successive.

«Il cittadino deve vedere nello Stato un padre che protegge, nutre, istruisce e non qualcosa da cui doversi difendere».

Il professore ha poi puntato il dito contro la corruzione e la mancanza di sinergia tra il mondo medico, giuridico ed educativo, denunciando come questa frammentazione ostacoli l’adozione di strategie efficaci per la tutela della salute pubblica. Ha infine sottolineato l’urgenza di un approccio multidisciplinare e scientificamente fondato per affrontare le emergenze sanitarie e sociali, abbandonando logiche di interesse e inerzia burocratica.

Il punto di vista del medico legale Pasquale Bacco 

Pasquale Bacco, medico legale, ha denunciato con forza l’ingiustizia sistematica che circonda le vittime dell’amianto, sottolineando che troppo spesso si investe più per negare il nesso di causalità che per prevenire il problema.

«L’amianto è uno degli scandali d’Italia. Se solo si fosse voluto, e ancora oggi si volesse, tutto questo potrebbe essere evitato».

Ha evidenziato l’impatto sociale della malattia, che non colpisce solo i pazienti, ma intere famiglie, e ha attaccato la disuguaglianza nell’accesso alla sanità, dove la salute è diventata un lusso e non più un diritto.

«Ci sono bambini che studiano in scuole con l’amianto e altri che non sanno nemmeno cosa sia. Noi non possiamo più continuare così».

Infine, ha sottolineato come la medicina moderna e l’intelligenza artificiale abbiano ormai gli strumenti per garantire giustizia e cure adeguate, ma manca la volontà politica di applicarli.

L’importanza dell’applicazione delle leggi: il parere del Generale Giampiero Cardillo

Il Generale Cardillo ha parlato dell’inefficacia delle normative sulla sicurezza sul lavoro, evidenziando come, nonostante l’introduzione di leggi come la 626 e la 81, il numero di infortuni e morti non sia realmente diminuito. Ha sottolineato che la legislazione sulla sicurezza è stata influenzata più dagli interessi delle assicurazioni che dalle reali esigenze dei lavoratori e che spesso manca una struttura adeguata per applicarla concretamente.

«Se promulghi una legge senza avere l’apparato per applicarla, non serve a nulla».

L’intervento dell’avvocato Guerrino Petillo, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico di UNIT

L’avvocato Petillo ha sottolineato l’importanza delle sentenze ottenute dall’ONA nella lotta contro l’amianto, definendole decisive per portare alla ribalta un problema spesso ignorato:

«Le morti sul lavoro impressionano perché sono un evento traumatico, ma quelle di cui ci stiamo occupando sono le morti silenziose».

Ha evidenziato altresì la necessità di un impegno costante e strutturato, che vada oltre iniziative sporadiche:

«Non è un percorso che può essere trattato per spot. Servono tenacia, pazienza e programmazione».

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