Riportiamo i dati da un nuovo studio condotto da Samira Norzaee, Siamak Darvishali, Mahdi Farzadkia, Ahmad Jonidi Jafari, Mitra Gholami, Abbas Shahsavani e Majid Kermani, pubblicato su Scientific Reports (2025).
La ricerca ha analizzato la presenza di fibre di amianto nell’atmosfera della città di Shiraz, in Iran, ed i potenziali effetti sulla salute pubblica. I risultati rivelerebbero che alcune aree urbane del territorio, soprattutto quelle ad alta densità di traffico, presenterebbero livelli preoccupanti di questo pericoloso materiale.
Amianto a Shiraz nelle zone di demolizioni edilizie
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato l’amianto come cancerogeno di classe 1, poiché può provocare malattie come l’asbestosi, il mesotelioma e il carcinoma polmonare.
Anche se l’Iran ha vietato l’importazione e l’utilizzo dell’amianto bianco nel 2007, tracce significative a Shiraz sarebbero, secondo lo studio, ancora rilevabili in prossimità di zone soggette a demolizioni edilizie.
“Questo è facilmente spiegato perché l’amianto è stato a lungo utilizzato nell’edilizia di tutto il mondo per le sue qualità isolanti e resistenti. Per questo è importantissimo rispettare tutte le norme di sicurezza in caso di lavorazioni e abbattimenti di vecchi edifici”. Ha affermato l’Avv. Ezio Bonanni presidente di ONA.
Lo studio: dove si concentra il rischio
Secondo quanto affermato, i ricercatori avrebbero monitorato la qualità dell’aria in diversi punti della città per un anno, impiegando tecniche di microscopia a contrasto. Avrebbero poi incrociato i dati relativi alla concentrazione di amianto con variabili urbanistiche come densità stradale, popolazione, numero di stazioni autobus e presenza di aree verdi.
Sarebbero state registrati valori più elevati di presenza di amianto nelle zone ovest e sud-est della città – tra cui l’area vicino alla superstrada Shiraz Ring. Non sarebbe stata rilevata una correlazione significativa con la densità abitativa, le aree verdi o la presenza di stazioni per il trasporto pubblico.
Amianto dai freni?
Sempre nello studio pubblicato su Nature si ipotizza che una delle possibili fonti di rilascio di amianto potrebbe essere derivante dall’abrazione dei freni dei veicoli. In passato, infatti, le pastiglie dei freni potevano contenere fino al 70% di fibre di amianto. Alcuni veicoli circolanti potrebbero ancora essere dotati di materiali pericolosi.
Necessario adottare strategie per la limitazione di potenziali rischi
Fonte studio: