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giovedì, Marzo 27, 2025

Mafie e amianto, una delle pagine più oscure della storia del nostro Paese

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Non si tratta solo di un problema ambientale, ma di un crimine che ha messo e continua a mettere a rischio la vita di migliaia di persone. Le mafie italiane hanno avuto un ruolo significativo nella diffusione e gestione dell’amianto in Italia, diventando un vero e proprio strumento di lucro illecito.

Mafie ed ecomafie

A partire dagli anni ’60, ’70 e ’80 fino alla sua messa al bando nel 1992, l’amianto è stato un materiale largamente utilizzato in numerosi settori industriali. Questo grazie alla sua economicità e alle sue proprietà ignifughe e di isolamento termico e acustico. La sua diffusione fu capillare: edilizia, automotive, ferrovie, centrali elettriche tra gli ambiti più utilizzati.
Ad esclusione delle aziende autorizzate, molte attività legate all’amianto erano gestite da organizzazioni mafiose come Cosa Nostra siciliana, la ‘ndrangheta calabrese e la camorra napoletana. Queste ultime si sono infiltrate nel ciclo produttivo dell’amianto, gestendo e monitorando fabbriche di produzione e smaltimento del materiale. Quando si parla di smaltimento dei rifiuti e di ambiente, purtroppo dobbiamo fare i conti con le cosiddette ecomafie, di cui ha spesso parlato l’Avv. Ezio Bonanni, dell’Osservatorio Nazionale Amianto, promotore della lotta all’amianto e per la legalità.

Tristemente nota è la vicenda della Terra dei Fuochi, un territorio di circa 1076 mq, tra Caserta e Napoli, dove enormi masse di rifiuti pericolosi sono state riversate sul terreno. Nelle discariche abusive, tra le numerose sostanze nocive, sono state rilevate tonnellate di amianto.
Una situazione che non è circoscritta alla Campania, ma che riguarda a macchie l’intero Paese.

Purtroppo bisogna prendere atto del fatto che le istituzioni, non sono state sempre in grado di intervenire in maniera tempestiva.

Oggi, oltre alla necessità di procedere con bonifiche e risarcimenti, è fondamentale proseguire con la lotta per la giustizia e per la trasparenza, affinché le responsabilità vengano pienamente accertate e le vittime ricevano il riconoscimento e il supporto che meritano. La memoria di questa tragedia deve servire a impedire che simili crimini possano mai più accadere.



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