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mercoledì, Settembre 11, 2024

Vittime del dovere ONA News: tutela delle vittime ONA TV

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Quinta puntata – Vittime del dovere ONA news

Quinta puntata – Vittime del dovere ONA news

Vittime del dovere ONA News. L’ONA rimane in prima linea nella tutela della salute e della dignità della vita umana. Il 2 novembre, il giorno dei Morti, è una data importante per le Forze Armate. Si ricordano tutti i caduti. Spesso, però, si dimenticano tutti coloro che hanno dedicato la vita alla patria. Oltre che nelle Forze Armate, anche nello svolgimento dei loro doveri. Per le vittime del dovere serve maggiore attenzione!

Quinta puntata ONA TV: consulta il video della trasmissione

vittime del dovere ONA News

La quinta puntata di ONA TV è dedicata interamente a loro, al loro sacrificio in tempo di guerra e di pace. Il personale civile e militare che, in tempo di pace, è stato impiegato nelle missioni in Italia e all’estero, ha subito dei danni alla salute.

Infatti, il personale civile e militare ha subito plurime esposizioni. Fibre di amianto, nanoparticelle e radiazioni per i proiettili all’uranio impoverito, vaccini contaminati ed altri veleni.

La devozione per la patria, gli ideali di democrazia e la difesa dei più deboli, hanno determinato forte dedizione dei nostri militari. Tuttavia, hanno pagato a caro prezzo il loro senso dell’onore e del dovere.

In questo contesto, l’ONA reclama la prevenzione primaria, quella secondaria ma, anche e soprattutto, quella terziaria. Per questi motivi, è forte l’impegno, perché siano tutelati i diritti delle vittime del dovere. È così che si chiamano, infatti, coloro che hanno sacrificato la vita per gli altri.

Chi sono le vittime del dovere?

Vittima, con riferimento allo stato di servizio, è colui che subisce la lesione alla sua integrità psicofisica per effetto di agenti cancerogeni. Ci sono, poi, altre vittime, quelle della strada, di attentati terroristici, etc. Ma l’ambito di questa quinta puntata di ONA TV, è proprio il tema delle vittime del dovere nelle Forze Armate e in altri comparti della PA.

Per questo motivo, richiamiamo tutta la disciplina relativa al riconoscimento di causa di servizio. Quindi, ottenuto tale riconoscimento, si può chiedere quello dello status di vittima del dovere. Per i rapporti privatizzati, l’indennizzo INAIL.  

Ottenuto il riconoscimento della lesione biologica, come riconducibile al servizio, ed in particolare, all’esposizione a sostanze tossico nocive, è possibile chiedere il riconoscimento di vittima del dovere. Poi c’è il caso classico di coloro che in missione subiscono dei danni (art. 1 co. 563 della L. 266/05), in alcuni casi, purtroppo, anche la morte.

Tutela vittime del dovere ONA news

Uno degli impegni fondamentali di ONA APS è la tutela della dignità della vita umana che presuppone la dignità del lavoro. La tutela del lavoro è ancorata alla nostra Costituzione. I nostri militari debbono avere tutte le tutele, comprese quelle di cui all’art. 2087 c.c.

Nel caso in cui, purtroppo, l’esposizione si sia già verificata, è necessaria la sorveglianza sanitaria, e soprattutto le tutele. Come spiega il giornalista e conduttore Massimo Maria Amorosini, in questa nuova trasmissione.

In studio, con l’avvocato Ezio Bonanni presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.

La presenza dell’Avv. Ezio Bonanni in studio, è legata al suo impegno, ormai ultraventennale, nella tutela delle vittime dell’amianto. Nella tutela delle vittime della fibra killer, si è imbattuto in tutti gli altri veleni. Ha potuto constatare sotto i suoi occhi le tragiche conseguenze di queste esposizioni. In molti casi, queste vittime, si vedono negati i loro diritti, e questo rende necessaria l’azione giudiziaria.

Massimo Maria Amorosini: necessarie tutele per Forze Armate

Introduce la trasmissione il Dott. Massimo Maria Amorosini, giornalista di ONA TV e dell’ONA, anche di ONA notiziario amianto. Nella sezione vittime del dovere ONA News si trovano tutte le informazioni sui materiali cancerogeni, sulle tutele sanitarie e legali.

Vittime del dovere ONA news , sezione di informazione, di questo notiziario amianto, è lo strumento di informazione, anche per la tutela dei diritti. Infatti, troppo spesso, il Ministero nega i giusti diritti alle vittime.

Le Forze Armate hanno pagato un duro tributo al loro impegno nelle diverse missioni di pace. I nostri militari sono stati esposti a nanoparticelle, con metalli pesanti, e a radiazioni per l’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito. In questo modo, anche per il programma vaccinale errato, è ancora in corso una epidemia.

ONA News: Uranio impoverito

Già, il loro dovere, a cui non fa da contraltare, nel nostro Paese, un diritto: quello alla tutela e alla difesa della propria vita.

“Non si ricordano solo le vittime del dovere – afferma il conduttore infine introducendo l’argomento – ma anche quelle del lavoro e del terrorismo”.

E proprio a quelle del terrorismo sono state equiparate le vittime del dovere da un punto di vista legislativo. Lo spiegano tutti gli ospiti, anche con riferimento alla 4° puntata.

Vittime del dovere News: ‘Serve maggiore attenzione

La quinta puntata, online su ONA TV da oggi 5 novembre 2020, è intensa. Si parla in ogni caso di vite perdute o compromesse per sempre e dimenticate da uno Stato patrigno.

Si parla di famiglie distrutte dal dolore del lutto, a cui si aggiunge quello del sentirsi abbandonati.

Leit motiv che stringe attorno alla discussione è la necessità di porre attenzione maggiore verso questi temi ma anche l’importanza di tenere viva la Memoria. Perché non si dimentichi che ancora, a causa di un quadro normativo insufficiente così come insufficienti sono le risorse economiche a disposizione, molti di loro finiscono per diventare in realtà vittime dell’indifferenza.

Vittime del dovere News: serve maggiore attenzione

Ospiti della puntata in collegamento via etere:

  • Carlo Calcagni, Colonnello Ruolo d’Onore Esercito Italiano e membro dell’ONA;
  • Gaetano D’Onofrio Sottufficiale Marina Militare Italiana in congedo;
  • Enzo Vanzan papà di Matteo Vanzan  primo caporal maggiore dei Lagunari, morto nel 2004 in combattimento in Iraq durante l’operazione Antica Babilonia.

L’Avv. Ezio Bonanni: necessario tutelare i nostri militari

Apre il dibattito l’avvocato Ezio Bonanni a cui il giornalista rivolge una domanda articolata e chiara.

“Varie leggi sono state promulgate negli anni con l’intento di destinare alle vittime ed ai loro familiari una serie di indennizzi, pensioni privilegiate, ed altri contributi accessori.

Questi sussidi sono stati introdotti già negli anni 80 e poi confermati ed irrobustiti nel 2005 con la legge 266. Nel tempo, la regolamentazione normativa ha subito delle modifiche. Vi è ancora una diversità di regolamentazione delle vittime del dovere rispetto a quelle del terrorismo.

Sono in corso dei percorsi legislativi di proposte di legge, per armonizzare le discipline. Quale è l’attuale quadro normativo e cosa bisogna cambiare per garantire realmente i diritti a i nostri compatrioti?”.

Avv. Ezio Bonanni: il quadro normativo vittime del dovere

L’avvocato parla immediatamente di “insufficienza e contraddittorietà del quadro normativo” innanzitutto in quanto ad equiparazione tra le vittime del dovere e quelle del terrorismo, laddove anche queste ultime vengono “pesantemente pregiudicate”.

Il problema fondamentale e gravissimo per Bonanni di una situazione complessa che va certo oltre la questione economica. Infatti, c’è un problema di prevenzione primaria. Cioè evitare che ci siano condizioni di rischio, per amianto, radon, radiazioni e nanoparticelle. L’utilizzo dei proiettili all’uranio impoverito ha determinato una condizione di rischio nei Balcani e negli altri territori delle missioni. Poi vi è tutta la problematica della gestione di operazioni militari e tutele a vario titolo.

Vittime del dovere ONA news: accertare le responsabilità

Quindi, tale problematica, risiede proprio nell’insufficienza delle risorse economiche destinate a tali vittime.

“I nostri militari sono stati mandati allo sbaraglio – riflette lucidamente l’avvocato. Richiama l’attenzione del colonnello Carlo Calcagni e ricorda il caporalmaggiore Matteo Vanzan barbaramente trucidato. Anche il fatto che il militare si è visto negare, dopo la morte, la medaglia al ‘valor militare‘, con un riconoscimento equipollente. Prosegue – e penso alla contaminazione multipla di agenti patogeni e metalli pesanti, a pratiche vaccinali errate e gravi conseguenze per la salute”.

E chiarisce ancora: “Penso ai campi di Nassiriya che non erano difesi adeguatamente e penso a regole di ingaggio ugualmente inadeguate”.

È amareggiato mentre ricorda le vittime che difende instancabilmente da molti anni. Parla di “Politici inadeguati, privi di esperienza e di preparazione, anche nella logica politica”.

Rispondendo infine alla domanda afferma che: “questi nostri militari sono stati riconosciuti vittime del terrorismo. In realtà – dice l’avvocato –  l’Ona sta lottando nelle aule dei tribunali e nelle audizioni parlamentari per una normativa che sia omogenea, per le vittime del terrorismo e per le vittime del dovere”.

Discriminazioni da parte del Ministero della Difesa

Il Ministero della Difesa, ancora nel novembre del 2020, si ostina a discriminare le vittime del dovere rispetto a quelle del terrorismo. Per di più, di tale discriminazione sono vittime, in particolare, gli orfani vittime del dovere. Questi ultimi, infatti, se non sono nel carico fiscale della vittima e il coniuge è in vita, ricevono il rigetto delle loro richieste.

Equiparazione vittime del dovere a quelle del terrorismo

Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7761/2017, hanno stabilito il principio di sostanziale e tendenziale equiparazione. Questo è il principio:

“In tema di benefici in favore delle vittime del dovere e dei soggetti ad essi equiparati, l’ammontare dell’assegno vitalizio mensile è uguale a quello dell’analogo assegno attribuito alle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, essendo la legislazione primaria in materia permeata da un simile intento perequativo ed in conformità al principio di razionalità-equità di cui all’art. 3 Cost., come risulta dal ‘diritto vivente’ rappresentato dalla costante giurisprudenza amministrativa ed ordinaria”

In più, questa tendenza del Legislatore, ancorata sui valori della nostra Costituzione, è riconosciuta anche dalle Sezioni Unite, n. 22753/2018. Tuttavia, proprio sulla base di tale sentenza che nega il diritto ai fratelli non a carico, l’amministrazione ha tratto nuova linfa per tentare di negare questi diritti agli orfani.

Le Corti Territoriali hanno, quindi, subito nuove eccezioni. La Corte di Appello di Genova, come già quella di Salerno, hanno dato, comunque, ragione all’Avv. Ezio Bonanni. In questo modo, anche gli orfani non a carico hanno potuto ottenere la liquidazione degli importi dovuti.

Tuttavia, l’Avvocatura dello Stato ha impugnato le due sentenze. Ora la palla passa alla Corte di Cassazione. L’Avv. Ezio Bonanni, sentito anche dalla I Commissione Affari Costituzionali il 29.10.2019, ha denunciato questa situazione:

Tutela giuridica degli orfani vittime del dovere: ONA news

Gli orfani delle vittime del terrorismo, infatti, anche in presenza del coniuge, hanno diritto alla liquidazione delle prestazioni, pure se erano non nel carico fiscale del defunto.

Amorosini introduce, quindi, il tema degli avvertimenti da parte dell’Onu allo Stato italiano, durante gli anni ’90, dei rischi connessi all’uranio impoverito, non tenuti affatto in considerazione nelle missioni di Nassiriya. A proposito delle missioni italiane all’estero, Amorosini introduce gli ospiti.

Storie di vittime del dovere e uranio impoverito

Ed ecco il Colonnello Calcagni. L’Ufficiale superiore dell’Esercito Italiano fu impiegato in missione di pace in Bosnia. Questi fu contaminato da sostanze tossiche che lo costringono da tempo a sottoporsi a pesanti cure invasive.

Già intervistato da ONA notiziario amianto, ha raccontato tutta la sua storia, che ha ora riepilogato in trasmissione

Secondo la documentazione, fornita dal Col. Calcagni alla redazione, risulta dimostrata la sua esposizione a metalli pesanti. Il documento allegato dimostra che il Colonnello Calcagni è stato esposto a 28 metalli pesanti, di cui due radioattivi.

La diagnosi è malattia multiorgano neurodegenerativa, cronica, progressiva e irreversibile. “Nel mio corpo sono stati rilevati 28 metalli pesanti di cui due radioattivi”, ci racconta Calcagni.

vittime del dovere ONA News

Un vero miracolo vivente, con una enorme forza di volontà. Calcagni è divenuto un atleta paralimpico italiano di punta, un palmares eccezionale, che ha trovato nello sport la forza per andare avanti.

Colonnello Calcagni: ci racconti la sua storia

Introduce il Dott. Amorosini: “Non stiamo trattando il caso Calcagni – dice il colonnello con generosità  – stiamo parlando di migliaia di militari che hanno la sola colpa di fare il proprio dovere. Il legislatore intendeva tutelare questi umili servitori dello Stato, ma non sono stati applicati i diritti riconosciuti. Chiediamo solo rispetto”.

L’impeto del colonnello è potente, in tutta la sua compostezza e nella forza delle sue lucide parole. Riepiloga tutta la sua storia, le attività di servizio, le esposizioni agli agenti tossici e radioattivi.

Nel corso della trasmissione il Colonnello Calcagni ha fatto riferimento ad alcuni atti del Senato della Repubblica di mercoledì 10.01.2001:

Questo atto dimostra, come illustrato in trasmissione, che il danno e il rischio fossero già ben noti. Il documento smentisce le tesi del Ministero. 

D’Onofrio Gaetano, maresciallo della Marina Militare

E la storia di D’Onofrio gli fa da eco. Dopo moltissime missioni all’estero, tra l’America e l’Europa, i Balcani. Nelle unità navali della Marina Militare Italiana, il sottoufficiale ha servito la Patria.

Ha ottenuto un elevato livello di professionalità, e ha svolto il suo servizio, imbarcato nella nave Garibaldi, nave Vittorio Veneto, nave Sagittario e nave Artigliere. Queste unità navali della Marina Militare, aveva componenti in amianto, sia nei motori, sia in tutte le coibentazioni, e persino nelle cucine. Gli stessi alloggiamenti avevano la coibentazione in amianto friabile.

Strage amianto Marina Militare: vittime del dovere ONA news

L’uso dell’amianto nelle unità navali della MM, ha provocato migliaia di morti, tra i quali 570 casi di mesotelioma. Il mesotelioma è la malattia sentinella dell’amianto. Molte altre sono le malattie asbesto correlate, tra le quali il tumore del polmone, della laringe e delle ovaie. Ancora le fibre di asbesto provocano il tumore della faringe, dello stomaco e del colon retto. Ancora, l’asbestosi, le placche pleuriche e gli ispessimenti pleurici.

La Marina Militare ha organizzato le attività di servizio con la presenza di plurimi agenti cancerogeni e anche con proiettili all’uranio impoverito. Il Sig. D’Onofrio, è stato congedato quando aveva appena compiuto 42 anni, ed era già malato.

Nel 2008 il Sig. D’Onofrio Gaetano ha ricevuto la diagnosi di adenocarcinoma al polmone sinistro. E’ una patologia asbesto correlata. Ciò è dimostrato dall’ultima monografia IARC. Il fatto stesso che ci sia una epidemia di mesoteliomi, tra coloro che hanno svolto servizio nella Marina Militare, che è confermato anche dal VII Rapporto ReNaM, rende fondate le ragioni del militare. 

D’Onofrio Gaetano racconta la sua storia

D’Onofrio nel 2008 scopre di avere un adenocarcinoma al polmone sinistro. Gli danno pochi mesi di vita. Di lì a poco morirà. Ne soffriranno le conseguenze la moglie e i figli.

La vita del Sig. D’Onofrio Gaetano è completamente sconvolta. È lasciato solo dalla Forza Armata, solo a morire per via dell’amianto.

D’Onofrio è collocato in pensione con la L. 335 del ’95, perchè ritenuto inabile al lavoro. Nel frattempo lotta contro il cancro, ed è ancora vivo.

Si ritiene vittima dell’ingiustizia perché nonostante la malattia riconosciuta il Ministero della Difesa rifiuta di riconoscere i benefici attribuibili alle vittime del dovere e degli equiparati. “È intervenuta la prescrizione ordinaria” adduce come ragione del diniego il Ministero.

Il Ministero nega i diritti di D’Onofrio Gaetano

La tesi del Ministero della Difesa è errata. Innanzitutto, non si comprende perchè, a suo tempo, non fu informato del rischio amianto. L’Avv. Ezio Bonanni ha dimostrato che vi fu una carenza di informazione. Il senso dell’onore militare, richiamato dal Presidente dell’ONA, avrebbe imposto di informare sul rischio. Non solo nel corso del servizio, ma anche con la diagnosi della malattia che è asbesto correlata. Soprattutto, con l’art. 20 della L. 183/2010, fu istituito sia il diritto alle prestazioni previdenziali, che al risarcimento del danno.

Innanzitutto vi sono queste condotte, poi vi è il fatto che il militare si è dovuto curare, e si deve ancora curare, e che nulla gli può essere rimproverato.

In più, la legge istitutiva del diritto (art. 20 L. 183/2010) è entrata in vigore in data 24.11.2010. Gli atti di richiesta di risarcimento e delle prestazioni sono stati inoltrati prima dei 10 anni dall’entrata in vigore della legge. Il Ministero ha rigettato le richieste il giorno dopo, senza alcuna istruttoria. Per questi motivi, già in data 05.11.2020, l’Avv. Ezio Bonanni ha invitato il Ministero a rivedere le sue decisioni. Ha, inoltre, preannunciato l’azione giudiziaria in tutte le competenti sedi.

In più fatti e circostanze sono state già denunciate alla competente Procura della Repubblica, e gli atti sono stati avocati dal Procuratore Generale.

Vittime del dovere News ONA: le dichiarazioni di D’Onofrio

Quando mi chiedono quanti anni ho io rispondo 41 più dodici – dice D’Onofrio eloquentemente – ho vissuto fino a 41 anni, poi il caos: dire che incomincia un calvario è dire poco

A D’Onofrio va in pezzi la salute e la vita, ma più di qualsiasi altra brucia la ferita del non poter più prestare onorato servizio per causa della malattia.

Matteo Vanzan: eroe dell’Esercito Italiano

Il nostro Caporalmaggiore fu ucciso il 17.05.2004 perchè il campo di Nassiriya fu attaccato da milizie sciite. La salma fu tumulata con gli onori militari nel piccolo paese Camponogara presso Venezia. Il corteo fu salutato da ali di folla, e guidato dal Generale di Corpo D’Armata, Roberto Fenu.

Enzo Vanzan: il ricordo della memoria del figlio

Matteo Vanzan era un giovane fuciliere dei lagunari, un corpo speciale dell’Esercito Italiano. Questo reggimento è stato sconvolto dall’epidemia di mesoteliomi, che hanno già procurato la morte di Sarti Lauro, Raineri Mauro e Cattozzo Ferdinando.

Questa strage di mesoteliomi reggimento lagunari ha reso necessaria l’azione giudiziaria dell’ONA, per la tutela dei diritti dei familiari. Anche in questo caso il Ministero nega il diritto delle vittime.

Il padre di Matteo Vanzan invece parla di cosa è stato riconosciuto e cosa no. “A mio figlio è stato riconosciuto quasi tutto. La nostra battaglia è con l’INPS”.

Matteo Vanzan e la difesa dell’Avv. Ezio Bonanni

L’avvocato Bonanni a tal proposito più volte durante la puntata ricorda che spesso le maggiori resistenze provengono dagli enti previdenziali. Ma queste prestazioni non esauriscono il diritto delle vittime al risarcimento. Per cui l’Avv. Ezio Bonanni ha agito con la richiesta del risarcimento dei danni subiti prima di tutto da Matteo Vanzan, poi dal padre.

Matteo Vanzan

L’Esercito Italiano e il Ministero della Difesa avevano l’obbligo giuridico di evitare la morte di Matteo Vanzan, perchè avrebbero dovuto proteggerlo. La loro azione è stata negligente, perchè hanno esposto i nostri militari nel campo di Nassiriya a questo secondo attacco, dopo quello del 2003. Nel corso dell’attacco al campo, nel quale persero la vita 12 Carabinieri, 5 soldati dell’Esercito e 2 civili , vi furono degli errori. Il Ministero della Difesa e i Generali comandanti avrebbero dovuto evitare che i Carabinieri stazionassero nei pressi del luogo nel quale era conservato l’esplosivo.

Infatti, per le morti del 12.11.2003, è stato condannato a risarcire le vittime il Generale dell’Esercito Bruno Stano. L’ONA e l’Avv. Ezio Bonanni vogliono che questi principi siano applicati anche per il caso Vanzan.

Pertanto, alla luce di alcuni precedenti specifici, sussiste il fondamento dell’azione di risarcimento del danno intrapresa dall’Avv. Ezio Bonanni.

Enzo Vanzan e la sua odissea giudiziaria

L’odissea di Enzo Vanzan inizia quando scopre che non è stato in realtà riconosciuto tutto in termini di risarcimento. Matteo Vanzan

Nessun rimborso può risarcire la vita di un figlio, lo sa bene un padre. Ma la Memoria e il giusto riconoscimento possono onorare una vita spesa per gli altri.

E proprio di senso dell’onore parla in conclusione il presidente dell’ONA, ricordando una strage silenziosa che si vuole occultare. “Onoriamo le leggi, questo basterebbe a risarcire le vittime. Le lacune ci sono ma gli uffici amministrativi possono ovviare senza problemi.

C’è un principio – continua – il risarcimento della vittima. C’è la legge del riconoscimento della vittima del dovere. Le leggi ci sono e vanno applicate”.

Carlo Calcagni: il Colonnello

L’ONA News TV ha acquisito dal colonnello Calcagni la documentazione che dimostra che è stato contaminato. 28 metalli pesanti sono nel suo corpo, e 2 sono radioattivi.vittime del dovere ONA News

ONA notiziario amianto aveva approfondito gli effetti cancerogeni e del programma vaccinale con:

Già il Prof. Giancarlo Ugazio dimostrò il potenziamento tra cancerogeni e metalli tossico nocivi. Anche con riferimento alle esposizioni da uranio impoverito. Per approfondimenti: 

Lo stesso Prof. Giancarlo Ugazio ha redatto la relazione sulle condizioni del Sig. Carlo Calcagni e ha confermato che è stato contaminato per motivi di servizio. In più, il Prof. Ugazio ha dimostrato che queste multiple esposizioni hanno comportato la c.d. sensibilità chimica multipla:

Riconducibilità all’esposizione nei teatri di guerra

Dalle conclusioni della Relazione medica dell’ultimo ricovero del Colonello Calcagni nel Centro di Altissima Specializzazione Estero Breakspear Medical.

Il Colonnello Calcagni: i sintomi

“I sintomi del Signor Calcagni sono iniziati molto distintamente in relazione al suo impiego nei Balcani come pilota di elicotteri, poiché è stato contaminato durante questo lavoro, nella misura tale da aver interferito con la sua capacità genetica di disintossicare.

Questo ha portato ad una maggiore sensibilità come la sensibilità alimentare e chimica, come documentato nei riferimenti del dottor Martin Pall, come fornito nelle informazioni allegate sulla sensibilità chimica multipla“.

La diagnosi di sensibilità chimica multipla

L’Avv. Ezio Bonanni e il Prof. Giancarlo Ugazio sono autori della pubblicazione “+++” (Minerva medica Torino gennaio 2011).

Infatti, il caso di Carlo Calcagni, è proprio quello tipico di sensibilità chimica multipla: 

“I risultati degli esami clinici e strumentali hanno rivelato una percezione sensoriale anormala, scarso equilibrio e un marcato tremore, problemi neurologici e caratteristiche parkinsoniane, come descritto sopra.

Come risulta dai risultati degli esami effettuati sulla raccolta di campioni biologici e dai risultati dell’esame fisico, questi mostrano un notevole deterioramento neurologico dal 2015.

Conclusioni: prova della sensibilità chimica multipla

Ora devo allegare l’ultima relazione del dottor Julu, la cui conclusione è citata in precedenza. In tale contesto, il dr. Julu ha sottolineato che Calcagni è affetto da disautonomia che è peggiorata.

Il sistema nervoso autonomo è parte della base del cervello ed è molto chiaro che in questo, c’è deterioramento.

Miglioramenti registrati dal Dott. Julu nella respirazione

Anche se c’è un miglioramento, come ha registrato il dottor Julu, nell’analisi respiratoria della CVT a livello del tronco encefalico, e questo è una conseguenza del sostegno terapeutico a cui il Signor Calcagni è sottoposto quotidianamente

Tuttavia, ha problemi del sistema nervoso centrale e non è in grado di guidare una bicicletta a causa della mancanza di equilibrio e limitazioni nelle sue capacità a causa degli effetti neuromuscolari della sua condizione.
Può usare un triciclo perché c’è un migliore controllo del suo equilibrio su questo.

Per quanto riguarda il suo corpo, tutti e quattro gli arti sono affetti da anomalie neurologiche, come documentato nella documentazione da me redatta e dal dottor Julu, e ha segni frequenti e moderati di atassia.

La discinesia che ha è dovuta al Parkinsoniano. Al Signor Calcagni è stato raccomandato di avere un sostegno terapeutico per la riduzione delle anomalie rilevate e le infusioni parenterali che sono state descritte in precedenza.

Abbiamo anche prescritto un supporto terapeutico per il parkinson, che è molto ben supportato nella letteratura, e sono allegati riferimenti che illustrano questo, così come le informazioni sul morbo di Parkinson.
Il Signor Calcagni è stato sottoposto, in Italia, ad esami che hanno accertato l’ipopituitarismo di cui è affetto.

La compromissione della funzione ipofisaria

I test sono stati effettuati per dimostrare che la funzione ipofisaria è stata compromessa e la terapia sostitutiva è assolutamente necessaria per tutti gli organi finali che sono sotto il controllo ipofisario: i sistemi tiroidei e
adrenogenitali.

Se il suo trattamento fosse sospeso, sarebbe estremamente rischioso per la stessa vita del paziente a causa del peggiorare delle caratteristiche del morbo di Addison, ipotiroidismo e debilità generale, e quindi il suo trattamento non deve essere fermato.

La sospensione di tale trattamento è medicamente controindicato.
Si prega di non esitare a contattarmi se avete bisogno di ulteriori informazioni”, (Dr. Jean Monro Direttore Medico GMC).

L’avv. Ezio Bonanni e la Commissione Parlamentare d’Inchiesta

L’Avv. Ezio Bonanni è stato sentito dalla Commissione Parlamentare d’Inchiesta dell’uranio impoverito in data 06.12.2017:

L’effetto delle radiazioni e delle nanoparticelle

L’ONA tutela la salute dei militari ed è fondamentale proteggerli da tutti i rischi. Tra queste, l’esposizione a nanoparticelle di metalli pesanti, piuttosto che radiazioni ionizzanti.

Il proiettile uranio impoverito è stato ampiamente utilizzato. Questi proiettili provocano un’elevata temperatura, quasi 3.000 gradi, per cui, tutto si polverizza. La potenza distruttiva di questi proiettili dipende proprio dal fatto che scatenano una elevata temperatura.

Proiettile uranio impoverito

Ciò è dovuto alle modalità di fabbricazione di questo proiettile DU, che contiene anche una percentuale di plutonio.

In questo modo, si viene a creare una elevata temperatura. Nell’impatto, l’esplosione dell’uranio e plutonio, scatena la reazione a catena. La temperatura si eleva fino a 2.500 gradi. Anche la corazza del carro armato è penetrata, e il carro armato è distrutto. Le nanoparticelle di metalli pesanti e le stesse radiazioni, contaminano il territorio. Nei vari teatri balcanici, e in quello del Golfo Persico, i nostri militari sono stati esposti a queste sostanze.

Proiettili uranio impoverito: capacità distruttiva

Il fatto stesso che l’uranio impoverito si dissolve nell’aria, provoca la contaminazione e, quindi, l’esposizione. Come rappresentato in questa foto, perfino i più potenti carri armati sono distrutti.

Esplosione carro armato

La foto a margine dimostra questa condizione di elevata distruttività dei proiettili. In particolare, quelli di 30 cm in dotazione agli aerei americani A-10. 

Il meccanismo di funzionamento prevedeva che, dopo 4 proiettili normali o al tungsteno, le quattro mitragliatrici, utilizzassero un proiettile DU.

Il Colonnello Calcagni è stato esposto all’uranio impoverito, come confessato dallo stesso Ministero.

vittime del dovere ONA News

Come si vede dal documento confessorio, vi è la prova delle ragioni del Colonnello Calcagni. 

ONA notiziario amianto pubblica, in esclusiva, le prove schiaccianti. Queste prove inchiodano alle loro responsabilità il Ministero della Difesa. Non è intenzione del Colonnello rinnegare il suo essere soldato e, quindi, il sacrificio per la patria. 

Lui ha accettato consapevolmente di poter morire per la patria, ma non certo di essere contaminato. Soprattutto, non può accettare che, ad essere coinvolti pesantemente, siano anche i suoi familiari. Soprattutto, la moglie e i figli.

Ma, ancora, nel corso della trasmissione, il Colonnello ha dichiarato di voler contribuire, in modo decisivo, all’impegno dell’ONA in favore delle vittime e dei familiari. La preoccupazione del Colonnello, è proprio quella dell’abbandono delle vittime.

Il Colonnello: tutelare gli orfani anche non a carico

Questo abbandonare le vittime, in particolare gli orfani, ed è stata ricordata l’orfana Dott.ssa Renata Tiraferri Roffeni, non può essere da lui condivisa. Così, vale per tutti gli altri orfani ed, allora, bisogna fare fronte comune. Non solo la prevenzione primaria e secondaria, ma, anche, la prevenzione terziaria, gli indennizzi e i risarcimenti.

I Ministeri, tra cui il Ministero della Difesa, possono rigettare la domanda in caso in cui la prestazione sia già erogata al congiunto della vittima. Questa tesi si avvale di art. 6 della L. 466/1980 e di SS.UU. 22753/2018.

Tuttavia entrambe le normative non sono applicabili nel caso di figlio di vittima del dovere non a carico fiscale. Questa tesi è sostenuta dall’Avvocato Bonanni ed è ribadita da diverse Corti di merito.

Per esempio la Corte di Appello di Genova, in funzione di Magistratura del lavoro, n. 575/2019 ha ritenuto non applicabile l’art. 6 della L. 466/1980 perché fa riferimento alla sola speciale elargizione.

A tal proposito, la Corte di Cassazione, in Civile Ord. Sez. 6 Num. 15224 del 2021, ha precisato che, in merito alla questione, non ha ancora assunto una posizione.

Per questo motivo, l’Osservatorio Nazionale Amianto continua la sua azione di tutela.
Perciò invita tutti gli orfani di vittima del dovere non a carico, a proseguire nelle loro richieste e ad impugnare le sentenze risultate negative.

Carlo Calcagni: documento sconcertante. La resa dei conti

Carlo Calcagni è Colonnello del Ruolo d’Onore dell’Esercito Italiano. Nel corso del suo servizio, è stato paracadutista, pilota ed istruttore di volo di elicotteri. Nel corso della missione di peacekeping in Bosnia, è stato contaminato da sostanze tossiche e radioattive.

vittime del dovere ONA News
Colonnello Carlo Calcagni, un eroe ma soprattutto un uomo sempre accanto alla popolazione.

Nel suo corpo sono stati trovati 28 metalli pesanti tra cui due radioattivi. Ciò risulta essere stato accertato dal Dott. Pasquale Montilla e confessato dall’amministrazione.

Tuttavia, il Ministero della Difesa in uno sconcertante documento a firma di un alto ufficiale, che ONA notiziario amianto pubblica in esclusiva, aveva, addirittura, negato lo stato di servizio del militare.

Pubblichiamo, ora, questo documento, per dimostrare, in modo documentale, che, in realtà, quanto dichiarato in quella sede non corrisponde al vero.

Come dichiarato dal Colonnello, il documento è stato successivamente revocato. Ci chiediamo se ora il Ministero ha intenzione di fare luce su questa vicenda, e di avviare un procedimento disciplinare a carico del responsabile.

Il Colonnello Calcagni ha un motto che condivide anche l’Avv. Ezio Bonanni: “mai arrendersi”.

vittime del dovere ONA News

Quindi, l’ONA chiederà lumi al Ministro della Difesa. Rimaniamo, quindi, in attesa di sapere anche le ragioni per le quali il Colonnello non è stato, ancora, risarcito. Infatti, aveva chiesto la liquidazione, anche a titolo simbolico, di 1 euro.

Vittime del dovere ONA news: il senso dell’onore 

Tuttavia, l’Avvocatura dello Stato si ostina ancora a smentire la verità dei fatti, perfino l’avvenuto riconoscimento.

Infatti, nel corso della trasmissione, il Colonnello ha ripercorso tutta la storia del suo procedimento amministrativo. Prima, il riconoscimento di causa di servizio, poi dello status di equiparato alle vittime del dovere. Infine, di ottenere gli stessi diritti che spettano alle vittime del terrorismo.

Colonnello Carlo Calcagni

Il Colonnello Calcagni si è molto rammaricato per il comportamento del militare che ha sottoscritto l’atto poco veritiero che, poi, è stato revocato. Ha ritenuto questo comportamento contrario all’onore militare.

È importante il concetto di onore militare, e, specialmente per la questione amianto, le Forze Armate hanno smarrito il senso della lealtà, che pure, li ha sempre caratterizzati.

Nel frattempo il Colonnello Calcagni si vede negati i diritti al risarcimento del danno. Il Colonnello Calcagni non intende promuovere il giudizio di risarcimento, contro quella stessa Forza Armata per la quale ha servito, e che ha definito la sua seconda famiglia.

Nella toccante lettera che il padre del colonnello, Sig.  Antonio Calcagni ha scritto al Presidente della Repubblica e che ONA notiziario amianto pubblica in esclusiva, l’Esercito è definito la seconda famiglia.

L’azione dell’ONA per avere chiarezza

L’ONA chiede chiarezza al Ministero della Difesa, in seguito alle dichiarazioni del Colonnello Calcagni, urge un immediato confronto.

Si ritiene infatti molto grave che in una nota sia stato negato il ruolo e le attività del colonnello Calcagni e che ancora a tutt’oggi egli sia ancora privo del risarcimento del danno.

Quindi, l’ONA insiste anche per la tutela dei familiari. Anche i familiari di coloro che sono dipendenti del Ministero hanno dei danni alla salute e devono ricevere tutela.

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Numero verde ONA

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