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giovedì, Febbraio 13, 2025

L’Amianto in Sicilia ancora presente nelle scuole e negli ospedali

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SEBBENE SIANO STATI CENSITI OLTRE 26MILA SITI CON PRESENZA DI ETERNIT, LA MAPPATURA RESTA INCOMPLETA A CAUSA DELLA MANCANZA DI MONITORAGGI LOCALI

Solo 113 dei 391 Comuni siciliani hanno presentato i loro piani, con Messina come unico esempio di aggiornamento e completezza. Secondo Mario Alvano, segretario generale dell’ANCI Sicilia (Associazione Nazionale Comuni Italiani), che rappresenta e tutela gli interessi delle amministrazioni locali, i costi elevati e la necessità di un coordinamento regionale sono ostacoli significativi per affrontare efficacemente il problema. L’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, sottolinea che la Sicilia è vittima degli interessi economici delle grandi multinazionali.

La sfida dell’amianto in Sicilia: un bilancio tra censimento e azioni mancate

Dal 2008 al 2023, la Regione Siciliana ha identificato 26.313 siti con presenza certa o contaminati dall’amianto, tra cui abitazioni, edifici agricoli e industriali, ospedali, uffici pubblici, luoghi di culto, cimiteri e scuole di ogni ordine e grado. Un esempio significativo riguarda le condotte idriche del comprensorio irriguo Jato, nella zona occidentale dell’isola, per le quali ad aprile la Regione ha stanziato 11,3 milioni di euro per la loro sostituzione, perché ormai obsolete.

Il censimento è basato sui Piani comunali amianto, ma alla fine del 2023 solo 113 dei 391 Comuni siciliani, meno del 30%, hanno presentato i loro.

Tra questi, solo Messina ne ha uno aggiornato al 31 dicembre 2023. Altri trentatré sono stati trasmessi ma non aggiornati, trentanove sono stati inviati parzialmente e quaranta sono incompleti.

«Va considerato inoltre che circa duecento dei 391 comuni siciliani sono piccoli con un territorio limitato», commenta Alvano.

L’amianto e lo stato delle bonifiche

Tra il 2015 e il 2023, in Sicilia sono stati ripuliti 42mila siti e più di 65mila tonnellate di materiale pericoloso sono state rimosse. Solo nel 2023, sono stati bonificati 5.425 siti e sono state eliminate più di seimila tonnellate di amianto. Questi interventi hanno riguardato principalmente serbatoi, tubazioni, condotte idriche e coperture di edifici.

Di particolare importanza è la situazione nelle scuole siciliane. Attualmente, nel Registro pubblico dell’isola sono iscritti 334 istituti scolastici, venti ospedali e case di cura. Inoltre, nel Registro figurano 131 uffici della Pubblica Amministrazione e 55 impianti sportivi, anch’essi interessati dalla presenza di materiali contenenti asbesto.

L’amianto: un killer silenzioso

Negli ultimi dieci anni, le malattie legate alle fibre del pericoloso minerale, hanno causato circa 60mila morti. Nel 2023, l’ONA, presieduto dall’avvocato Bonanni, ha registrato circa 2mila nuovi casi di mesotelioma, con un tasso di mortalità del 93% entro cinque anni dalla diagnosi.

Nello stesso anno, sono arrivate circa 4mila nuove diagnosi di tumore al polmone dovuti all’esposizione all’amianto, escludendo il fumo e altri agenti cancerogeni, con un tasso di sopravvivenza a cinque anni del 12%. All’incirca risultano 3.500 decessi. Questi dati sono stati diffusi durante la Giornata Mondiale delle Vittime di Amianto il 28 aprile 2024.

ONA: la situazione in Sicilia

In Sicilia, l’ONA ha registrato circa 1.850 casi di mesotelioma dal 1998 ad oggi, con un tasso di mortalità del 93% entro cinque anni (circa 1.720 decessi). Inoltre, si contano circa 3.500 morti per tumore al polmone e altre mille per altre malattie legate all’asbesto, per un totale di oltre 6.200 decessi. Questi numeri drammatici si ripetono ogni anno, evidenziando la continua gravità del problema senza soluzioni concrete all’orizzonte.

Uno dei territori più colpiti è Biancavilla, in provincia di Catania, dove la presenza dell’anfibolo fluoro-edenite in una miniera locale ha causato numerosi casi di mesotelioma, asbestosi e altre malattie correlate. Purtroppo, ad oggi, questo minerale non è ancora riconosciuto nelle liste dell’INAIL, nonostante la sua pericolosità.

Altre zone di rischio designate dalla legislazione nazionale e regionale come siti di interesse nazionale per le bonifiche.

Queste includono Augusta-Priolo, Gela e Milazzo, noti per i loro poli industriali nel settore petrolchimico. Gela, in particolare, ha registrato casi di tumore del sangue, asbestosi e malformazioni alla nascita. Negli ultimi anni, sono stati avviati programmi di monitoraggio sanitario per le popolazioni residenti in queste aree.

Secondo Bonanni, queste imprese dovrebbero essere responsabili di un riequilibrio compensativo attraverso interventi di bonifica. «Quando io, oggi, penso alla mafia, non penso a quella di coppola e lupara ma a quella che produce Pil in Sicilia, la inquina e porta i vantaggi del proprio Pil nelle regioni del centro e del nord».

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