Victoria boliviana è la ninfea gigante conservata alla Waterlily House di Kew (Londra) per 177 anni, appartiene a una nuova specie botanica.
Vittoria: la ninfea gigante della regina
La ninfea gigante in questione ha preso il nome dalla regina Vittoria d’Inghilterra nel 1837.
Fino a qualche tempo fa, si riteneva che fosse una variante della specie “Victoria amazonica”.
Oggi, un team di esperti mondiali in scienza, orticoltura e arte botanica, guidato da Lucy Smith dei Royal Botanic Gardens, ha scientificamente dimostrato che “Victoria boliviana” è una nuova specie.
Lo studio dal titolo “Revised Species Delimitation in the Giant Water Lily Genus Victoria (Nymphaeaceae) Confirms a New Species and Has Implications for Its Conservation”, è stato pubblicato su Frontiers in Plant Science.
Victoria: una ninfa da record
Ma le sorprese non finiscono qui: Victoria boliviana è ora la ninfea più grande del mondo, con foglie che raggiungono i tre metri di larghezza in natura. Più grande di un tavolo da ping-pong, per intenderci!
A detenere l’attuale record di grandezza è la ninfea conservata nei Giardini La Rinconada a Santa Cruz (Bolivia), dove le foglie sono cresciute fino a 3,2 metri.
Piacere, mi chiamo “Victoria”
Mi chiamo “Victoria boliviana” e, come si evince da nome, sono originaria della Bolivia. Cresco in una delle più grandi zone umide del mondo, il Llanos de Moxos, nella provincia di Beni (ha come capoluogo Trinidad).
Produco molti fiori all’anno, ma ognuno si schiude a sua volta, uno alla volta, e solo per due notti, con sfumature che vanno dal bianco al rosa. Ho delle foglie spinose e appuntite come lame, circolari, abbastanza forti da sostenere il peso di un bambino piccolo. Le spine lungo i bordi servono a difendermi dai pesci.
Galleggio senza problemi, nonostante le mie dimensioni, grazie alla complicata struttura di costole (le “vene” delle foglie) presenti sulla faccia inferiore, quella che poggia sull’acqua. Esse formano un reticolo al cui interno restano intrappolate delle sacche d’aria che fungono da salvagente.
La parte inferiore delle foglie è simile a un incrocio tra un ponte sospeso e il tetto di una vecchia cattedrale.
Nessun nome “locale” per me
Gli indigeni hanno da tempo nomi locali per altre le due specie conosciute: “auapé-yaponna“, per Victoria amazonica, che usano per fare una tintura per capelli nera, e “yrupé“, “yacare yrupé” o “naanók lapotó” per Victoria cruziana, i cui semi possono sostituire il mais. Per me niente nome, proprio perché pensavano fossi una variante delle specie già note.
Sono raffigurata nello stemma della Guyana.
Come si è arrivati alla scoperta
A sospettare dell’esistenza di una terza specie del genere Victoria (insieme a V. amazonica, V. cruziana), è stato Carlos Magdalena, un esperto mondiale di ninfee e uno degli orticoltori botanici senior dell’erbario di Kew, (quartiere di Londra situato nel distretto di Richmond upon Thames).
Ricostruiamo la storia
Nel 2016, le istituzioni boliviane del Giardino Botanico di Santa Cruz de La Sierra e dei Giardini La Rinconada, avevano donato una collezione di semi di ninfea giganti della “presunta” terza specie all’erbario londinese.
Osservando la ninfea crescere fianco a fianco con le altre due specie di Victoria, Magdalena notò delle evidenti differenze, sia nella distribuzione delle foglie appuntite, sia nella forma dei semi, oltre ad altri interessanti dettagli.
Da lì, ha iniziato a fare ricerche nei giardini botanici della Bolivia.
Un rompicapo durato 177 anni
Nel 1832, Victoria amazonica fu la prima specie ad essere nominata nel suo genere.
«A causa della mancanza di dati, non siamo mai stati in grado di fare confronti con nessuna nuova specie trovata da allora, un fattore che ha portato all’originale errata identificazione del nuovo Ninfea»- affermano gli studiosi.
Per via delle loro dimensioni, queste ninfee sono state alquanto difficili da raccogliere, conservare e studiare.
Tuttavia, i ricercatori di Kew sono stati finalmente in grado di ottenere campioni di DNA e li hanno comparati con quelli di alcuni esemplari freschi delle altre specie.
Hanno anche usato i dati pubblicati sull’attività genomica e genica su V. cruziana. L’analisi genetica ha trovato inserzioni e delezioni del DNA nei cloroplasti.
Risultato?
L’esito delle analisi ha confermato che V. boliviana è una nuova specie distinta dalle altre due.
«Descrivere nuove specie è fondamentale per gli sforzi di conservazione di fronte alla perdita di biodiversità e ai cambiamenti climatici» afferma soddisfatto Magdalena.
Una meraviglia della natura
Carlos Magdalena, ha poi descritto la pianta come “una delle meraviglie botaniche del mondo”.
«È assurdo che una pianta di queste dimensioni, con questo livello di fama, sia stata scoperta solo nel 2022».
«È una cosa abbastanza insolita. Evidenzia che potrebbero esserci tantissime altre varietà sconosciute e che, alla fine, sappiamo ben poco del nostro mondo naturale». Afferma l’esperto.
Victoria è anche un’opera d’arte
Lucy Smith, artista botanica freelance che collabora con l’erbario di Kew da oltre venti anni, ha creato delle stupende illustrazioni scientifiche della nuova ninfea Victoria.
Dal momento che i fiori delle ninfee giganti si aprono solo al crepuscolo, l’artista ha passato intere notti sveglia nelle serre dell’erbario, per disegnare e dipingere i fiori della meravigliosa variante.
Poi, qualcosa ha attirato particolarmente la sua attenzione!
La nuova pianta somiglianza in maniera impressionante a quella disegnata nel 1845 dall’ artista botanico dell’erbario di Kew, Walter Hood Fitch, che aveva ritratto un esemplare raccolto in Bolivia.
Alla fine, la ninfea gigante dei giardini di Kew si è rivelata essere la stessa specie sconosciuta e segnalata come nuova specie da Fitch.
Piccola curiosità: l’erbario di Kew è l’unico posto al mondo in cui tutte e tre le specie del genere Victoria – amazonica, cruziana e ora boliviana – possono essere viste fianco a fianco.
Fonti
Frontiers in Plant Science