Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha accolto il ricorso presentato dalla famiglia del Sottoufficiale napoletano Ciro Centofanti, riconosciuto “vittima del dovere”, condannando il Ministero della Difesa a risarcire i suoi eredi per un importo pari a 308mila euro. Centofanti, nato il 15 marzo 1942 a Napoli e deceduto il 13 ottobre 2020 all’età di 78 anni, a causa di un mesotelioma, aveva prestato servizio nella Marina Militare Italiana dal 1960 al 1979. Ad assistere i familiari, l’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.
La carriera militare di Ciro Centofanti
Ciro Centofanti ha dedicato quasi due decenni della sua vita alla Marina Militare, iniziando la sua carriera nel gennaio 1960 e concludendola il 31 gennaio 1979. Durante il suo servizio, ha lavorato come elettricista di bordo su diverse navI della MM, tra cui Alcione, Pioppo, Trifoglio, Olmo, Doria, Ontano, Tenace e Visintin.
Utile precisare che, durante gli anni ’60 e ’70, l’amianto era ampiamente utilizzato nelle unità navali della Marina Militare Italiana. Questo materiale, noto per la sua resistenza al calore e alle fiamme, era usato per l’isolamento termico e acustico nelle navi. Tuttavia, le sue fibre, se inalate o ingerite, possono causare gravi malattie respiratorie, tra cui il mesotelioma, una forma di cancro ad oggi incurabile.
Centofanti è stato esposto a queste pericolose fibre per 24 ore al giorno, poiché l’asbesto era presente nelle coibentazioni, negli alloggiamenti, nei corridoi, nei servizi igienici, nei locali motori e nei rivestimenti delle condotte di scarico. Nonostante fosse noto il rischio per la salute, i militari non disponevano di adeguati strumenti di protezione individuale.
La sofferenza di Ciro
Nel 2015, dopo decenni dall’esposizione, il sottufficiale ha ricevuto una diagnosi di mesotelioma pleurico maligno di tipo epitelioide, una forma particolarmente aggressiva che porta a difficoltà respiratorie, dolori toracici intensi e una significativa riduzione della qualità della vita. Nonostante le cure e i trattamenti, la malattia è culminata tragicamente con il decesso di Centofanti il 13 ottobre 2020. Ma cerchiamo di ricostruire l’iter processuale.
Iter legale e il ricorso al TAR
Dopo la diagnosi, Centofanti aveva avviato una causa contro il Ministero della Difesa nel 2015, cercando di ottenere un risarcimento per i danni biologici, morali, esistenziali e patrimoniali subiti. Il TAR del Lazio ha esaminato il ricorso, presentato il 12 febbraio 2019, e ha svolto una verifica medico-legale per accertare il grado di invalidità e il danno morale subito da Centofanti.
La relazione aveva confermato che il danno biologico temporaneo era del 100% dalla diagnosi fino al decesso, con una parziale remissione tra il 2018 e il 2019. Durante il procedimento legale, Ciro Centofanti è deceduto, e la causa è stata proseguita dai suoi eredi: la moglie Annunziata Massaro e i figli Elena e Carlo Centofanti.
Esito della sentenza del TAR

Il TAR ha concluso il processo, riconoscendo la responsabilità del Ministero della Difesa e condannandolo a risarcire gli eredi di Ciro Centofanti con 308mila euro, oltre agli interessi legali.
L’avvocato Ezio Bonanni ha commentato. «Questa sentenza è molto importante perché riconosce il diritto del militare al risarcimento del danno che si aggiunge al riconoscimento dello status di vittima del dovere e alle prestazioni previdenziali, già erogate al militare in vita e ora in godimento ai familiari superstiti. Confidiamo di ottenere anche la condanna per i danni da lutto e perdita del rapporto parentale nella causa già promossa innanzi il Tribunale Civile di Roma. Continueremo a lottare per la giustizia e la tutela dei diritti di tutte le persone colpite da questa malattia devastante».
Questa sentenza rappresenta un importante riconoscimento dei diritti delle vittime dell’amianto. Sottolinea altresì l’urgenza di politiche più rigorose e misure di sicurezza per proteggere coloro che servono il paese.
L’Osservatorio Nazionale Amianto ha istituito un servizio di assistenza medica e legale per le vittime e i loro familiari. È possibile contattare il servizio tramite il numero verde 800 034 294 o visitando il sito istituzionale Osservatorio Nazionale Amianto.