Ancora una volta sono gli studenti a rischiare danni alla salute a causa dell’esposizione inconsapevole al temibile cancerogeno, l’amianto.
Stavolta è una scuola di Pesaro a essere sotto l’occhio del mirino. Una tettoia in eternit incombe infatti vicino alle aule del liceo artistico Mengaroni. A dare l’allarme è stato un professore che insegnava proprio in quell’istituto. Già cinque anni fa aveva fatto una segnalazione a colui che ricopriva allora il ruolo di responsabile della sicurezza nei luoghi di lavoro.
«Quando lavoravo al Mengaroni, ho segnalato alla scuola la presenza di quella tettoia in amianto – racconta il docente Andrea De Biagi al Corriere Adriatico -. Inizialmente ho allertato, mi pare nel 2018, l’insegnante che si occupava delle questioni legate alla sicurezza, il quale ci aveva tenuto anche dei corsi di formazione specifici sull’argomento. Poi, tramite raccomandata, ho contattato direttamente la dirigenza scolastica a fine luglio del 2022».
La mancata segnalazione del pericolo amianto
Eppure, nonostante l’istituto avesse risposto all’insegnate che erano in “attesa di ricevere comunicazione dall’organo competente”, la prima segnalazione ufficiale al Comune e alla ASL del territorio risale invece solamente ad aprile 2023. Questa però non proviene dal liceo Mengaroni, bensì dall’ONA-Osservatorio Nazionale Amianto.

Infatti è stata la responsabile di ONA Pesaro, Elisabetta Sacchi, ad avvisare il Comune e l’Azienda sanitaria territoriale, al fine di verificare lo stato di conservazione del manufatto che si trova vicino la scuola, in via XI Settembre, e di rintracciare il proprietario per attuare la bonifica.
«L’asbesto è altamente cancerogeno. Può causare il mesotelioma e altri gravissimi tumori, che colpiscono il polmone, la faringe, la laringe, le ovaie e il colon – ricorda il presidente dell’ONA, l’avvocato Ezio Bonanni -. Esporre bambini e ragazzi a questo minerale è un crimine contro la salute. Ancora di più se altamente deteriorato. In questo caso, infatti, il cemento perde la sua capacità aggrappante e le fibre killer sono più libere di disperdersi nell’aria».
La salute degli studenti va tutelata
Gli studenti e il personale dell’istituto sono stati quindi costantemente esposti sia durante la ricreazione all’aperto sia nel parcheggio, che si trova in prossimità della tettoia. Inoltre, dopo la pandemia di Covid-19, sono stati messi in atto dei protocolli specifici per i quali le finestre nelle aule dovevano essere aperte frequentemente per favorire i ricambi d’aria. Questo però ha favorito anche l’esposizione alle fibre rilasciate dal manufatto adiacente l’istituto.
«Si sarebbe dovuto intervenire già da tempo, con la valutazione dei rischi e la messa in sicurezza del sito in via precauzionale, anche in assenza di un evidente rilascio di fibre d’amianto – continua il professor De Biagi-. La bonifica dovrebbe essere effettuata prima che il manufatto si deteriori completamente».
Continua la strage causata dall’amianto
La tutela della salute degli studenti che frequentano la scuola è un diritto e un interesse per la collettività. Purtroppo però sono ancora circa 2400 gli istituti scolastici in tutta Italia ancora contaminati, come riporta lo stesso avvocato Bonanni in “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022”.
Risultano in aumento anche i casi di mesotelioma tra il personale docente e non docente, secondo il VII Rapporto ReNaM pubblicato dall’INAIL. E a questi si aggiungono le vittime delle altre patologie asbesto correlate.
L’unico modo per fermare la strage causata dall’amianto è perseguire la bonifica, che risulta ancora in grave ritardo. I cittadini possono collaborare alla mappatura del territorio nazionale e alla segnalazione dei siti contaminati grazie all’App Amianto. In alternativa si può chiedere assistenza direttamente all’ONA, chiamando il numero verde 800 034 294.