Una manifestazione simbolica e colorata a Gwanghwamun Square, nella capitale sudcoreana, ha richiamato l’attenzione internazionale sull’uso dell’amianto in Asia. La regione con il più alto consumo mondiale del materiale tossico. L’iniziativa, guidata dal Asian Citizens’ Center for Environmental Health (Eco-Health), ha riunito numerosi gruppi della società civile con lo slogan “Ban Asbestos from the Asia-Pacific Region”.
Consumo di amianto in Asia: dati allarmanti
Secondo le informazioni più recenti:
- Il consumo totale in Asia dell’amianto è di circa 1,32 milioni di tonnellate, pari al 99,2% del consumo globale di amianto.
- Principali Paesi consumatori sono: India, Cina, Uzbekistan, Indonesia, Thailandia.
Nonostante i rischi noti, le misure di prevenzione e protezione rimangono insufficienti. L’esposizione professionale e ambientale è ancora diffusa e pone gravi minacce per la salute pubblica.
L’appello degli attivisti all’APEC
Durante la protesta, il direttore di Eco-Health, Choi Ye-yong, ha dichiarato: “Se l’amianto è vietato in Paesi come Regno Unito e Brasile, non può essere considerato sicuro in India o Cina. L’APEC- Asia-Pacific Economic Cooperation, deve proteggere la salute dei cittadini e garantire infrastrutture sicure in tutti i 21 Paesi membri.”
Gli attivisti chiedono un divieto regionale dell’amianto e politiche di protezione efficaci, in linea con gli obiettivi di sostenibilità e crescita inclusiva del forum APEC.
La campagna “Ban Asbestos from the Asia-Pacific Region” rappresenta un passo fondamentale per la protezione della salute e dei diritti umani in Asia. Gli attivisti auspicano che il 2026 segni un cambiamento concreto: un divieto totale dell’amianto e infrastrutture sicure per tutti.
Prossimi passi e misure concrete
- Incontri APEC: nelle città di Incheon, Busan e Gyeongju, summit annuale per discutere sostenibilità e sviluppo.
- Asian Development Bank: da gennaio 2026, i progetti finanziati saranno vietati dall’uso di amianto.
- Obiettivo finale: eliminare completamente l’amianto da infrastrutture e ambienti di lavoro in Asia.
Rischi sanitari dell’amianto
Le istanze delle proteste non possono che essere appoggiate anche in Italia dall’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto.
“L’inalazione di fibre può causare malattie gravissime spesso fatali. Anche esposizioni brevi o intermittenti possono provocare danni a lungo termine. La prevenzione richiede norme rigorose, controlli periodici e rimozione sicura del materiale”. Ha affermato l‘Avv. Ezio Bonanni, presidente di ONA.
L’impatto della società civile
La protesta di Seul è un esempiodi come la società civile possa influenzare le politiche pubbliche. Attraverso le manifestazioni si auspica la sensibilizzazione dei governi regionali e internazionali. L’obiettivo è la promozione di leggi e regolamenti per la sicurezza ambientale.
Fondamentale è il coinvolgimento dei media e della comunità globale sulla pericolosità dell’amianto. E Onanotiziarioamianto dall’Italia è qui a dare il suo contributo.
Fonte: International Ban Asbestos, Osservatorio Nazionale Amianto, eco-health.org



