Il dugongo, gentile mammifero dei mari, è stato dichiarato funzionalmente estinto in Cina. Una triste notizia per gli scienziati e per tutti noi. L’estinzione di specie animali è, infatti, un duro colpo per l’ecosistema e può causare diversi danni.
Purtroppo dallo studio coordinato dalla Società zoologica di Londra e dall’Accademia cinese delle scienze che hanno raccolto le testimonianze di pescatori e cittadini delle varie province cinesi. Inoltre, attraverso lo studio di documenti, è chiaro che in nessun luogo nessuno lo abbia più avvistato dal 2008.
Le cause dell’estinzione
Tra le cause che hanno portato questi giganti buoni a diminuire nel numero c’è sicuramente la pesca, le collisioni con le navi e la perdita di habitat causata dall’uomo. Nonostante questo animale sia classificato protetto in tutto il mondo e in particolare in Cina le zone che lo ospitavano sono state comunque depauperate. Il Paese ha anche messo in campo un progetto per il ripristino del suo habitat. A questo punto, però, il dugongo potrebbe non aver il tempo di attendere di ritrovare zone a lui congeniali per la sopravvivenza.
“La loro assenza – ha dichiarato il professor Samuel Turvey dell’Istituto di zoologia della ZSL, che ha fatto parte dello studio – non avrà solo un effetto a catena sulla funzione di un ecosistema. Fungerà anche da campanello d’allarme, ricordando che le estinzioni possono verificarsi prima che vengano sviluppate azioni di conservazione efficaci”.
“Nel 2007 – ha aggiunto Turvey – abbiamo tragicamente documentato la probabile estinzione dell’unico delfino cinese del fiume Yangtze. Il nostro nuovo studio mostra una forte evidenza della perdita regionale di un’altra specie carismatica di mammiferi acquatici in Cina. Purtroppo, ancora una volta guidata da un’attività umana insostenibile”.
Caratteristiche del dugongo
Il dugongo è un grosso animale acquatico di colore grigio-biancastro. Può superare i 3 metri di lunghezza, per un peso compreso tra 400 e 500 kg. La femmina risulta spesso leggermente più lunga e pesante del maschio. Anche se non abbastanza da poter parlare di dimorfismo sessuale ed è molto difficile distinguerli.
Appartiene al gruppo dei sireni e la sua dieta è completamente erbivora. Ha una struttura fisica tozza e compatta, che gli ha fatto guadagnare il popolare soprannome di “mucca di mare”. Una pinna caudale orizzontale divisa in due lobi simile a quella dei cetacei si associa ad un corpo estremamente massiccio. Ha due ghiandole mammarie toraciche e due grosse pinne anteriori appiattite, a forma di spatola.
È un animale sociale, estremamente pigro. Durante il giorno ama poltrire galleggiando immerso nell’acqua. Spesso vive in gruppi, composti da tre o quattro simili, nei quali può essere presente anche più di un maschio.
“Il Pianeta rischia di perdere un’altra specie animale – ha commetato la notizia l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Ona – Osservatorio nazionale amianto – e la politica, come sempre, si muove troppo tardi per garantirle la sopravvivenza, almeno in Cina. Così come è stato per l’amianto, il profitto continua a decidere fino a quando ormai è troppo tardi. L’ambiente, invece, va tutelato sempre, perchè è legato alla tutela della salute e fondamentale per la nostra stessa sopravvivenza”.