Un tempo epicentro dell’industria dell’amianto, Val-des-Sources, l’ex cittadina di Asbestos, in Québec, in Canada, si prepara a ospitare una nuova infrastruttura all’avanguardia. Infatti qui, a partire dal 2027, sorgerà il più grande impianto al mondo dedicato alla trasformazione degli scarti minerari in materiali per batterie e sistemi di stoccaggio.
Una startup canadese per trasformare l’orrore in possibilità
Un progetto possibile grazie a un finanziamento di circa 14,5 milioni di dollari statunitensi ottenuto dalla startup canadese Exterra Carbon Solutions, con sede a Montréal. L’obiettivo è quello di costruire un impianto capace di gestire ogni anno oltre 300mila tonnellate di rifiuti minerari e di ricavare risorse utili per la transizione ecologica.
Un sito carico di significato
Val-des-Sources ospitava la miniera Jeffrey, un tempo la più grande cava di amianto a cielo aperto al mondo, responsabile di circa metà della produzione globale del terribile minerale. L’amianto, usato in maniera capillare e trasversale praticamente ovunque è diventato simbolo di una delle più gravi emergenze sanitarie del Novecento. La sua esposizione, infatti, è legata a patologie gravi come mesotelioma, cancro ai polmoni e asbesosi, tanto da essere classificato come cancerogeno.
Un aspetto fondamentale da sottolineare
L’amianto, in questo processo, viene distrutto grazie a una tecnologia all’avanguardia. L’azienda Exterra Carbon Solutions sarà in grado di neutralizzare le fibre cancerogene presenti nei detriti e trattare i residui minerari con un processo chimico. A essere utilizzati sono solo i minerali trasformati in composti stabili non pericolosi. Tra questi, ossido di magnesio, utilizzato in agricoltura e nel trattamento delle acque e concentrato di nichel, fondamentale per la produzione di batterie destinate ai veicoli elettrici. Ma la vera novità è il sistema di cattura del carbonio integrato nel processo di trasformazione. Il metodo si basa sulla mineralizzazione, un meccanismo naturale che consente di intrappolare e solidificare l’anidride carbonica nei minerali.
Energia pulita e riciclo per migliaia di anni
Il nuovo impianto funzionerà esclusivamente con energia rinnovabile e, secondo i piani, sarà in gradi di trattare ogni anno centinaia di migliaia di tonnellate di residui. Basti pensare che solo in Québec, la quantità di scarti minerari disponibili supera gli 800milioni di tonnellate. Questo permetterebbe di tenere in piedi il progetto per oltre due millenni.
Lo scopo di coniugare economia circolare e rigenerazione ambientale
Il cofondatore e amministratore delegato di Exterra, Olivier Dufresne, ha ribadito l’importanza strategica del progetto : “Stiamo attualmente sviluppando un impianto pre-commerciale a Val-des-Sources che sfrutterà gli 800 milioni di tonnellate di residui minerari di amianto del Québec, circa un terzo di tutto l’amianto prodotto in Nord America”, ha dichiarato.
“La nostra tecnologia trasformerà l’industria locale e potrà essere applicata su scala globale”, ha aggiunto. Se l’esperimento avrà successo, potrebbe diventare un modello per altri territori segnati dallo sfruttamento dell’amianto, mostrando come innovazione, scienza e sostenibilità possano lavorare insieme per risanare ferite ambientali profonde.
Non abbassiamo la guardia
Ovviamente ogni iniziativa volta a bonificare o neutralizzare l’amianto è accolta con favore ma anche i progetti più innovativi devono garantire, in modo trasparente e scientificamente validato, l’assoluta eliminazione del rischio per la salute pubblica. L’amianto, in qualunque forma si presenti, è un killer silenzioso.
“Continueremo a vigilare affinché la tutela della salute venga prima di ogni interesse industriale o economico”, ha affermato l’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto in occasione dei vari convegni che ha organizzato in Italia sulla pericolosità di questa pericolosa sostanza.