L’armatore del traghetto italiano con pannelli contenenti una percentuale di amianto respinge con decisione le accuse circolate recentemente. «La nave non è pericolosa, non è la nave dei veleni. Non c’è alcuna possibilità di dispersione dell’amianto incastonato nelle cabine. Avremmo fatto ogni operazione secondo la legge. Adesso cerchiamo un altro porto e andremo via», avrebbe dichiarato il traghettatore in un’intervista ad Antenna Sud.
L’imbarcazione si trova da alcuni giorni nel porto di Taranto in attesa di un intervento di bonifica.
Da Spalato a Crotone, fino all’approdo a Taranto
Il traghetto aveva già incontrato difficoltà a Spalato e Crotone, dove era stato respinto dalle autorità locali. Anche a Taranto l’accesso era stato inizialmente negato, ma successivamente è stato concesso un approdo tecnico, necessario per ragioni di sicurezza a causa delle condizioni meteo-marine avverse.
Secondo l’armatore, la nave era stata acquistata a Genova con l’intenzione di raggiungere un cantiere in Croazia, dove era previsto l’intervento di rimozione di alcuni pannelli ignifughi contenenti «una piccola percentuale di amianto». A Spalato, però, «a causa di notizie non esatte fatte circolare, si è creato un po’ di panico nella popolazione che ha spinto il governo croato a emettere un decreto di espulsione verso la nostra nave». Ha affermato il traghettatore.
Nave operativa fino al 2029
L’uomo ha chiarito che l’imbarcazione sarebbe perfettamente funzionante e potrebbe navigare ancora per diversi anni: «Questa nave è in grado di poter navigare fino al 2029, affrontando visite annuali da parte dell’ente tecnico. Non è una nave che si vuole rottamare o che necessita obbligatoriamente dell’asportazione di questi pannelli».
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La lotta all’amianto al di là delle criticità effettive
La normativa italiana sull’amianto, pur vietandone produzione e commercializzazione dal 1994, non impone un obbligo generalizzato di bonifica, ma richiede una valutazione del rischio e interventi obbligatori in caso di pericolo per la salute. L’obbligo di bonifica scatta se il materiale si trova in stato di friabilità o deterioramento, a causa del rischio di dispersione di fibre cancerogene.
Solo una valutazione tecnica del rischio può indicare un eventuale pericolo di contaminazione.
Tuttavia la strada della messa in sicurezza è quella che porta nella direzione di un mondo privo di amianto. Ed è la strada correttamente intrapresa.
Fonte: Ansa