Cos’è l’omicidio colposo? Come si differenzia da quello doloso? Come funziona il risarcimento dei danni ai superstiti in caso di omicidio colposo? In questo articolo approfondiamo l’omicidio colposo e ne scopriamo le aggravanti in caso di infortunio sul lavoro e incidenti stradali.
L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto è in prima linea nella lotta all’amianto e nella prevenzione e si occupa di difesa legale gratuita degli esposti a cancerogeni, compreso l’amianto. Offre assistenza legale ai familiari superstiti in caso di omicidio colposo per ottenere il risarcimento integrale dei danni spettanti al defunto e dovuti agli eredi legittimi.
Indice Cos’è l’omicidio colposo? Norme giuridiche Aggravanti Danno risarcibile Omicidio colposo e amianto Assistenza legale Tempo di lettura: 7 minuti |
Omicidio colposo: cos’è?
L’omicidio colposo è il reato commesso da chi cagiona la morte di un’altra persona, non intenzionalmente ma per colpa. Questa assenza di intenzionalità è ciò che lo distingue dall’omicidio doloso, anche detto volontario, che per ovvie ragioni si differenzia dall’omicidio involontario.
Il delitto, nel caso di omicidio colposo, si verifica infatti “a causa di negligenza o imprudenza o imperizia, ovvero per l’inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline” (art. 43 del c.p).
Il reato di omicidio colposo è procedibile d’ufficio. In altre parole non è necessaria una querela affinché la procura possa avviare un’azione penale, ma è sufficiente la semplice “notizia criminis”.
L’art. 589 del codice penale prevede la pena per omicidio colposo con una reclusione da 6 mesi a 5 anni. A seconda della fattispecie esistono delle aggravanti.
Omicidio colposo e concorso di colpa
In caso di concorso di colpa non è esclusa la punibilità del reato di omicidio colposo. Il giudice potrà tenere conto della ripartizione delle colpe al fine di determinare la pena. L’eventuale risarcimento dei danni che il soggetto in concorso di colpa è eventualmente chiamato a risarcire, varia in base alla percentuale di colpa.
Norme giuridiche
L’art. 589 c.p. disciplina l’omicidio colposo. In particolare dispone che: “Chiunque cagiona per colpa la morte di una persona è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni. Se il fatto è commesso con violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro la reclusione è da due a sette anni.
Nel caso di morte di più persone, ovvero di morte di una o più persone e di lesioni di una o più persone, si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la più grave delle violazioni commesse aumentata fino al triplo, ma la pena non può superare gli anni quindici”.
Il bene giuridico tutelato dalla norma è costituito dal diritto alla vita della persona. Privare qualcuno del bene vita è considerato infatti da nostro ordinamento giuridico un fatto intollerabile. Per questo motivo deve avere conseguenze sul piano penale, anche se è avvenuto per colpa e non per dolo, senza intenzione di cagionare la morte di qualcuno.
Omicidio colposo: aggravanti
Se il reato di omicidio colposo è commesso a causa della violazione delle norme di prevenzione per la sicurezza sui luoghi di lavoro, la pena detentiva va dai 2 ai 7 anni. Se è commesso nell’esercizio abusivo di una professione per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato o di un’arte sanitaria, la pena detentiva va dai 3 ai 10 anni.
In questi casi “nel caso di morte di più persone, ovvero di morte di una o più persone e di lesioni di una o più persone, si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la più grave delle violazioni commesse aumentata fino al triplo, ma la pena non può superare gli anni quindici“.
Omicidio colposo stradale
A seguito dell’introduzione, nel codice penale, dell’articolo 589-bis ad opera della legge numero 41/2016, nel nostro ordinamento l’omicidio stradale rappresenta oggi un’ipotesi di reato autonoma rispetto all’omicidio colposo.
Prevede la pena della reclusione da 2 a 7 anni per chi cagiona per colpa la morte di una persona con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale. La pena della reclusione va da 8 a 12 anni per chi commette l’omicidio colposo ponendosi alla guida di un veicolo a motore in stato di ebbrezza alcolica o di alterazione psicofisica conseguente all’assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope.
Sono poi previste pene particolarmente severe per i conducenti professionali di veicoli a motore.
L’art stabilisce una riduzione della pena fino a metà se la morte non è conseguenza esclusiva dell’azione o dell’omissione del colpevole. Altresì dispone un aumento della pena se il conducente è privo di assicurazione, o non ha la patente di guida o gli è stata sospesa o revocata.
Colpa medica
Qualora nel corso dell’esecuzione di un intervento o dopo la sua conclusione si verifichi un peggioramento delle condizioni del paziente, o se tale peggioramento era prevedibile e quindi evitabile, c’è responsabilità medica (Cass., sentenza n. 13328/15).
Omicidio colposo: danno risarcibile
Come già accennato, il responsabile di omicidio colposo può essere chiamato a risarcire il danno subito ai superstiti della vittima. Gli eredi legittimi hanno diritto al risarcimento iure proprio, dei danni subiti in prima persona. A questo si aggiunge la facoltà di agire iure hereditas, ovvero di agire per ottenere il risarcimento integrale dei danni spettanti al defunto.
Il risarcimento integrale dei danni comprende il danno patrimoniale (da danno emergente, per esempio spese mediche e funerarie) e il danno non patrimoniale (danno biologico, morale ed esistenziale e tanatologico).
La prescrizione dell’azione civile
L’art. 2947 c.c. prevede che la prescrizione del diritto al risarcimento danni si verifichi con il decorso del termine di 5 anni dal giorno dell’illecito.
La stessa norma al comma 2 prevede che il risarcimento del danno prodotto dalla circolazione dei veicoli di ogni specie il diritto si prescrive in due anni. Attenzione però: lo stesso articolo al comma 3 chiarisce che se il fatto è considerato dalla legge come reato (e in tal caso stiamo parlando appunto di un reato oltretutto perseguibile d’ufficio) e per il reato è stabilita una prescrizione più lunga, questa si applica anche all’azione civile.
Leggi tutto sulla prescrizione nel civile e sulla prescrizione nel penale
Omicidio colposo e amianto
Le malattie amianto correlate sono patologie molto gravi, che in troppi casi portano alla morte dei lavoratori esposti alle fibre killer. In particolare, nel caso del mesotelioma, la tutela legale passa quasi sempre agli eredi perché la malattia ha quasi sempre un esito infausto. Questo nonostante le nuove cure per questo cancro causato escluivamente dall’amianto.
Si parla di omicidio colposo per mesotelioma quando il datore di lavoro ha la colpa di non avere messo in atto tutte le condotte a sua disposizione per evitare l’esposizione dannosa a carico dei suoi dipendenti (leggi tutto su Onere della prova e risarcimento danni).
Consulta: il libro bianco delle morti di amianto in Italia (2022)
Assistenza legale
L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto, come già accennato, offre assistenza legale agli eredi delle vittime di omicidio colposo per il risarcimento integrale dei danni subiti. Si occupa in particolar modo di risarcimento danni nei casi in cui il datore di lavoro non ha messo in pratica tutte le norme di sicurezza per evitare esposizioni alla noxa patogena che ha causato la morte, per colpa, del lavoratore.
Si occupa a 360° di tutela risarcitoria agli esposti oltre che, in caso di decesso della vittima, a favore dei superstiti.