Uno studio del progetto BiominAB-3D ha utilizzato tecniche di microscopia e radiazione di sincrotrone per svelare la natura dei corpuscoli dell’amianto, causa del mesotelioma.
Tra i ricercatori dell’iniziativa, il Dott. Fabrizio Bardelli.
Lo riporta un testo della Commissione Europea, che ricondividiamo per coerenza di intenti.
Come spesso ricordato da ONA – Osservatorio Nazionale Amianto e riconosciuto dall’OMS, l’amianto è direttamente correlato al mesotelioma ed altri tipi di cancro.
Cosa accade a livello microscopico alle fibre di amianto
Dopo una lunga stasi nei polmoni, le fibre sviluppano uno strato di ferro trasformandosi in quelli che sono definiti corpuscoli dell’asbesto. Ciò causa una risposta tossica della cellula.
Durante il progetto BiominAB-3D sono stati effettuati approfonditi test strutturali, morfologici, chimici e spettroscopici. E impiegate tecniche con microsonda a raggi X.
La tomografia a raggi X ha fornito dettagli della morfologia 3D esterna e interna dei corpuscoli di amianto. Per il ferro, è stata utilizzata la spettroscopia di assorbimento di raggi X. La struttura delle fibre di amianto è stata svelata mediante microscopia elettronica a trasmissione (TEM).
I risultati hanno svelato la forma chimica e la quantità di ferro contenuto nei corpuscoli dell’asbesto.
La tomografia computerizzata ha mostrato i corpuscoli nel tessuto dei polmoni con immagini dalla definizione dettagliatissima, mai avuta prima.
La distribuzione del silicio osservata ha suggerito inoltre che le fibre potrebbero migrare nel tessuto circostante e avere un ruolo nelle malattie correlate all’amianto. Considerazione da confermare con l’utilizzo della TEM.
L’amianto rappresenta ancora una grave minaccia per la salute in tutto il mondo. Anche se vietato in tutti i paesi europei, il suo utilizzo è ancora consentito in Canada, Russia, Brasile, Cina, India e alcuni altri paesi asiatici.
Specifichiamo che anche se la produzione e il commercio di amianto è illegale in Italia dal 1992, nel nostro Paese ci sono ancora 40 milioni di tonnellate di amianto da bonificare.
Il dott. Bardelli conclude: “Il lungo periodo di latenza, fino a 50 anni dal momento dell’esposizione allo sviluppo delle malattie, significa che il picco della mortalità è previsto tra pochi anni nella maggior parte dei paesi, è quindi importante tenere alto il livello di consapevolezza del pericolo dell’amianto, ed effettuare ricerche che possano portare a terapie sanitarie e strategie di prevenzione più efficaci”.
Un avvertimento reso noto spesso anche dall’Avv. Ezio Bonanni nelle sue pubblicazioni e conferenze.