L’ONA-Osservatorio Nazionale Amianto organizzazione da anni impegnata nella difesa dei diritti delle malattie professionali e ambientali, manifesta pubblicamente la propria vicinanza ai famigliari di Satnam Singh, il bracciante che nel 2024 perse la vita lavorando nei campi di un’azienda agricola a Borgo Santa Maria, nei pressi di Latina.
Al via il processo per Satnam Singh
Il primo aprile infatti è iniziato il processo che vede imputato Antonello Lovato.
Secondo il capo di imputazione Lovato Antonello, figlio di Renzo Lovato, il datore di lavoro di Singh, avrebbe caricato Satnam mutilato nel suo furgone, l’avrebbe poi abbandonarlo agonizzante nei pressi della sua abitazione insieme a una cassetta contenente l’arto mozzato e si sarebbe dato alla fine alla fuga ponendo in essere condotte successive volte ad occultamento delle prove.
Lovato Antonello è attualmente in regime di custodia cautelare presso la Casa Circondariale di Frosinone.
Satnam Singh, privo di permesso di soggiorno e senza regolare contratto di lavoro, subì l’amputazione del braccio destro manovrando un attrezzo professionale. L’uomo, non avendo protezione, morì per lo shock emorragico senza ricevere tempestivi soccorsi. Un gravissimo caso di omissione di soccorso, sfruttamento, caporalato e violazione dei diritti della persona che ha portato alla luce le complesse problematiche legate alla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Il supporto dell’Osservatorio Nazionale Amianto
L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto Aps ha aggregato fin dal 2008, vittime dell’amianto e i loro famigliari per raccogliere la loro sofferenza e rappresentarla alle istituzioni. Accreditato dal ministero della Salute, svolge attività di promozione e tutela della salute in ogni ambito di esplicazione della vita umana, opera per l’igiene del lavoro, per la prevenzione degli infortuni delle malattie professionali oltre a fornire assistenza morale e materiale delle vittime dell’amianto. È attivo con azioni concrete quali il ricorso all’Autorità giudiziaria e la costituzione come parte civile nei procedimenti penali.
L’Osservatorio Nazionale Amianto persegue e tutela il diritto del lavoro come naturale mezzo di vita e di espressione di dignità umana e la morte del sig. Singh rappresenta una di quelle situazione di grave lesione dei diritti dei lavoratori che l’ONA è statutariamente deputata a contrastare.
“La morte di Satnam Singh è inaccettabile. Questo essere umano poteva e doveva essere salvato con soccorsi tempestivi. Confidiamo che possa esserci una sentenza esemplare perché ciò è inammissibile”.
Ha affermato l’Avv. Ezio Bonanni ha espresso vicinanza morale ed etica ai famigliari per l’immenso dolore che si trovano a dover affrontare, ravvivato dall’iter processuale appena avviato.
Non un caso isolato
La morte di Satnam Singh non è solo un episodio tragico, ma rappresenta una sintesi di problematiche strutturali più ampie, legate alle condizioni di lavoro dei braccianti, alla discriminazione nei confronti dei lavoratori migranti e alle difficoltà del sistema di welfare in Italia.
In Italia, il caporalato, ossia l’intermediazione illecita e sfruttatrice del lavoro agricolo, è una pratica diffusa che coinvolge centinaia di migliaia di lavoratori, soprattutto migranti. Questi lavoratori, spesso privi di diritti legali o in condizioni di estrema vulnerabilità, sono costretti ad accettare salari bassissimi e a vivere in condizioni abitative precarie.
Parte del sistema agricolo italiano, specialmente nelle regioni meridionali, dipende fortemente da questa forma di sfruttamento del lavoro. Qui possiamo trovare lavoratori spesso privi di diritti sottoposti ad una spirale di abusi. Questa comprende l’impiego non solo in condizioni di lavoro pericolose, in nero e senza tutele, ma anche la negazione di diritti basilari come l’accesso a cure sanitarie e alloggi adeguati.
La morte del bracciante ha anche sollevato interrogativi sulla responsabilità delle autorità locali e nazionali nell’affrontare e prevenire simili tragedie.
Le politiche e le risposte legali
L’Italia, negli ultimi anni, ha cercato di intervenire per contrastare il fenomeno del caporalato, adottando leggi più severe, come il Decreto Legge 199/2016 (Legge contro il caporalato), che prevede pene più severe per chi sfrutta il lavoro agricolo e per chi recluta i lavoratori attraverso pratiche illecite. Tuttavia, la messa in atto di queste leggi è spesso lenta e inefficace.
Le implicazioni sociali
La crescente disuguaglianza tra i lavoratori italiani e quelli migranti, la discriminazione razziale e la continua precarizzazione del lavoro devono essere affrontati in modo deciso. Questa tragedia richiede un intervento strutturale e un cambiamento culturale da affrontare su vari livelli.
La solidarietà manifestata da molti gruppi e associazioni, tra cui l’Osservatorio Nazionale Amianto, deve però tradursi in azioni politiche efficaci che impediscano che eventi crudeli e drammatici come quelli di Singh si ripetano.
Cosa si potrebbe fare
Le autorità locali dovrebbero potenziare i controlli nelle aziende agricole e nelle aree rurali, utilizzando tecnologie moderne e creando una rete di monitoraggio efficace.
I migranti devono avere un accesso più facile ai servizi di supporto legale, sanitario e sociale, e devono essere tutelati da politiche antidiscriminatorie.
Inoltre è necessario ed urgente un cambiamento nella struttura dell’agricoltura ed imprenditoriale italiana, che promuova pratiche di lavoro più etiche e sostenibili, oltre a facilitazioni anche fiscali per gli imprenditori che facilitino la regolarizzazione del lavoro.
È necessario un impegno collettivo per garantire che tragedie simili non si ripetano, agendo sia sul piano legale che su quello culturale, affinché i diritti di tutti i lavoratori, in particolare quelli più vulnerabili, siano finalmente rispettati.