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lunedì, Marzo 17, 2025

L’amianto colpisce le vie urinarie, 500mila euro a un vetraio

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L’amianto è causa anche di tumori uroteliali. Lo ha riconosciuto il Tribunale di Pisa. Il giudice del Lavoro, Rossana Ciccone, ha condannato l’Inail a concedere la rendita per malattia professionale a un vetraio.

L’uomo, T.C. sono le sue iniziali, 73 anni, residente a Pisa, a causa dell’esposizione all’asbesto sul luogo di lavoro, nel 2015 ha contratto un carcinoma uroteliale bilaterale ed è stato sottoposto a due interventi chirurgici invalidanti. L’Inail aveva, però, respinto la sua istanza amministrativa per ottenere la rendita perchè non riconosceva il nesso causale tra l’esposizione all’asbesto e la patologia.

Rendita a vetraio, Bonanni: “Sentenza storica”

“La sentenza è storica – ha dichiarato il presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, l’avvocato Ezio Bonanni – l’amianto è stato ritenuto killer anche per i tumori delle vie urinarie. Gli specialisti hanno trovato le sue fibre nelle urine dei lavoratori e nei carcinomi che hanno colpito l’operaio. Quindi la nostra prova scientifica è stata fondamentale per inchiodare l’Inail ai suoi obblighi. Ci attendiamo ora che i malati alle vie urinarie, e i familiari dei deceduti per queste malattie, ottengano il giusto riconoscimento previdenziale”.

Vetraio a contatto con l’amianto

Il 73enne, dal giugno del 1971 aveva svolto le mansioni di magazziniere, movimentando materiali in amianto e in eternit. Dal ’74 al ’79, aveva lavorato in siti nei quali l’amianto era interposto tra le strutture metalliche e i manufatti di vetro. Sospettando fortemente che fosse proprio il minerale cancerogeno la causa del suo male, si è rivolto all’Ona e al suo presidente. L’avvocato Bonanni è riuscito a vincere il ricorso dimostrando il nesso di causalità ed ha ottenuto per il suo assistito anche 500mila euro di arretrati.

Il giudice del Lavoro del Tribunale di Pisa, Rossana Ciccone ha riconosciuto un’invalidità del 70% all’operaio. Ha condannato l’Inailcorrispondere la rendita.

Fibre di asbesto nei tumori uroteliali

Il magistrato ha accolto le conclusioni del consulente tecnico d’ufficio. Il ctu ha sottolineato che: “nel settore vetrario, l’amianto, insieme alle leghe con arsenico e cadmio, veniva utilizzato per la componentistica dei forni e di tutte le altre strutture, per i presidi per la protezione individuale (guanti, tute, cappucci), per foderare gli utensili, per l’impasto vetroso”. Il ctu ha evidenziato che “l’operaio fu esposto all’asbesto per tutta la durata della sua attività lavorativa”. Ha spiegato, inoltre, che la letteratura scientifica ha provato la presenza di fibre di asbesto nei tumori uroteliali.

L’Ona fornisce assistenza alle vittime dell’amianto, sia medica che legale. Però, negli anni, ha anche affiancanto la ricerca. Sia nella cura delle patologie asbesto correlate. Sia nella dimostrazione del nesso causale tra l’amianto e diverse altre malattie rispetto a quelle originariamente riconosciute dall’Inail. Prima, infatti, l’Inail riconosceva soltanto il mesotelioma e l’asbestosi come conseguenza dell’amianto e concedeva i benefici solo alle vittime di queste patologie. I medici inviano i casi di mesotelioma, infatti, all’Inail per la registrazione dal 1992. L’ultimo rapporto ReNaM, il settimo, è dello scorso anno.

Negli anni, invece, gli scienziati hanno dimostrato che la fibra killer provoca molte altre neoplasie. Così sempre più persone hanno potuto accedere ai benefici amianto. Ora, come spiegato ne “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022“, sono 3 le liste di malattie dell’Inail correlate con questo minerale. Per completare la mappatura dei siti contaminati l’Ona ha realizzato anche una App.

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