Un nuovo studio sul vaccino anti Covid lo assolve da eventi avversi. Secondo la ricerca scientifica pubblicata sulla rivista Vaccines, i vaccini non avrebbero aumentato le malattie al cuore. Sotto la lente erano diversi casi di infarti e ictus, ma anche arresti cardiaci, miocarditi, pericarditi e trombosi venose profonde.
Vaccino anti Covid, lo studio dell’università di Bologna
Per 18 mesi i ricercatori dell’università di Bologna, guidati da Lamberto Manzoli, hanno studiato la popolazione della provincia di Pescara, in Abruzzo. In particolare è stata monitorata l’incidenza di alcune gravi patologie cardiovascolari e polmonari. Naturalmente gli scienziati non hanno tralasciato fattori come l’età e il sesso dei partecipanti allo studio, così come il rischio clinico.
Nessuna crescita di malattie gravi
Il risultato che balza agli occhi è che tra i vaccinati non c’è stata una crescita di malattie gravi. Il livello di sicurezza dei vaccini che sono stati somministrati per arginare i contagi è stato confermato.
I ricercatori spiegano che è comunque importante continuare a monitorare i vaccinati nel lungo periodo e ampliare anche la popolazione di riferimento. Un’altra evidenza della ricerca è che le persone che hanno terminato il ciclo vaccinale sono più protette di chi ha avuto il coronavirus.
Scendono in Italia i contagi
Intanto scendono, nell’ultima settimana, 13-19 gennaio 2023, tutti gli indicatori del Covid in Italia. Diminuiscono i ricoveri, le terapie intensive, i contagi e i decessi. I casi sono – 38%.
I morti passano da 576 a 495, con una media di 71 al giorno. Ci sono più di 50mila positivi in meno sul territorio nazionale e diminuiscono dello stesso numero le persone in isolamento domiciliare. I numeri calano in tutte le regioni. Insomma, se in Cina la situazione sembra essere di nuovo molto grave, in Italia l’inverno non sta creando grandi problemi. Questo lo si deve anche a vaccini che hanno funzionato e alla capillare campagna vaccinale.
In Cina nella stessa settimana i morti soltanto in ospedale sono stati 13mila. Il numero non tiene conto, infatti, di tutte quelle persone che sono decedute in casa. I dati arrivano direttamente dal Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie.