Un verme che mangia la plastica. Una scoperta che potrebbe essere determinante per preservare l’ambiente dall’inquinamento di un materiale di cui in questi ultimi decenni abbiamo abusato. Tanto da aver ricoperto intere aree. Per non parlare di tutta la plastica che finisce nei mari, crea danni enormi agli animali e che ritroviamo nei nostri piatti.
Le larve dello Zophobas morio, così si chiama l’animaletto non certo carino, possono nutrirsi e digerire il polistirene. Un materiale che per distruggersi impiega anni e che invece, il vermetto, mangia in pochi giorni e riesce anche a trovarne nutrimento.
La ricerca della School of Chemistry and Molecular Biosciences
Da qui è partita la ricerca degli scienziati della School of Chemistry and Molecular Biosciences dell’università di Queensland, in Australia. Le piccole larve si nutrono di diversi alimenti, dal frumento ai cereali.
Nell’esperimento gli studiosi hanno diviso i vermi in 3 gruppi. Al primo hanno dato frumento, al secondo il polistirolo e al terzo nulla da mangiare. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Microbial Genomics. Il verme a contatto con il polistirolo è cresciuto addirittura di più rispetto agli altri. Riesce, infatti, a prendere energia dal polistirene, grazie ai microbi che si trovano al loro interno.
Gli studiosi hanno scoperto che questi piccoli animaletti hanno degli enzimi che sono in grado di “degradare il polistirene e lo stirene”.
Verme mangia plastica, come utilizzare la scoperta?
La scoperta è eccezionale e partiranno ora nuovi studi per capire come poterla sfruttare. Impossibile infatti pensare di dare tutta la plastica in pasto a milioni di larve. È necessario, invece, capire qual è il processo di degradazione del polistirolo. Isolare le sostanze che permettono la veloce decomposizione e utilizzare il sistema per liberarci di un problema che mette a serio rischio la salute del Pianeta.
L’Osservatorio nazionale amianto e il suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, lavorano da tempo per la tutela dell’ambiente. Prima spingendo per le bonifiche dell’amianto, in forte ritardo, nonostante il minerale cancerogeno sia stato messo al bando ben 30 anni fa.
La missione dell’Ona si è negli anni ampliata alla lotta contro altri cancerogeni e per la sicurezza non soltanto dei lavoratori, ma di tutti i cittadini.