La nave della Marina Militare Vittorio Veneto, per anni un simbolo della potenza navale italiana, è ora al centro di un’inchiesta per inquinamento ambientale e disastro ambientale colposo. Rappresentati dall’avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, i cittadini stanno combattendo contro la richiesta di archiviazione presentata dalla Procura di Taranto nei confronti degli otto ufficiali e ammiragli indagati.
Un deleterio ammasso di amianto allo stato puro
Il Vittorio Veneto, una volta fiore all’occhiello della Marina Militare italiana, è stato definito dai cittadini come un «deleterio ammasso di amianto allo stato puro». La nave è rimasta ormeggiata per diciotto anni alla banchina Torpediniere, nell’Arsenale Militare di Taranto e nel corso di questo periodo sono emerse preoccupazioni riguardo alla presenza di asbesto e ai potenziali danni causati alla salute delle persone e all’ambiente circostante.
I cittadini contestano la decisione della Procura di Taranto
La procura di Taranto ha presentato una richiesta di archiviazione che ha sollevato una forte opposizione da parte dei cittadini, i quali esigono giustizia e una verifica dettagliata dei fatti, così da non lasciare impuntiti i responsabili..
Pochi giorni fa, durante un’udienza presieduta dal giudice Benedetto Ruberto, i denuncianti hanno criticato aspramente le indagini condotte dalla procura. Hanno sostenuto che gli accertamenti effettuati non abbiano fornito un quadro esaustivo e abbiano trascurato aspetti cruciali dell’impatto dell’amianto rilasciato dalla nave. Per questo motivo, hanno chiesto al giudice di ordinare nuove perizie e di convocare ulteriori testimoni, al fine di chiarire ogni aspetto della vicenda.
Anche il presidente ONA, Ezio Bonanni, ha sottolineato l’importanza di un’inchiesta approfondita e ha richiamato l’attenzione sui gravi rischi associati all’esposizione al killer silente, una sostanza altamente cancerogena che a distanza di trentadue anni dalla sua messa al bando con la legge 257/92, continua a provocare morte e sofferenza.
Amianto: un pericolo invisibile
L’amianto è stato ampiamente utilizzato nel passato per le sue proprietà isolanti e resistenti al calore. Tuttavia, con il tempo, si è scoperto che l’esposizione alle sue fibre può causare gravi malattie come il mesotelioma, il cancro ai polmoni e l’asbestosi. Nonostante il suo uso sia stato vietato in molti Paesi, il problema persiste nei luoghi dove è ancora presente, come nelle vecchie navi militari.
Il Vittorio Veneto rappresenta un caso emblematico di questo problema. Le fibre di amianto, una volta disperse nell’aria, possono essere inalate e depositarsi nei polmoni, causando danni irreversibili. La nave, a causa della sua lunga permanenza all’ormeggio, potrebbe aver rilasciato quantità significative di amianto nell’ambiente, mettendo a rischio la salute dei lavoratori del porto e degli abitanti delle aree circostanti.
Il caso del Vittorio Veneto rappresenta insomma una sfida significativa nella lotta contro l’inquinamento ambientale e il disastro ambientale colposo. La battaglia legale portata avanti dai cittadini di Taranto, rappresentati dall’avvocato Ezio Bonanni, è un esempio di come la comunità possa unirsi per chiedere giustizia e proteggere la propria salute e l’ambiente. Il futuro delle indagini e delle decisioni giudiziarie avrà un impatto determinante sulla gestione dei rischi legati all’amianto e sulla responsabilità per i danni causati.