Parlare di amianto è un’azione etica che ha lo scopo di accendere i riflettori su una delle più gravi tragedie ambientali ed industriali del Novecento. Si tratta di restituire attraverso la parola, la dignità di chi ha subito le conseguenze di chi ha agito senza consapevolezza o responsabilità. Il dolore collettivo e le emergenze ambientali vengono metabolizzati dalla società velocemente. L’Osservatorio Nazionale Amianto diventa quindi una coscienza vigile, un presidio di trasparenza e giustizia ambientale. Opera con uno sguardo che va oltre il presente, mantenendo viva la memoria delle vittime. Esercita anche pressione costante perché il passato non si ripeta sotto nuove forme. ONA assume la forma concreta di quella che il filosofo Paul Ricoeur definiva “memoria giusta”, ossia responsabile, orientata a costruire un futuro più giusto. Non denunciare soltanto, ma educare, proporre, vigilare. “Arrivare alla causa è già una sconfitta, perché la salute non è un privilegio, ma un diritto costituzionale, e la conoscenza è la prima forma di difesa” ha spesso dichiarato l’Avv. Ezio Bonanni durante i suoi convegni.
Reggio Emilia, ancora chiuso il Parco della Resistenza
Dal 13 al 17 maggio il Parco della Resistenza ed il percorso ciclabile annesso resteranno nuovamente chiusi al pubblico. Il motivo è un nuovo ciclo di bonifica ambientale, programmato in seguito all’incendio avvenuto l’11 febbraio scorso presso lo stabilimento Inalca. La decisione è stata comunicata dall’amministrazione comunale, ma non ha tardato a generare polemiche. Tra i punti più controversi c’è stata la distribuzione ai cittadini di kit “fai da te” per la rimozione dei materiali potenzialmente pericolosi nelle aree private. Un metodo che ha sollevato forti dubbi anche da parte dell’Osservatorio Nazionale Amianto.
E’ fondamentale che un rischio sanitario così serio debba essere affrontato con attenzione meticolosa per tutelare la salute dei cittadini.
Ivrea, amianto inerte. Ma ciò apre una riflessione
Ad Ivrea invece al centro delle preoccupazioni c’è l’Ospedale cittadino. E’ qui che sarebbero comparsi avvisi che segnalerebbero la presenza di amianto nelle finestre. Tuttavia, la direzione dell’ASL TO4 avrebbe precisato che si tratta di materiale inerte, costantemente monitorato.
Questo passaggio apre ad una riflessione: se da una parte è noto che i materiali contenenti amianto in matrice compatta (cosiddetti “materiali inerti”) possano essere mantenuti in sede se integri, purché sottoposti a controlli periodici e monitoraggio ambientale. Dall’altra, in un’ottica di tutela della salute pubblica la bonifica e la rimozione controllata dell’amianto dovrebbe rappresentare l’obiettivo prioritario. Anche in assenza di un rilascio attivo di fibre.
Non si tratta di allarmismo, ma di prevenzione intelligente e lungimirante. La presenza di amianto, seppur in forma non friabile, potrebbe rappresentare un potenziale rischio nel lungo periodo. Ad esempio a causa di usura, vibrazioni, eventi accidentali, lavori di manutenzione o semplicemente per il naturale degrado dei materiali nel tempo.
In questi casi, il solo monitoraggio può risultare insufficiente. Soprattutto in contesti dove è difficile garantire una sorveglianza costante o dove è in gioco la salute di persone vulnerabili. Diverse linee guida internazionali e raccomandazioni scientifiche, comprese quelle dell’OMS, indicano chiaramente che la totale eliminazione dell’amianto è l’unico vero mezzo per azzerare il rischio di esposizione.
Pertanto, pur riconoscendo la legittimità delle pratiche previste dalla normativa italiana, sarebbe auspicabile un piano nazionale di dismissione graduale dell’amianto. Anche in presenza di materiali considerati “non pericolosi”, con adeguati finanziamenti e programmi di bonifica. Solo così si potrà costruire una vera cultura della prevenzione. Ciò restituerebbe ai cittadini ambienti sani e pienamente sicuri, non solo dal punto di vista normativo, ma anche da quello etico e sanitario.
Genova: uffici regionali evacuati, ma mancano dati certi
A Genova, ne avevamo parlato in un precedente articolo, gli uffici regionali di via D’Annunzio 111 sono stati sgomberati, con i dipendenti trasferiti in modalità smart working, dopo il sospetto di contaminazione. La CISL ha richiesto bonifiche complete, verifiche approfondite anche negli ambienti vicini, il monitoraggio sanitario per i lavoratori (attuali, trasferiti ed in pensione) e l’accesso a tutti i dati disponibili sulle rilevazioni passate e presenti. L’episodio ha acceso sulla presenza di amianto in ambienti pubblici, rivelando una fragilità sistemica nella prevenzione e nella gestione delle esposizioni.