Riportiamo una notizia resa nota da un quotidiano giapponese Asahi.
Quest’anno ricorre il ventesimo anniversario dello “shock Kubota”. Evento che ha portato alla luce i gravi danni alla salute provocati dall’amianto ai lavoratori e agli abitanti delle aree limitrofe dell’ex fabbrica “Kubota”. L’azienda si trovava nella città di Amagasaki e produceva condotte di cemento amianto.
In questo luogo è avvenuta una strage simile a quella del caso Eternit di Casale Monferrato. Circa 600 morti tra lavoratori e cittadini.
In occasione di questo anniversario, il professor Kenichi Miyamoto, uno dei massimi esperti nel campo della ricerca sull’inquinamento ambientale e professore emerito dell’Università di Osaka, ha tenuto il 14 giugno una conferenza dal titolo “L’infinito disastro dell’amianto”.
L’iniziativa si è svolta presso il Bell Land General Hospital di Naka-ku, nella città di Sakai.
La lotta all’amianto è internazionale
In Giappone, secondo un rapporto ufficiale del Governo, il numero di morti alla fine del 2017 sarebbe stato di circa 24.000 casi. In questo Paese l’amianto fu bandito solo nel 2006.
Miyamoto ha compiuto 95 anni lo scorso febbraio e ha accolto con piacere l’invito a intervenire e organizzare l’iniziativa dell’’Associazione Pazienti e Famiglie dell’Amianto”.
Nato a Taipei in Taiwan, nel 1930, Miyamoto vive attualmente a Kyoto. Dopo la laurea all’Università di Nagoya, ha insegnato all’Università di Osaka e a quella di Ritsumeikan. Ha inoltre ricoperto per tre anni dal 2001, la carica di rettore dell’Università di Shiga.
Specialista in economia ambientale, ha dedicato la sua carriera allo studio dei problemi legati all’inquinamento. Il suo libro “Postwar Japanese Pollution History Theory” è stato considerato un punto di svolta negli studi sulla storia ambientalista del dopoguerra, tanto da meritargli nel 2016 il Japan Academy Prize.
Già nel 1985 Miyamoto aveva segnalato l’estrema gravità dei danni causati dall’amianto in un suo articolo, ma è stato solo dopo il “caso Kubota” che ha iniziato a investigare direttamente la situazione sul campo.
“Mi sono sempre preoccupato per i problemi ambientali e di inquinamento, e guardando indietro sento un profondo rammarico per quanto accaduto”, ha dichiarato durante una conferenza nel 2018.
Nel 2011 è stato tra gli autori del libro “Asbestos Disaster”. Nel gennaio 2013, intervenendo a un simposio a Kobe, aveva lanciato un avvertimento severo: “I danni continueranno fino alla fine di questo secolo”.
La necessità di tenere alta l’attenzione
Kazuko Furukawa, membro del gruppo di coordinamento, ha spiegato: “Con il passare degli anni, le vittime di quel tragico evento e i loro familiari vengono meno a causa della loro età avanzata. Per questo abbiamo chiesto al professor Miyamoto, che stimiamo molto, di tenere una conferenza in occasione del 20° anniversario, nella speranza di riaccendere l’attenzione sulla questione dell’amianto”.
Oltre al discorso di Miyamoto sono intervenuti il dottor Kazunori Okabe, chirurgo e pneumolgo che ha parlato del rapporto tra “amianto e mesotelioma pleurico”. tra i relatori anche Hiroshi Iida, segretario generale del Centro per la Sicurezza e la Salute dei Lavoratori di Amagasaki. Prima della conferenza, il regista Tomomi Nozaki ha proiettato il documentario “Trajectory of Life”, che ha contribuito a far emergere lo “shock Kubota” in tutto il mondo.
Un percorso, dall’altra parte del globo, che ricorda quello dell’Avv. Ezio Bonanni e le sue iniziative con l’Osservatorio Nazionale Amianto. E di tutti coloro che, in tutto il mondo, combattono contro questa fibra killer e le sue terribili conseguenze.