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martedì, Settembre 10, 2024

Usare il biorisanamento contro l’amianto, con i funghi

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Il biorisanamento è una tecnica che si usa per ripristinare o migliorare un ambiente contaminato da sostanze inquinanti. In che modo? Appunto attraverso l’uso di organismi o processi biologici: batteri, funghi, piante o enzimi che danno il proprio contributo alla rimozione o alla riduzione della contaminazione ambientale.

Anche con l’amianto si può tentare un’opera di biorisanamento. Ci stanno provando gli studiosi dell’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante del CNR. Questi ultimi hanno analizzato la crescita di alcuni funghi del suolo in presenza di crocidolite, uno dei sei minerali di amianto, ed hanno studiato la loro capacità di estrarre ferro da questo materiale. 

I funghi infatti hanno la capacità di estrarre ferro dall’ambiente e gli studiosi hanno notato che riescono a farlo anche con ottimi risultati anche dalla crocidolite, grazie all’azione dei chelanti. La loro azione può formare una rete filamentosa molto fine, in grado di immobilizzano le fibre di amianto. E di conseguenza, in questo modo, si potrebbe risurre anche la loro capacità di disperdersi nell’ambiente circostante.

Le specie fungine più efficaci in questo senso, tra quelle testate, sono state: Fusarium oxysporum, Mortierella hyalina e Oidiodendron maiu. 

Biorisanamento, risanare l’ambiente con la natura

Il biorisanamento è considerato una soluzione sostenibile ed ecologica contro l’inquinamento ambientale. Sono 650.000 in Europa i siti contaminati registrati negli inventari nazionali e regionali. Solo il 10% di essi, però, ha concluso una procedura di bonifica. I dati sono aggiornati al 2020. I contaminanti più frequenti, come riporta il Ministero dell’Ambiente, sono oli minerali e metalli pesanti e ad oggi la procedura di bonifica più usata è quella dello scavo con successivo smaltimento fuori sito.

Il biorisanamento trova oggi molte applicazioni, ma la sua efficacia dipende ovviamente dal tipo di contaminazione, dalle condizioni del sito e dalla scelta degli agenti di intervento appropriati.

L’azione di biorisanamento contro l’amianto, sfruttando la capacità estrattiva del ferro da parte dei funghi, implicherebbe anche un secondo vantaggio, oltre alla riduzione della dispersione delle fibre. Sembra esserci anche la possibilità, infatti, che la progressiva estrazione del ferro sia in grado di modificare la superficie stessa delle fibre di amianto, che quindi potrebbero vedere anche una riduzione del loro potenziale cancerogeno.

L’azione ONA contro l’inquinamento ambientale da amianto

L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto, associazione presieduta dall’avv. Ezio Bonanni, da anni è impegnata per preservare l’ambiente e la salute delle persone. La sua è una vera e propria lotta per un ambiente più salubre. Moltissime le segnalazioni arrivate negli anni, anche ai decisori politici, sui temi più scottanti connessi all’inquinamento, al degrado ambientale e all’esposizione ai cancerogeni, che causano malattie, sofferenze e morte.

L’ONA tutela le vittime dell’amianto e di tutte le esposizioni nocive sul lavoro e nell’ambiente. Per consulenze personalizzate gratuite basta chiamare il numero verde 80.034.294.

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