Maria Elena Bottazzi, insieme al suo collega Peter Hotez, ha sviluppato il Corbevax: un vaccino contro il Covid-19 efficace ed economico. Insieme agli scienziati che lavorano con lei, ha deciso di donare la sua scoperta all’umanità. Per questo una deputata americana ha proposto la scienziata italo-honduregna per il Premio Nobel per la pace.
Una candidatura che l’ha resa felicissima. Su Twitter ha ringraziato i tantissimi italiani che le hanno inviato un messaggio sottolineando come sia un privilegio davvero speciale poter aiutare i Paesi più poveri.
I dati già raccolti dimostrano che il vaccino è efficace all’80% per le varianti Alfa, Beta e Delta e anche i dati (non ancora definitivi) relativi alla Omicron lasciano ben pensare.
Vorbevax, vaccino facile da produrre ed economico
La docente al Baylor College of Medicine di Houston, che gestisce con Hotez il Texas Children’s Hospital Center for Vaccine Development, ha sviluppato un vaccino facile da produrre perché sono state utilizzate metodiche conosciute da tempo e non ha bisogno della catena del freddo. Se questo non bastasse è molto economico, meno di due euro a dose e come già spiegato non è coperto da brevetto.
La proposta di moratoria temporanea dei brevetti sui vaccini era stata bocciata, nonostante l’appello arrivasse da più parti. Lo avevano chiesto l’India e il Sudafrica, perfino Papa Francesco e cento premi Nobel ed ex capi di Stato.
Eppure vaccinare i Paesi più poveri non è soltanto una questione di giustizia. Non vaccinare, infatti, e continuare a far girare il virus comporta il rischio delle varianti, per le quali potremmo non essere preparati. Ognuna porta con sé, inoltre, anche un danno economico imponente.
La richiesta di candidatura per i due scienziati al comitato di Oslo è partita da una deputata americana dell’area di Houston. “Da anni – ha detto – lavorano per la fraternità tra nazioni e sono persone che il premio Nobel per la pace incarna e celebra”.
Fondamentale vaccinare chi vive nei paesi più poveri
Un gesto quello della scienziata e del suo collega che potrebbe davvero rappresentare la chiave di volta per fermare il Covid. Senza vaccinare i Paesi più poveri, infatti, neanche quelli occidentali possono dirsi al sicuro. E in alcune nazioni la percentuale dei vaccinati è ancora inferiore al 5%.
Apprezzamento è stato espresso anche dal presidente dell’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto, l’avvocato Ezio Bonanni, che da anni si occupa delle vittime di questo materiale killer. Assiste comunque anche chi ha subito danni dal Covid-19 e dai vaccini ad oggi in circolazione.
“Fermo restando che il sistema Paese ha tenuto, e ha fronteggiato il Covid – ha dichiarato l’avvocato Bonanni – non per questo debbono essere tralasciati i diritti delle vittime, sia del coronavirus che dei vaccini”.
“Sostengo anche io – ha dichiarato il presidente ONA – la necessità di una moratoria almeno temporanea dei brevetti, per permettere a tutti di accedere alla vaccinazione, che è sicuramente uno strumento contro la pandemia. Oltre alla questione umanitaria, infatti, è chiaro che con questo livello di globalizzazione, non possiamo pensare di tutelarci nei nostri confini e restare così al sicuro”.
L’ONA e la guerra all’amianto
L’Osservatorio Nazionale Amianto ha nella sua missione l’eliminazione dell’asbesto da tutti gli edifici in cui ancora è contenuto. Tra questo le scuole e gli ospedali. E da tutti i siti contaminati.
La fibra killer ha causato negli anni malattie e morte. Nonostante la Legge 257/1992 lo abbia messo al bando, le bonifiche non sono obbligatorie. Questo ha comportato l’esposizione all’amianto che causa, infezioni, asbestosi e tumori, tra i quali il mesotelioma (VII Rapporto ReNaM dell’INAIL).
Il fenomeno è ben delineato nell’ultima pubblicazione dell’avvocato Bonanni “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022”.