A giugno, nel Regno Unito, la deputata laburista di South Shields, Emma Lewell, ha fatto pressione sul governo affinché venga istituito un registro degli edifici del Regno Unito contenenti amianto e se ne pianifichi la rimozione. Suo nonno, John Henry Richardson, morì nel 1998 di asbestosi dopo aver lavorato nei cantieri navali della zona.
Il supporto di un uomo che ha subito una strage famigliare
A sostenere la campagna di Lewell è Raymond Turnbull, un uomo statunitense che ha perso la moglie, la madre, il fratello e lo zio a causa del mesotelioma.
Tutti e tre lavoravano nell’ ex stabilimento Turner and Newall di Washington, ora chiuso, che produceva prodotti contenenti amianto.
La moglie Jean, scomparve nel 2009 all’età di 62 anni. Quando era piccola, giocava con altri bambini su grandi mucchi bianchi di asbesto vicino alla fabbrica.
A renderlo noto è la BBC in un articolo.
La lotta all’amianto in Italia
In Italia punto di riferimento per la lotta contro le conseguenze di questo pericoloso materiale è l’Osservatorio Nazionale Amianto L’ associazione rappresenta e tutela tutti i cittadini e lavoratori esposti e vittime dell’amianto e di altri cancerogeni. Fornisce il servizio di assistenza gratuita, tecnica, medica e legale.
“Notizie di decessi da amianto arrivano da tutto il mondo, in continuazione. E’ una tragedia costante, che attraverseremo ancora per molti, troppi anni” ha affermato l’Avv. Ezio Bonanni, presidente di ONA.
Il riferimento è dato dal fatto che le patologie asbesto correlate, come il mesotelioma che ha colpito l’intera famiglia statunitense, possono manifestarsi anche dopo 40 anni dall’esposizione.



