I pazienti oncologici sottoposti al probabile impatto ambientale della Pertusola di Crotone, società che opera nel settore della metallurgia, devono essere sottoposti a screening tossicologici mirati.
Contaminazione ambientale della Pertusola di Crotone
Doppia patologia oncologica in un paziente esposto a contaminazione ambientale da agenti chimici tossici cancerogeni, prodotta probabilmente dalla ex Pertusola di Crotone. Ingegnere calabrese ha delegato l’Osservatorio Nazionale Amianto e l’avvocato Ezio Bonanni per il riconoscimento del danno esistenziale subito.
Il paziente ha effettuato, malgrado le sue condizioni critiche, una ricerca su campioni biologici di cancerogeni chimici, identificati e sovrapponibili a quelli prodotti dalla Pertusola. Sarà pertanto possibile riconoscere il nesso casuale diretto ed esclusivo delle patologie contratte dal paziente, che ha subito la contaminazione ambientale dalla Montedison di Crotone. Gli elementi cancerogeni e mutageni da individuare su campioni biologici umani sono stati già rilevati in altri pazienti sottoposti a screening onco-tossicologici.
Evidenze di metalli pesanti nei campioni biologici
Le patologie neoplastiche subite a Crotone, area definita SIN dal Ministero della Salute nel rapporto Istisan, potrebbero non essere ad insorgenza casuale. Ciò è confermato dai modelli previsionali di biologia molecolare oncologica e di cancerogenesi applicata alla tossicologia.
Le ricerche dirette dall’oncologo Dottor Montilla, consulente scientifico ONA, riguardano la caratterizzazione tossicologica delle patogenesi conclamatesi su pazienti ex militari e civili. Inoltre costituiscono la valutazione di trattamenti di decomplessazione degli analiti tossici ad alto peso molecolare.
Le analisi effettuate mediante ICPMS hanno evidenziato nei pazienti nei campioni biologici analizzati numerosi metalli tossici (zinco, cesio, stronzio, alluminio, torio, ferro, cromo, manganese, stagno, titanio, rame, protoattinio, ecc.), la cui concentrazione in molti casi supera di molto i valori per i soggetti esposti.
Le richiamate evidenze chimiche, considerato lo stato di servizio dei pazienti e dei civili sottoposti ad impatto ambientale, suggerirebbero un ulteriore approfondimento in termini di presenza di radionuclidi con media/elevata alf-life (137Cs, 90Sr, 65Zn, ecc.), giocoforza residuali in termini temporali attesene le peculiari half-life di ipotetica intossicazione. Poiché gli studi chimico-clinici hanno raggiunto in cancerogenesi una robustezza tale da potere definire i primi risultati si ritiene che una valutazione sull’eventuale presenza di radionuclidi nei campioni biologici dei pazienti oncologici in area SIN potrebbe fornire gli ultimi tasselli del mosaico Ex-Pertusola.
Paradossalmente è stato individuato un SIN da elevato impatto ambientale e sono stati potenziati i reparti oncologici. Tuttavia i pazienti non sono stati sottoposti a sorveglianza sanitaria con screening onco-tossicologici e analisi biomolecolari, mirate proprio per pazienti oncologici potenzialmente contaminati.
L’importanza della sorveglianza sanitaria
La sorveglianza sanitaria è fondamentale anche per tutti coloro che sono stati esposti al pericoloso cancerogeno dell’amianto. Le vittime della fibra killer sono infatti sempre di più, come dimostra il VII rapporto ReNaM.
L’asbesto infatti, nonostante la sua messa al bando con la legge 257/1992, continua a essere presente diffusamente su tutto il territorio nazionale, come denuncia lo stesso Avv. Bonanni in “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022”. Fondamentale è quindi anche la bonifica dei siti contaminati, che possono essere segnalati attraverso l’App Amianto dagli stessi cittadini.