14.9 C
Rome
domenica, Novembre 16, 2025

Amianto: l’ultima zona grigia dell’Occidente e Oriente industriale

Letto: 20 volte

Ultimi articoli

Mentre l’intero pianeta discute di transizione ecologica, materiali sostenibili e rigenerazione urbana, l’amianto continua ad intessere incubi annidata nei solai delle scuole, nelle tubazioni idriche delle periferie e perfino nei prodotti cosmetici industriali esportati su scala globale.

Questa fibra assassina, nonostante le proibizioni normative, si cela nei muri e nel corpo di chi ci ha lavorato.

Il mondo contaminato

Nel 2023 il governo australiano avviò la definitiva cancellazione di Wittenoom. Si tratta dell’ex città mineraria oggi fantasma, da decenni contaminata da oltre tre milioni di tonnellate di rifiuti d’amianto. Lo citiamo come monumento tragico all’avidità industriale.

In Spagna, nella Catalogna, la Generalitat ha annunciato un nuovo censimento integrale con l’obiettivo di bonificare l’intero territorio entro il 2032.

L’Italia e il rimosso collettivo

Nel nostro Paese, sebbene la legge 257 del 1992 abbia vietato l’amianto, la realtà si mostra ben più resistente del dettato normativo. Numerose, infatti, sono le malattie asbesto correlate.
In Italia è l’Avvocato Ezio Bonanni presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto a portare avanti un lavoro instancabile per il riconoscimento delle vittime di questo pericoloso materiale.

In una recente intervista, Bonanni ha spiegato: “Parliamo di malattie che si manifestano anche 40 anni dopo l’esposizione. L’Italia ha una delle più alte incidenze di mesoteliomi al mondo, ma la sorveglianza medica è ancora disomogenea. Noi all’ONA lavoriamo per creare una banca dati unica, uno strumento epidemiologico e legale che serva a prevenire, curare e ottenere giustizia.”

L’informazione capillare di ONA 

L’ONA ha avviato una campagna digitale per informare i più giovani, anche tramite piattaforme come TikTok e Instagram, sfruttando linguaggi nuovi per raccontare una verità dimenticata.

Il nodo geopolitico e la bonifica globale che non arriva

Secondo un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno oltre 200.000 persone muoiono per patologie legate all’amianto. Eppure, molti Paesi, tra cui Russia, Cina, India e Brasile, continuano a estrarlo e a esportarlo.
L’Italia, dal canto suo, è ancora lontana da una bonifica integrale. Le stime parlano di oltre 370.000 siti contaminati e 40 milioni di tonnellate di amianto ancora da bonificare.

I fondi del PNRR, in parte destinati alla riqualificazione energetica, potrebbero rappresentare un’occasione storica per rimuovere definitivamente l’amianto dagli edifici pubblici.

“Ma l’amianto” – afferma Bonanni“è un nervo scoperto del nostro sviluppo industriale, della responsabilità collettiva e delle disuguaglianze territoriali.”

Le fibre che un tempo rivestivano le centrali elettriche, oggi rivestono i faldoni dei tribunali e i polmoni degli operai. Finché queste storie non saranno parte integrante del dibattito pubblico e politico, ogni sentenza, per quanto giusta, rischierà di suonare come un tardivo epitaffio.

Le informazioni e le opinioni riportate in questo articolo hanno esclusivamente finalità informative e divulgative. I riferimenti a persone, istituzioni o Paesi sono basati su dati pubblici e dichiarazioni ufficiali, e non intendono attribuire responsabilità legali o giudiziarie.

- Advertisement -spot_img

Numero verde ONA

spot_img

Chiedi assistenza gratuita