Dopo aver messo in salvo il bambino il Vigile del Fuoco resta invalido
Era il 7 marzo del ’79 quando, improvvisamente, crollò una parte di un edificio abbandonato nel quale giocavano un gruppo di bambini. Riuscirono a mettersi in salvo tutti tranne Maurizio Sardella che allora aveva solo sette anni.
Vennero chiamate immediatamente le Forze dell’Ordine, tra cui i Vigili del Fuoco, uno di questi, Gaetano Rinaldi, riuscì a estrarre il bambino dalle macerie ma vi fu un secondo crollo.
Le macerie seppellirono i soccorritori che, fortunatamente, se pur feriti, riuscirono a salvarsi. Il Vigile del fuoco fece da scudo con il suo corpo al bambino e lo portò, poi, dai genitori.
Il vecchio edificio allora in via Bovio a Bari era stato più volte segnalato da molti perché spesso i ragazzi giocavano e accendevano falò all’interno. Precedentemente a questo episodio, già tre volte i vigili erano intervenuti per piccoli cedimenti.
I varchi, più volte murati dai proprietari, spesso, erano riaperti dai ragazzi come nel caso di Maurizio e gli altri.
“In seguito al crollo e al salvataggio del bambino mio padre rimase traumatizzato” dichiara Ivan, il figlio di Rinaldi durante l’intervista.
Il collo psicologico: una vita per una vita
Un bambino che viene messo in salvo, la paura, le macerie e l’evento catastrofico che si lega con la circostanza di un’altra vita. Quella di Gaetano che salvò Maurizio dalle macerie.
Per dovere, per morale, per amore. Non importa il perché ma l’azione, la sua volontà, i fatti che lo hanno portato a svolgere il suo lavoro senza paura e nel modo giusto.
Circostanza che lo porterà poi, al crollo psicofisico. Una morte in vita. Una “vita” passata in un letto, imbottito di psicofarmaci e sottoposto a continui ricoveri in cliniche psichiatriche e cure farmacologiche.
Un figlio, il suo, rimasto senza padre perché era ormai un essere inerme e senza parole. Senza un “volto”. Non avendo nonni Ivan crebbe solo con la madre: “Papà stava in casa ma non c’era, non ho avuto figure maschili di riferimento, un padre a cui chiedere un consiglio o che mi stesse vicino, all’epoca dell’incidente ero un bambino”.
Quando lo chiamai Ivan era al parco con i suoi due figli di cui si occupa molto: “Non aver avuto un padre mi ha fatto capire quanto i bambini abbiano bisogno di questa figura nella loro vita, una presenza che a me è mancata molto”.
La causa e la richiesta di “Vittima del Dovere”
La causa per ottenere la pensione è durata 11 anni e si è conclusa nel 2011 con il riconoscimento della pensione privilegiata. Come riporta la documentazione medica presentata dall’avvocato, il Vigile del Fuoco era affetto da “stato ansioso reattivo” che ne ha determinato l’inidoneità al servizio.
Dopo anni di terapie e ricoveri Gaetano è peggiorato fino ad arrivare alla “Sindrome delirante cronica grave reattiva e alla Sindrome da morbo di Parkinson”.
Era il 29 agosto del ’79 quando Gaetano presentò la domanda amministrativa al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Bari per ottenere il riconoscimento della causa di servizio per lo “Stato ansioso depressivo” che lo aveva colpito dopo l’incidente del crollo dell’edificio.
Il caso, più volte portato all’attenzione del Comitato per le Pensioni privilegiate ordinarie, che non riconobbero inizialmente la sua patologia legata al trauma subito nell’orario lavorativo. Solo nel 2011 riuscì ad ottenere la pensione e ora, dopo anni, ha deciso di rivolgersi all’avvocato Ezio Bonanni per depositare la domanda di riconoscimento dello status di Vittima del Dovere.
Sia la giurisprudenza delle Sezioni Unite 7761/17, sia il parere del Consiglio di Stato sanciscono il divieto di lesione dei diritti delle vittime, la discriminazione tra vittime e la lesione dei loro diritti (ex artt. 20 e 21 della Carta di Nizza).
Situazioni uguali non possono e non devono ricevere trattamento diverso, in ragione della diversità della tipologia e del contesto delittuoso.
Pertanto, le domande oggetto della presente controversia costituiscono un atto doveroso di giustizia sociale per quanti, nella preservazione delle libertà fondamentali e delle istituzioni del Paese, hanno subito conseguenze drammatiche. Stessi diritti sia per le Vittime del Dovere sia per quelle del terrorismo.
I diritti dei vigili del fuoco: commento dell’avv. Ezio Bonanni
La redazione dell’ONA Notiziario – Notiziario Sull’Amianto, ha chiesto un commento all’avv. Ezio Bonanni in ordine ai diritti dei vigili del fuoco.
Questa problematica è stata già affrontata dall’associazione anche attraverso ONA TV. Ovvero, la trasmissione che sensibilizza il pubblico su numerose problematiche.
Nel dicembre del 2016, presso l’Istituto superiore Antincendi, si è tenuto il convegno “Angeli del soccorso senza tutela; Vigili del Fuoco a rischio esposizione”. Sono intervenuti, tra gli altri anche:
- Avv. Ezio Bonanni, presidente Osservatorio Nazionale Amianto;
- Dott. Costantino Saporito, coordinamento nazionale Usb vigile del fuoco;
- Dott. Gabriele Miele, coordinamento nazionale Usb vigili del fuoco – Osservatorio Bilaterale Salute e Sicurezza, Ambienti di Lavoro;
- Dott.ssa Sabrina Melpignano, psicologa e psicoterapeuta;
- Dott. Carmine Luigi Roma, oncologo e membro del Comitato Scientifico Ona “Percorso clinico diagnostico del paziente”.
In quell’occasione, fu affrontato il tema del rischio amianto per i componenti del corpo dei vigili del fuoco.
Inoltre, nel tempo l’ONA ha ottenuto significativi risultati nella tutela dei vigili del fuoco amianto. Come il caso del Vigile del Fuoco deceduto a causa del mesotelioma, a cui è stato riconosciuto lo status di vittima del dovere, proprio grazie all’associazione.
Nel corso del decimo episodio di ONA TV presentata da Massimo Maria Amorosini, giornalista e conduttore televisivo, è stato trattato il tema della sicurezza sul lavoro per quanto riguarda i vigili del fuoco.
Le attività dei vigili del fuoco sono quelle più a rischio. Non solo amianto e altri cancerogeni, ma anche il crollo di edifici, se fatiscenti. Proprio come è accaduto per Gaetano Rinaldi.
Il fatto stesso che sia stato riconosciuto vittima di malattia professionale per causa di servizio, gli da diritto anche al riconoscimento di vittima del dovere.
Infatti, i vigili del fuoco si sono trincerati sulla prescrizione. Per questo abbiamo rimarcato che invece lo status di vittima del dovere è imporescrittibile.
Quindi, l’imprescrittibilità dei diritti delle vittime del dovere è un punto chiave che l’ONA continua a portare avanti.
Ora sul caso di Gaetano si dovrà pronunciare il Tribunale di Bari. Intanto però l’ONA continua a tutelare le vittime del dovere così come le vittime amianto.