IL 14 GENNAIO 2025, LE GUARDIE GIURATE DEL WWF DI CASERTA HANNO SCOPERTO UNA DISCARICA ABUSIVA NEL COMUNE DI MONDRAGONE, IN PROVINCIA DI CASERTA. TRA I RIFIUTI ABBANDONATI, SPICCAVA LA PRESENZA DI AMIANTO SBRICIOLATO. SITUATA NEI PRESSI DEGLI SCAVI ARCHEOLOGICI DELL’APPIA ANTICA E VICINA A VILLE ROMANE DI INESTIMABILE VALORE STORICO, L’AREA NECESSITA DI UNA BONIFICA URGENTE PER SCONGIURARE RISCHI SANITARI E PRESERVARE IL PATRIMONIO CULTURALE
La scoperta e l’intervento del WWF
La segnalazione della discarica è stata effettuata dall’ambientalista Alessandro Longo, simpatizzante del WWF che, durante un’escursione nell’area di Mondragone, ha notato i cumuli di rifiuti di plastica e materiali edili abbandonati, inclusi resti di amianto sbriciolato. Rendendosi conto della gravità della situazione, ha immediatamente allertato le Guardie Giurate dell’associazione, così da consentire un rapido intervento investigativo.
Il coordinatore regionale delle Guardie WWF, Alessandro Gatto, ha ribadito la necessità di un’azione immediata, sottolineando non solo il danno ambientale provocato dalla presenza di materiali pericolosi ma anche il rischio di contaminazione delle falde acquifere e del suolo circostante.
Con l’arrivo della stagione calda, il pericolo che i rifiuti siano incendiati – una pratica spesso utilizzata per eliminare clandestinamente i materiali abbandonati – aumenta esponenzialmente. Questo scenario potrebbe provocare la liberazione di fibre di asbesto e altre sostanze tossiche nell’aria, con gravi conseguenze per la salute pubblica e per l’ecosistema. Gatto ha fatto appello alle autorità competenti per avviare con urgenza un piano di bonifica. Ha quindi sottolineato la necessità di coinvolgere esperti in smaltimento dei rifiuti pericolosi e di garantire un monitoraggio continuo dell’area per evitare ulteriori depositi illegali.
Un problema nazionale: la diffusione delle discariche abusive
La situazione di Mondragone non rappresenta un caso isolato ma è sintomatica di un fenomeno che interessa l’intero territorio nazionale. Le discariche abusive continuano a proliferare in modo preoccupante e si configurano come una delle emergenze ambientali più gravi del Paese.
A Savona, ad esempio, nel corso del 2024, sono stati individuati circa trecento siti di smaltimento illegale, molti dei quali contenevano amianto. In Veneto, il WWF ha bloccato una proposta per una discarica ufficiale di amianto a Quaderni (in provincia di Verona), dimostrando come queste iniziative possano diventare una minaccia ambientale se non gestite adeguatamente. Anche in Sicilia, nel gennaio 2025, le autorità hanno scoperto una discarica abusiva nel Catanese, contenente rifiuti pericolosi all’interno di un allevamento di bestiame.
Questo fenomeno ha conseguenze drammatiche non solo per l’equilibrio ecologico ma anche per la salute pubblica, poiché i rifiuti pericolosi possono contaminare il suolo, le falde acquifere e l’aria.
L’Italia nel mirino
Secondo i dati forniti dal ministero dell’Ambiente, l’Italia si trova da anni sotto osservazione da parte dell’Unione Europea per la gestione inadeguata dei rifiuti. Nel 2014, la Corte di Giustizia Europea ha emesso una severa condanna nei confronti del nostro Paese, evidenziando l’urgenza di intervenire su circa duecento siti contaminati. A seguito di tale sentenza, è stato imposto all’Italia l’obbligo di procedere alla bonifica di queste aree, pena il pagamento di sanzioni milionarie.
Nonostante alcuni progressi siano stati fatti, il problema rimane lontano dall’essere risolto. Molte regioni, specialmente nel sud del Paese, continuano a essere teatro di sversamenti illegali che alimentano un circolo vizioso di degrado ambientale e rischi per la popolazione. Questi siti spesso contengono materiali altamente tossici, come appunto l’asbesto, che richiedono interventi specialistici per essere rimossi in sicurezza.
La persistenza di discariche abusive non è soltanto una questione tecnica o amministrativa, ma riflette una mancanza di controlli adeguati, di politiche di prevenzione efficaci e di un sistema di gestione dei rifiuti capace di rispondere alle esigenze del territorio. Inoltre, la diffusione di queste pratiche è spesso legata ad attività illecite, connesse a organizzazioni criminali che traggono profitto dallo smaltimento illegale. Per questo motivo, la questione richiede un approccio integrato che coinvolga istituzioni, enti locali, forze dell’ordine e cittadini.
L’Osservatorio Nazionale Amianto e il ruolo dell’avvocato Ezio Bonanni
L’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), sotto la guida dell’Avvocato Ezio Bonanni, svolge un ruolo cruciale nella lotta contro l’amianto in Italia. Bonanni, figura di spicco nella tutela delle vittime dell’amianto, ha più volte denunciato la presenza di siti contaminati, chiedendo interventi immediati per bonificare le aree e proteggere la popolazione.
In una recente dichiarazione, il presidente ONA ha affermato: «L’Italia è ancora in ritardo nella mappatura dei siti contaminati e nella loro bonifica. Le discariche abusive sono solo la punta dell’iceberg di un problema che necessita di maggiore attenzione da parte delle istituzioni. Il rischio sanitario è enorme, e i ritardi nei processi di bonifica sono inaccettabili».
L’ONA ha inoltre promosso diverse campagne di sensibilizzazione, evidenziando la necessità di una prevenzione primaria e di politiche più severe per evitare l’abbandono incontrollato di amianto e altri rifiuti pericolosi.