Smaltimento uranio impoverito significa rimuovere l’uranio impoverito. Gli stessi residui dei proiettili all’uranio impoverito e, soprattutto evitare le radiazioni.
Queste le tesi dell’ONA e dell’Avv. Ezio Bonanni come prevenzione primaria per i nostri militari, rispetto a questo rischio. L’ONA tutela i diritti di tutti quanti i nostri militari esposti alle nanoparticelle di metalli pesanti e alle radiazioni per l’utilizzo di questi proiettili.
Uranio ed uranio impoverito: cosa sono e quali i rischi
L’uranio, in greco οὐρανός, “cielo“, è un elemento chimico, segnalato come U. Precisamente, l’uranio radioattivo è un metallo che si presenta in colore bianco-argentato ed ha caratteristiche radioattive e tossiche. Fa parte degli attinidi e, grazie al suo isotopo, si utilizza nei reattori e armi nucleari.
È possibile trovare questo metallo nelle acque, nelle rocce, nel suolo e, addirittura, anche negli organismi viventi. Questo metallo presenta le seguenti caratteristiche:
- duttilità;
- malleabilità;
- presenta una densità 1,6 volte quella del piombo;
- è piroforico, ovvero le sue particelle sono in grado di prendere fuoco in aria spontaneamente più o meno rapidamente, in dipendenza di una serie di variabili tra le quali la temperatura e l’umidità dell’aria.
L’uranio impoverito è un sottoprodotto della produzione di uranio arricchito. Sebbene la sua radioattività sia molto bassa, deve essere fisicamente protetto e può essere soggetto a garanzie internazionali.
Dove si trova uranio impoverito?
L’uranio dove si trova? Attualmente è presente in migliaia di dispositivi in tutto il mondo, nella schermatura contro le radiazioni di sorgenti radioattive sigillate, in un’ampia varietà di applicazioni, tra cui agricoltura, medicina, applicazioni industriali, trasporti, nonché altre aree tecniche e di ricerca, per proteggere gli utenti dalle radiazioni.
In più, l’uranio impoverito si utilizzò nei proiettili. L’uso dei proiettili all’uranio impoverito nei territori balcanici e nel golfo, ha provocato una vera e propria epidemia tra i nostri militari. Nella scheda tecnica sui proiettili all’uranio impoverito, sono state identificate le ragioni del rischio. Nella quarta puntata di ONA TV, “Uranio impoverito, la dura battaglia dei militari italiani“, si approfondisce questo rischio.
Le fonti in disuso dell’uranio e la loro gestione
Tra i vari dispositivi che lo contengono, vi sono anche i macchinari per la terapia del cancro. Quando le apparecchiature non emettono più radiazioni sufficienti per lo scopo previsto, rimangono radioattive e devono essere correttamente gestite come “fonti in disuso”.
Ma cosa succede al resto della macchina, che può contenere uranio impoverito? La sorgente radioattiva sigillata in disuso (DSRS) continua ad essere pericolosa, perché l’accumulo di prodotti derivati dal decadimento di questi isotopi, aumenta la radiazione totale emessa dal materiale.
Gestione sorgente radioattiva sigillata in disuso (DSRS)
Esiste una vasta gamma di opzioni per la gestione del DSRS, come il riciclaggio, il trasferimento nei centri appositi (a pagamento), lo stoccaggio e lo smaltimento, ma nessuna ci convince.
Riciclaggio e smaltimento uranio impoverito
L’uranio impoverito è un metallo, il meccanismo di azione, in particolare nei proiettili, è stato già specificato. Il problema è anche quello dello smaltimento dell’uranio in sé.
Le caratteristiche dell’uranio, hanno permesso il riciclaggio di ciò che in realtà è un rifiuto delle centrali nucleari per la produzione di oggetti di varia natura.
Oltre alla questione dello smaltimento uranio impoverito, si pone quella del riciclaggio. In sostanza, si ricicla l’uranio invece che smaltirlo. L’ONA, che è consapevole dei danni uranio, insiste, invece, per lo smaltimento uranio impoverito.
Occorre osservare, infatti, che il Governo USA ricicla l’uranio per risolvere i problemi di stoccaggio. Per cui, lo cede gratuitamente, in particolare all’industria bellica che, così, ha la disponibilità di uranio in quantità elevate a costo zero.
Infatti, è proprio l’industria bellica americana ad avere a disposizione grosse quantità di uranio, che, poi, è utilizzato per i proiettili uranio impoverito.
Il materiale radioattivo, alla fine del suo ciclo dovrà essere collocato in depositi definitivi per tali scorie e rifiuti, ma ad oggi non esiste un luogo adibito a tale processo. Che fare dunque?
Una soluzione “furba”: uranio anche ai civili
Dagli anni 80 il DOE (Departement Of Energy), sta effettuando campagne promozionali per incentivare l’uso dell’uranio per applicazioni civili.
Sarà forse perché bisogna risolvere il problema dello stoccaggio d’enormi quantità di scorie radioattive accumulate negli ultimi 50 anni?
Uranio impoverito: come si smaltisce
L’uranio impoverito può essere smaltito come rifiuto radioattivo di basso livello se viene convertito in composti di ossido di uranio chimicamente stabili, come l’ossido di triuranio (U3O8) o il biossido di uranio (UO2), che sono simili alla forma chimica dell’uranio naturale.
Nella forma di ossido, l’uranio può essere smaltito come rifiuto radioattivo di basso livello in una struttura di smaltimento autorizzata.
Lo smaltimento del DSRS nei pozzi è stato proposto per la prima volta nel 1995. Da allora, si è cercato di trovare soluzioni ben definite e giustificabili per lo smaltimento di un ampio spettro di DSRS in diverse condizioni geologiche e climatiche.
Conclusioni sullo smaltimento uranio impoverito
Non esiste alcun tipo di pianificazione sicura e a lungo termine per le scorie radioattive, né per aree di immagazzinamento né per impianti di trattamento.
Ai livelli attuali, e solamente nel caso in cui il DOE riducesse a zero la produzione di nuovo combustibile nucleare, il costo del mantenimento delle esistenti scorie radioattive fino al 2070 sarebbe superiore ai duecentotrenta miliardi di dollari.
Ci si deve rendere conto, che dunque che la radioattività è un problema che non ha soluzione.
L’ONA e l’assistenza per le vittime di uranio impoverito
L’ONA e l’avv. Ezio Bonanni tutelano le vittime del dovere appartenenti al personale civile e militare esposto a uranio impoverito. Come rappresentato da Lorenzo Motta, coordinatore del dipartimento, l’uranio impoverito fu utilizzato per i proiettili. Ma c’è un certo negazionismo nella tutela delle vittime. Questo, non solo per l’amianto, ma anche per l’uranio e, in particolare, per quello impoverito.
L’uranio è stato utilizzato in tutti i teatri di guerra. C’è anche il problema dell’uso dell’uranio nelle centrali nucleari, tra cui, quella di Latina (centrale nucleare Latina). Il problema, quindi, è a tutto campo. L’ONA, quindi, tutela le vittime del dovere, ed in ogni caso, chiede anche che le vittime uranio centrale nucleare Latina siano indennizzate.