Nel cuore di Bari, là dove per decenni l’amianto ha seminato malattia e morte, nasce oggi un simbolo potente di memoria, riscatto e speranza: il Parco della Rinascita. Nell’area ex Fibronit, la “fabbrica della morte”, sabato 7 aprile 2025 sono ufficialmente iniziati i lavori per dare vita a un grande spazio verde, frutto di una lunga battaglia civile contro l’amianto e per la rigenerazione urbana.
Un sogno inseguito per anni dalla cittadinanza e finalmente in cammino verso la realtà, grazie anche ai fondi PNRR. I lavori termineranno entro marzo 2026.
Un riscatto civile e morale per Bari
“Finalmente il sogno diventa realtà”, ha annunciato il Comitato Cittadino Fibronit, protagonista instancabile di questa battaglia. Alla cerimonia di apertura del cantiere erano presenti i rappresentanti istituzionali che negli ultimi vent’anni hanno sostenuto questa causa: tra loro, gli ex sindaci Michele Emiliano e Antonio Decaro, l’ex presidente della Regione Nichi Vendola e l’attuale sindaco Vito Leccese.
“È una rinascita morale e civile della città di Bari”, ha dichiarato con emozione Nicola Brescia, presidente del Comitato. Un atto dovuto a chi ha pagato con la vita l’esposizione all’amianto, un simbolo di una comunità che, unita, ha saputo trasformare il dolore in speranza.
La Fibronit: la fabbrica della morte
La Fibronit, azienda cementifera fondata a Bari nel 1935, ha operato per decenni producendo materiali da costruzione a base di amianto, tra cui in particolare il noto Eternit.
A partire dagli anni Settanta iniziano a emergere i primi segnali di una tragedia silenziosa: tra gli operai si registrano casi di asbestosi e tumori correlati all’inalazione delle pericolose fibre. Analisi condotte in quegli anni rivelano una contaminazione diffusa: l’aria all’interno della fabbrica è carica di amianto, ma preoccupano soprattutto le rilevazioni nei quartieri vicini – Japigia, Madonnella e San Pasquale – densamente popolati.
La produzione si ferma solo nel 1985, ma bisognerà attendere il 1992 per l’avvio delle prime misure di messa in sicurezza. Per anni, nel frattempo, la popolazione resta esposta ai rischi ambientali, senza adeguati interventi di protezione.
La bonifica vera e propria ha avuto un lungo percorso, culminato nel 2018 con la demolizione dei capannoni industriali. Prima dell’abbattimento, le strutture erano state trattate con una vernice blu a effetto fissativo, pensata per impedire la dispersione di ulteriori fibre nell’ambiente.
La nascita del Comitato Cittadino Ex Fibronit
Nel 1997 nasce il Comitato Cittadino Fibronit, costituito da cittadini e attivisti decisi a vigilare sulla messa in sicurezza dell’area e a difendere un principio fondamentale: l’ex sito industriale non dovrà mai essere edificato, ma trasformato in parco urbano al servizio della collettività.
Nel 2001, a seguito delle crescenti mobilitazioni, l’area viene inserita nel Programma Nazionale di Bonifiche. Il Ministero dei Lavori Pubblici istituisce una commissione tecnica per accertare le condizioni dell’impianto, rispondendo così alle pressanti richieste del Comitato e delle associazioni ambientaliste.
Le indagini avviate dal PM Roberto Rossi confermano quanto temuto: alcune delle strutture sono in condizioni precarie e, in caso di crollo, potrebbero liberare ulteriori polveri contenenti amianto. A peggiorare il quadro, anche la falda acquifera risulta contaminata.
Solo nell’ottobre del 2016, dopo una lunga serie di ostacoli legali e ritardi burocratici, viene finalmente aperto il cantiere per la bonifica definitiva. Gli interventi, eseguiti da un’impresa specializzata, portano alla demolizione controllata dei vecchi edifici e alla rimozione in sicurezza dei materiali tossici entro la fine del 2018.
La dichiarazione dell’Avvocato Ezio Bonanni Presidente dell’ONA
L’Ona – Osservatorio Nazionale Amianto è stata in prima linea per la bonifica e messa in sicurezza del sito Fibronit. “Attendiamo ancora giustizia per le vittime e perciò stesso il nostro impegno come Osservatorio Nazionale Amianto proseguirà, per le tutele sanitarie e risarcitorie” afferma l’Avvocato Ezio Bonanni, Presidente dell’ONA.
La storia della Fibronit è una ferita ancora aperta: si contano ufficialmente circa 400 morti per mesotelioma e patologie amianto-correlate, ma il Comitato Vittime Amianto Bari denuncia oltre 700 decessi. E il tributo di vite continua, tra le nuove generazioni esposte data la latenza di molte malattie amianto.
Il Parco della Rinascita non cancella questo passato doloroso. Anzi, lo custodisce come memoria viva, affinché tragedie simili non si ripetano mai più.
Il parco della rinascita guarda al futuro: i numeri
Il Parco si estenderà su poco meno di 147 mila metri quadrati, unendo i quartieri di Japigia, Madonnella e San Pasquale. Sarà il più grande intervento di rigenerazione urbana della Puglia, realizzato con 16 milioni di euro di fondi pubblici.
Cuore del progetto sarà un anfiteatro dedicato a Maria Maugeri, storica ambientalista che ha speso la sua vita per questa battaglia. Accanto ad esso, aree sportive, percorsi pedonali, aree giochi, un sistema di piazze e, ovunque, alberi e verde: oltre 1300 alberi nuovi e più di 130 mila tra arbusti, rampicanti ed erbacee.
Durante le celebrazioni di San Nicola saranno piantati alberi di Davidia involucrata, i “fazzoletti bianchi” simbolo di memoria e rinascita.
Una progettazione partecipata per il Parco della Rinascita
La realizzazione del Parco è frutto di una progettazione partecipata. Il Comitato Cittadino Fibronit ha avuto un ruolo attivo nella definizione degli interventi, a testimonianza di quanto forte sia stato il protagonismo della cittadinanza.
La bonifica dell’area si è conclusa nel 2022, con il rilascio del certificato ufficiale di risanamento ambientale. Una copertura di terra protegge oggi il terreno, impedendo il rischio di dispersione di fibre residue.
Parco della Rinascita: un nuovo cuore verde per Bari
“Questo parco non è solo un’area verde: è un monumento vivo dedicato a tutte le vittime dell’amianto, a chi ha pagato il prezzo più alto per un progresso senza coscienza”, sottolinea il Comitato Fibronit.
Sarà uno spazio di memoria, ma anche di vita, di gioia, di serenità. Un luogo in cui i bambini potranno giocare e gli anziani passeggiare, senza dimenticare, ma guardando avanti.
Concludendo, Bari avrà presto un nuovo cuore verde, che onora la memoria e ribadisce che la salute e la vita vengono prima di tutto. Un messaggio chiaro, che l’Osservatorio Nazionale Amianto continuerà a sostenere con forza, affinché tragedie come quella della Fibronit non abbiano mai più a ripetersi.



