Uno studio pubblicato dalla rivista scientifica Autoimmunity Reviews ha acceso i riflettori su un possibile collegamento tra esposizione all’amianto di tipo anfibolo e lo sviluppo di malattie autoimmuni sistemiche, come il lupus, la sclerodermia e l’artrite reumatoide.
Tra le malattie riconosciute provocate dall’amianto vi è l’asbestosi e tumori come mesotelioma e vari tipi di cancro.
Inoltre vi sono possibili correlazioni con altre patologie che colpiscono il sistema nervoso centrale e cardiovascolare ed altre malattie.
L’Avv. Ezio Bonanni, presidente di ONA – Osservatorio Nazionale Amianto, oltre a battersi da decenni con abnegazione contro questo pericoloso materiale e per le vittime del dovere, ha effettuato numerose pubblicazioni. Queste riguardano la strage di decessi causati da questo pericoloso minerale.
Insieme al Prof. Ugazio ha affrontato, tra le varie patologie già menzionate, il tema della Sensibilità Chimica Multipla – MSC e possibili connessioni con l’amianto.
La ricerca: l’amianto anfibolo come fattore scatenante ambientale per le malattie autoimmuni sistemiche di Jean C. Pfau, Brett McLaurin, Brenda J. Buck, Frederick W. Miller
Al momento è necessario sottolineare che stiamo riportiamo semplicemente la notizia pubblicata su Science Direct, in quanto la ricerca è ancora agli inizi ed avrà bisogno di ulteriori passaggi per essere convalidata.Le attuali tabelle INAIL, non includono le malattie autoimmuni tra quelle riconosciute come causate da esposizione ad amianto.
I ricercatori hanno individuato diversi luoghi nel mondo dove l’esposizione all’amianto anfibolo è stata significativa, e dove si sarebbero registrati tassi insolitamente alti di positività ai test per malattie autoimmuni.
Secondo quanto dichiarato, queste sono le aree prese in considerazione in diverse parti del mondo:
– Libby, negli Stati Uniti, dove per anni è stata estratta una vermiculite contaminata da amianto.
– New York, dopo il crollo delle Torri Gemelle.
– Alcune aree del sud Italia, come Biancavilla in Sicilia, dove è presente la fluoroedenite, un minerale asbestiforme.
– L’Australia, per le attività minerarie legata alla crocidolite.
L’approccio scientifico
Secondo quanto riportato dalla fonte, sono stati effettuati 48 studi epidemiologici sull’uomo e 15 studi sperimentali sugli animali. In 31 di questi casi, sarebbe stato calcolato un rischio maggiore di sviluppare autoanticorpi ANA ( le spie precoci di malattia autoimmune) dopo l’avvenuta esposizione all’amianto.
Le persone esposte avrebbero quindi quasi tre volte più probabilità di sviluppare questi marcatori rispetto alla popolazione generale.
Anche gli esperimenti sui roditori avrebbero confermato l’effetto negativo sul sistema immunitario dell’anfibolo.
Le motivazioni potrebbero essere dovute allo stress ossidativo, all’infiammazione cronica e all’incapacità del corpo di eliminare scorie cellulari. Tutti processi che potrebbero innescare una reazione autoimmune.
Il monitoraggio come ulteriore strumento di tutela
Se la correlazione dovesse essere riconosciuta, basterà un semplice test del sangue per rilevare gli ANA, un indicatore precoce della malattia. Estendere questo tipo di monitoraggio potrebbe costituire un ulteriore strumento di tutela.