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mercoledì, Gennaio 15, 2025

ONA, Vittime del Dovere, Accademia della Legalità e Nuovo Sindacato Carabinieri: legalità e giustizia

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Amianto, uranio impoverito, criminalità organizzata, ma anche delinquenza comune: queste le emergenze che debbono essere affrontate. Oltre all’appello al Premier Meloni, lanciato nel corso del convegno che si è tenuto in Campidoglio lo scorso 9 luglio, ora un protocollo d’intesa.

Sì, perché di amianto, di uranio e di criminalità si continua a morire ed è inaccettabile. Così, il Nuovo Sindacato Carabinieri si aggiunge all’azione sinergica promossa dall’Osservatorio Nazionale Amianto, Osservatorio Vittime del Dovere e l’Accademia della Legalità.

Ezio Bonanni e Paola Vegliantei: ONA e Accademia della Legalità

L’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA e l’Osservatorio Vittime del Dovere sono, infatti, presieduti dall’Avv. Ezio Bonanni; l’Accademia della Legalità è, invece, presieduta dalla Dott.ssa Paola Vegliantei. Un mix e una sinergia esplosiva tra queste organizzazioni, non solo per il carattere forte dei loro rappresentanti, ma anche per il team, e per coloro che ne fanno parte.

Nuovo Sindacato Carabinieri: rappresentanza dei Carabinieri

Il Nuovo Sindacato Carabinieri è ormai un’istituzione tra i nostri Carabinieri. La Forza Armata che ha tra le sue finalità quella di tutelare ogni singolo cittadino e con esso le istituzioni democratiche e presidiare i valori della nostra Costituzione.

Infatti, la più recente iniziativa, quella di tener conto anche del rischio amianto e uranio impoverito, è lodevole per i nostri Carabinieri. Questi ultimi, in ogni caso, sono già in prima linea nella tutela dell’ambiente e della salute. Infatti, oltre agli stretti legami tra le mafie, i rifiuti e gli inquinamenti, i nostri uomini in divisa intervengono in casi di calamità ed emergenza. Tra le emergenze anche quella dei rifiuti, compresi quelli di amianto e quelli radioattivi.

Il Nuovo Sindacato Carabinieri nasce proprio con lo scopo di tutelare la salute degli uomini in divisa, attraverso iniziative di prevenzione, nel pieno rispetto di tutti i diritti spettanti. È motivo di orgoglio, quindi, l’impegno dei segretari del sindacato Nicola Magno, Vincenzo Incampo e Michele Fiore, che hanno esteso il servizio in tutta Italia, garantendo una sede per ogni regione.

Protocollo d’intesa ONA, Vittime del Dovere, AdL, NSC

Unire le forze, agire tutti insieme per il bene comune, per la legalità e la giustizia: questo il motto che si propongono le quattro organizzazioni. Questo l’incipit delle dichiarazioni della Dott.ssa Paola Vegliantei, Presidente dell’Accademia della Legalità, prestigiosa accademia di studio della giurisprudenza e del diritto. Non solo, ma si è costituito uno staff legale, a supporto dei cittadini, dei nostri uomini in divisa, che loro stessi spesso sono vittime, in qualche caso anche delle stesse istituzioni che rappresentano e tutelano.

Conosciamo tutti la storia di Carlo Calcagni, Colonnello del Ruolo d’Onore dell’Esercito Italiano, che dopo aver servito la patria si è visto negare i propri diritti. Che dire del fatto che non è stato riconfermato nel Ruolo d’Onore? Perché costringerlo a tanti anni di attesa prima del riconoscimento del suo status di vittima del dovere?“, così si chiede l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Vittime del Dovere.

Il protocollo d’intesa permetterà una sinergia tra le diverse organizzazioni, anche per tutelare i nostri uomini in divisa. Ci riferiamo non solo ai Carabinieri, ma a tutti gli esponenti delle Forze dell’Ordine. Questi ultimi hanno pagato un caro prezzo alla loro dedizione al dovere. Così, Carlo Calcagni, impegnato nelle missioni balcaniche, ma anche tutti gli altri.

Antonio Dal Cin, finanziere con asbestosi vittima del dovere

In questo momento, non possiamo dimenticare Antonio Dal Cin, Appuntato scelto della Guardia di Finanza, riconosciuto vittima del dovere. Svolgente servizio in luoghi contaminati, comandato di vigilare sui locomotori FS in amianto, perché i cittadini non si avvicinassero e non fossero colpiti dalle fibre, ne è stato egli stesso attinto. Riformato per asbestosi e riconosciuto vittima del dovere al 5%.

Ma come è possibile che la mia invalidità valeva il 100% quando sono stato riformato e collocato a riposo, mentre invece vale il 5%, quando lo Stato deve riconoscere i miei diritti?“, così dichiara Antonio Dal Cin, storico esponente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.

Finalmente, la Corte di Appello di Roma ha rigettato l’appello del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Così, è stata confermata la sentenza del Tribunale di Latina, che ha riconosciuto Antonio Dal Cin vittima dell’amianto. Una storia, quella di Antonio, che è incredibile e paradossale. Ricorda quella del Col. Carlo Calcagni e quella di tanti altri.

Paola Santospirito, la storia di una moglie che lavava le tute di amianto

Che dire di Paola Santospirito, essa stessa malata di asbestosi, dopo un cancro alla mammella, per aver lavato le tute e le uniformi del marito, Luogotenente della Marina Militare, anche lui riconosciuto vittima del dovere.

Paola combatte perché tutte le donne che nel tempo hanno svolto un ruolo di “lavanderia”, in questo caso per la Marina Militare, siano tutelate. Non le basta e non ci basta sentirci rappresentare dall’Avvocatura dello Stato che la moglie si è ammalata perché ha lavato le tute al marito, perché era un suo “dovere”. Un dovere, secondo l’Avvocatura, che deriva dal contratto di matrimonio, e quindi dal Codice Civile, e che non può essere oggetto di riconoscimento.

Nicola Panei: ali di amianto. Storie di amianto e aviazione

Anche Nicola Panei, maresciallo dell’Aeronautica Militare, vittima dell’asbestosi. Infatti, l’amianto era presente in Aeronautica Militare. Nelle installazioni a terra, così come negli aeromobili e negli elicotteri. Grazie all’impegno dell’Osservatorio Nazionale Amianto, la presenza di asbesto negli aeromobili è venuta alla luce.

Quindi, i nostri militari hanno diritto al riconoscimento dello status di vittima del dovere e/o di equiparati a vittime del dovere, oltre al risarcimento dei danni.

Le finalità del protocollo d’intesa ONA, OVdD, AdL e NSC

Le quattro associazioni si propongono, quindi, di agire tutte insieme secondo i valori propri della Costituzione Italiana. Tra le emergenze, la necessità di una più coerente organizzazione del contrasto alla criminalità.

Rilevante, intanto, il deficit di organico. E che dire quando delinquenti incalliti a bordo di potenti auto mettono a rischio l’incolumità dei militari dell’Arma durante gli inseguimenti?

A volte si assiste anche a veri e propri speronamenti delle macchine di servizio, e conseguenti lesioni fisiche, oltre che morale. Molte volte questi diritti non vengono riconosciuti, specialmente lo status di vittima del dovere. Si dice che queste attività rientrino nell’ordinario dell’Arma dei Carabinieri, ma non è così. Intanto, questi diritti sussistono sulla base dell’art. 1, co. 563 della L. 266/05.

Sussiste un enorme contenzioso giudiziario e la condizione paradossale è che i nostri militari hanno necessità di tutela legale. In questo, l’intervento dell’Accademia della Legalità, guidata dalla Dott.ssa Vegliantei, con lo staff legale che ha promosso decine e decine di cause. È nato così l’incontro con l’Avv. Ezio Bonanni, che ha rappresentato e difeso centinaia di vittime. Si chiamano vittime del dovere, ma molte volte sono vittime dell’incuria.

Tutela dei nostri uomini in divisa: no alla discriminazione

Una delle finalità più importanti dell’Accademia della Legalità e dell’Osservatorio Vittime del Dovere e dell’Osservatorio Nazionale Amianto (quest’ultimo perché le vittime dell’amianto sono considerate vittime del dovere) è quello di superare la discriminazione.

Sì, perché di discriminazione intendiamo parlare. Vogliamo, infatti, informare i cittadini del fatto che se cade un nostro Carabiniere, e molti purtroppo sono uccisi dai delinquenti, se hanno dei figli maggiorenni, questi ultimi rischiano di rimanere senza tutela. Infatti, secondo un’interpretazione capziosa della normativa, applicando un vecchio cavillo del 1980, se l’orfano non è nel carico fiscale al momento della morte del genitore, non ha diritto alle prestazioni previdenziali di diritto ai superstiti di vittima del dovere.

Non così per le vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, che hanno sempre la tutela. Anche per coloro che sopravvivono, occorre andare alla ricerca della pallottola perduta. Così, infatti, l’Avv. Ezio Bonanni, nel corso della sua audizione al Senato della Repubblica nel 2019. Infatti, se la pallottola che ferisce e uccide è quella di un c.d. delinquente organizzato, allora c’è un diritto pieno. Se la pallottola è di un delinquente non considerato organizzato (criminalità organizzata), allora meno diritti e in caso di decesso niente diritti per gli orfani non a carico. Questo è inammissibile, così dichiarano i rappresentanti delle quattro associazioni.

Il dato epidemiologico tra le Forze dei Carabinieri

In tutti questi anni di impegno per la tutela delle vittime del dovere e dell’amianto, oltreché dell’uranio impoverito, l’Osservatorio Nazionale Amianto ha censito il numero dei casi di mesotelioma nelle Forze Armate, tra cui anche tra i Carabinieri, che costituiscono una delle quattro Forze Armate, con l’Esercito, l’Aeronautica e la Marina. Solo nel 2018, l’incidenza era di 982 casi, con un considerevole incremento negli ultimi sei anni di ulteriori 300 casi, che sommati portano a un’incidenza complessiva a circa 1300 mesoteliomi. Questa è solo la punta dell’iceberg di tutte le malattie asbesto correlate insorte nel comparto delle Forze Armate. Se si tiene, infatti, conto delle altre patologie, tra cui asbestosi, tumore del polmone, etc. si giunge a una stima di oltre 5 mila decessi complessivi nelle quattro Forze Armate.

Le nanoparticelle di metalli pesanti, anche radioattivi e radiazioni, per l’uso di proiettili all’uranio impoverito, non hanno interessato solamente i militari dell’Esercito ma anche i Carabinieri, che sono stati impiegati nelle missioni, tra cui quelle balcaniche. Ma che, allo stesso tempo, fanno sempre più fatica a far valere i propri diritti a seguito dell’insorgenza di patologie di origine professionale.

Una missione per la tutela delle vittime dell’arma

Il protocollo d’intesa sottoscritto dalle quattro organizzazioni ha l’obiettivo di facilitare gli iter burocratici e giuridici, dando sostegno a tutte le vittime e, in caso di decesso, ai loro eredi. Tra gli intenti espressi dalla nuova alleanza tra le quattro associazioni vi è anche la volontà di sottoporre tutti i militari iscritti al rientro dalle missioni all’estero ad accertamenti finalizzati a valutare il proprio stato di salute. Spesso, infatti, nemmeno nel Documento di Valutazione Rischi (DVR) vi è conoscenza concreta e consapevolezza del rischio di esposizione a sostanze tossiche come uranio impoverito o amianto.

Grazie a questo protocollo d’intesa, tutti gli uomini e donne che durante le missioni in Italia e all’estero sono il core business del Dicastero e possono essere state contaminate, avranno la giusta tutela che è, per noi, una chiara missione da portare avanti con grande sentimento di rispetto”, dichiara la Dott.ssa Paola Vegliantei, Presidentessa dell’Accademia della Legalità.

Purtroppo, ancora oggi non esiste una vera azione preventiva e una concreta tutela all’insorgere delle particolari patologie correlate. Quindi, la nascita di questa nuova collaborazione rappresenta un passo importante verso la tutela della salute degli uomini e donne in divisa, ma anche di tutti gli eredi di quelle vittime che non ce l’hanno fatta, o di chi è rimasto affetto da patologie anche gravi, a causa della contaminazione da questi potenti cancerogeni.

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