Una baracca diroccata, con la copertura probabilmente in cemento amianto, è abbandonata da anni in via Ponte Marianna nel Comune di Spilamberto. La sezione di Carpi dell’Osservatorio nazionale amianto, dopo aver ricevuto la segnalazione di alcuni cittadini, ha effettuato un sopralluogo. Il coordinatore dell’Ona Carpi, Mirco Zanoli, ha verificato la presenza del piccolo edificio ormai a terra ed effettuato alcune foto.
Materiali in amianto nella baracca, denuncia Ona Carpi
Il secondo passo è stato l’esposto al Comune. La baracca si trova, infatti, molto vicino al ciglio della strada e a soli 50 metri c’è anche un’associazione musicale, poco più in là c’è invece un canile. Molte sono anche le persone che quel tratto di strada la percorrono a piedi, visto che si trova in una zona poco abitata, per camminare o correre. Insomma, il pericolo che qualcuno possa respirare fibre di amianto presenti nell’area esiste.
L’eternit, di cui potrebbe essere composta la copertura del casotto, è molto deteriorato e quindi il rischio è più alto, perché il cemento con il tempo perde il potere aggrappante e le fibre si disperdono più facilmente. C’è anche un rischio di contaminazione del suolo e delle falde acquifere.
L’Ona chiede al Comune di attivarsi per la baracca
Per questo l’Ona, il coordinatore di Carpi e il presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, chiedono un sopralluogo urgente “al fine di verificare la reale situazione presente nell’area in oggetto e – si legge nell’esposto – nel caso si confermi la presenza di amianto, di mettere immediatamente in campo tutte le necessarie misure di sicurezza a salvaguardia della cittadinanza”.
Ora si attende la risposta del Comune in provincia di Modena. “Abbiamo presentato l’esposto circa un mese fa – ha detto Zanoli – ma da allora non abbiamo avuto risposta e la situazione è rimasta la stessa”.
I danni dell’amianto sulla salute umana
L’Ona continua anche così la sua battaglia contro l’asbesto, per liberare l’ambiente che ci circonda. Il presidente Bonanni da sempre spiega che le bonifiche sono l’unica strada per evitare nuove malattie e nuovi decessi. Questo minerale causa, infatti, il mesotelioma – come sanno purtroppo gli operai che sono stati a contatto con l’amianto. Ma anche tante altre neoplasie, al polmone, alla laringe, alla faringe, al colon, alle ovaie e tutta un’altra serie di patologie asbesto correlate.
Come ha spiegato bene Bonanni ne “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022”. Qui i cittadini possono trovare tante informazioni utili a comprendere il fenomeno e a come far valere oggi i propri diritti, se si è stati esposti, oppure se si è contratta una malattia. I decessi per mesotelioma sono conteggiati dall’Inail dal 1992, anno della messa al bando dell’amianto, nel VII Rapporto ReNaM. L’Ona ha realizzato anche una App, per consentire ai cittadini di contribuire alla mappatura. Attraverso la App possono segnalare autonomamente i siti contaminati.