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venerdì, Febbraio 7, 2025

Amianto: 25 anni dalla messa al bando del killer silenzioso

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A 25 anni dalla legge 257 del 1992 che prevede la cessazione dell’utilizzazione dei prodotti contenenti amianto, in Italia ci sono ancora 40 milioni di tonnellate di materiale contaminato, un rischio reale e concreto per tutta la popolazione.

L’amianto è presente ovunque, dagli edifici pubblici a quelli privati, dagli ospedali alle tubature degli acquedotti, ma soprattutto ad oggi sono ancora 2400 le scuole che pongono a rischio circa 350.000 studenti e 50.000 dipendenti, tra docenti e non docenti.

In tutto in Italia ogni anno purtroppo perdono la vita più di 6000 persone per via delle diverse patologie che l’amianto provoca (mesoteliomi, tumori polmonari, alla laringe, faringe, esofago, fegato, colon e perfino all’ovaio e per non parlare dell’asbestosi, placche pleuriche ed inspessimenti pleurici e le complicazioni cardio-vascolari).

Un bollettino di guerra che miete vittime più dei terroristi

Numeri che fanno tremare e che aiutano a comprendere quanto questo killer si sia insinuato nella nostra quotidianità a 360°, non risparmiando nessuno, nemmeno i più piccoli. Proprio di questo si è parlato oggi, durante la trasmissione sull’emittente TV2000, che ha dedicato un approfondimento sul tema amianto.

L’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, associazione rappresentativa dei lavoratori e cittadini esposti e vittime dell’amianto ha dichiarato: “Siamo costretti giorno dopo giorno a registrare decine di nuovi casi di patologie asbesto-correlate. Purtroppo l’epidemia di queste malattie è ancora in corso, per i lunghi tempi di latenza perché possono arrivare fino a 40-50 anni. Ecco perché l’unico sistema per evitare nove malattie e quindi nuovi decessi è quello di evitare ogni forma di esposizione a queste fibre killer, e ciò attraverso la bonifica. Solo così sarà possibile vincere l’epidemia”.

L’ONA ha messo in campo proposte concrete:

  • Abolire l’obbligo dei piani di lavoro per le piccole bonifiche: è proprio su queste piccole bonifiche che la burocrazia incide per l’80/90% del costo. “Se debbo rimuovere pochi metri di tettoia, è veramente necessario un progetto?”
  • Intervento dei Comuni per le piccole rimozioni, attraverso personale specializzato, attingendo anche tra i lavori in mobilità, previa loro qualificazione professionale e integrazione dello stipendio.
  • Detrazione fiscale degli interventi di rimozione amianto estesa anche all’imprenditoria.

In questo modo, si risparmia sulle spese sanitarie e anche le attività di bonifica possono in realtà portare ad un rilancio del settore occupazionale.

“L’Osservatorio Nazionale Amianto è sempre in prima linea per tutelare e garantire il riconoscimento delle “vittime del dovere” e proprio a tal proposito ci sentiamo di avanzare alcune proposte, riguardanti sia i privati cittadini che gli enti pubblici – spiega nel dettaglio l’avv. Ezio Bonanni durante la trasmissione TV2000  – per quanto riguarda i privati proponiamo la possibilità di eliminare il piano di lavoro per la bonifica da amianto e, già questo permetterebbe di far risparmiare ai cittadini circa 1.200 euro, dando così a tutti la possibilità di poter procedere al suo smaltimento in maniera corretta e sicura, evitando così il pericolo di ritrovarlo ai margini della strada e nelle aree pubbliche, soluzione che purtroppo molto spesso viene intrapresa dalla popolazione che non può permettersi di sostenere economicamente i costi per uno smaltimento “in regola”.

Per le Provincie e i Comuni, vorremmo che venisse seguito l’esempio del Comune di Napoli, che in modo virtuoso, come sostenuto da ONA, prevede la possibilità di impiegare lavoratori in mobilità, prevedendo un’integrazione dello stipendio, per lo smaltimento dell’amianto. Ovviamente si tratterebbe di persone precedentemente formate e non improvvisate che, attraverso l’utilizzo di una struttura mobile, provvederebbero a rimuovere l’amianto e a portarlo direttamente in discarica a costo zero.

L’attivismo dell’Osservatorio Nazionale Amianto

Tutto questo – continua l’Avvocato Ezio Bonanni – porterebbe ad un sostanziale risparmio per l’intera società, in quanto un minor numero di malati porta ad un minor costo di spese sanitarie e sociali”.

L’Osservatorio Nazionale Amianto, che dal 2008 si schiera al fianco delle vittime e dei familiari vittime dell’amianto, ha in corso il censimento delle diverse patologie asbesto-correlate attraverso la piattaforma digitale REPAC ONA, strumento che permette di avere un quadro complessivo completo riferito a tutte le patologie asbesto correlate e non già circoscritto ai soli casi di mesotelioma che sono gli unici censiti dal sistema pubblico.

L’Osservatorio Nazionale Amianto continua, infatti, a rivendicare un aggiornamento delle tabelle Inail (rispetto all’ultimo DM del 09.04.2008 / 11.12.2009 / 12.09.2014), con l’inserimento di tutte le patologie della lista 2 e 3 nella lista 1.

Secondo Iarc 2012 (International Agency for Research on Cancer), tra le neoplasie causate dall’esposizione all’amianto, oltre al mesotelioma, che è solo la punta dell’iceberg, e i tumori della laringe, dell’ovaio, della faringe, dello stomaco, del colon retto e quelle fibrotiche – asbestosi, placche pleuriche e ispessimenti pleurici e per complicazioni cardiocircolatorie, rientrano anche il cancro alla laringe e alle ovaie, ed, inoltre è stata confermata l’associazione tra esposizione ad amianto e maggiore incidenza di cancro alla laringe, allo stomaco e al colon retto. L’Inail ha inserito nella lista 1, oltre alle patologie fibrotiche, i mesoteliomi, il tumore al polmone, il tumore alla laringe, il tumore dell’ovaio, e nella lista 2 il tumore della faringe, il tumore dello stomaco e il tumore del colon retto e nella lista 3 il tumore dell’esofago.

È possibile rivedere l’intera puntata attraverso questo link.

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