ll 5 settembre 2025 il Tribunale di Gorizia ha emesso una sentenza significativa in materia di sicurezza sul lavoro, condannando al risarcimento di circa un milione di euro ai familiari di un ex operaio deceduto a causa di mesotelioma pleurico, una grave patologia correlata all’esposizione ad amianto.
L’uomo, poco più che settantenne, aveva prestato servizio per anni presso il cantiere navale svolgendo mansioni da saldatore. Le indagini tecniche e medico-legali avrebbero confermato il legame diretto tra la malattia e l’esposizione professionale a fibre di amianto.
Il significato della condanna
Per i familiari della vittima, la decisione rappresenta non solo un risarcimento economico, ma soprattutto un riconoscimento di giustizia. A evidenziarlo è stato l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), che ha seguito la causa: «Ogni condanna come questa dimostra che il problema dell’amianto non appartiene al passato: i suoi effetti continuano a colpire lavoratori e famiglie».
La vicenda giudiziaria si inserisce in un quadro molto più ampio, che riguarda migliaia di lavoratori in tutta Italia.
Amianto in Italia
L’amianto è stato largamente utilizzato fino agli anni Novanta in edilizia, nell’industria e nei cantieri navali per le sue proprietà isolanti e ignifughe. Tuttavia, l’esposizione prolungata può provocare gravi malattie come:
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Mesotelioma pleurico, tumore aggressivo della pleura.
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Asbestosi, una patologia respiratoria cronica.
Secondo le stime più recenti, in Italia si registrano oltre 7.000 decessi ogni anno legati a patologie asbesto-correlate. Nonostante la messa al bando ufficiale dell’amianto nel 1992, sul territorio nazionale restano ancora milioni di tonnellate di materiali contaminati.
Questa situazione rappresenta una delle principali emergenze sanitarie e ambientali del Paese. La gestione dei siti contaminati, la bonifica degli edifici pubblici e privati e la tutela dei lavoratori che in passato sono stati esposti continuano a essere temi di grande attualità.
Il ruolo della prevenzione e della bonifica
Il caso di Gorizia dimostra quanto sia importante mantenere alta l’attenzione sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro e sul monitoraggio delle conseguenze dell’esposizione ad amianto. Secondo l’Osservatorio Nazionale Amianto, solo attraverso prevenzione, controlli capillari e bonifiche mirate si potrà ridurre l’impatto di questa emergenza.
La sentenza di Gorizia è un segnale forte sull’importanza di garantire la sicurezza sul lavoro e la tutela della salute. L’amianto, pur essendo bandito da oltre trent’anni, continua a rappresentare un pericolo concreto, con conseguenze sanitarie che si protrarranno ancora per decenni.
Affrontare questa seria problematica significa accelerare i processi di bonifica, garantire assistenza alle vittime e promuovere una cultura della prevenzione. Solo così sarà possibile chiudere definitivamente un capitolo doloroso della storia industriale italiana e proteggere le generazioni future.