Uno dei cavalli di battaglia dell’ONA-Osservatorio Nazionale Amianto è la lotta a un vero e proprio mostro chiamato uranio impoverito, metallo pesante tossico, sottoprodotto dell’industria del combustibile nucleare e delle armi
I danni a lungo termine per la salute delle persone e l’ambiente sono stati infatti oggetto di numerosi studi negli ultimi anni da parte degli esperti che gravitano attorno all’Osservatorio, pronti a rispondere alle domande di chiunque voglia interpellarli.
Di cosa parliamo? Scopriamo i dettagli
Esistono due tipi di uranio radioattivo: l’uranio 235 e l’uranio 238.
Tra uranio 235 e 238, il primo è fortemente radioattivo e per tali ragioni viene utilizzato dalle industrie del combustibile nucleare e delle armi che cercano di estrarlo dal metallo naturale. Appena estratto, esso prende il nome di “uranio arricchito” e viene impiegato nelle barre di combustibile e nelle armi nucleari.
L’uranio impoverito descrizione della materia
L’uranio impoverito è formato dagli scarti del processo estrattivo, composto principalmente da uranio 238. L’industria bellica americana ed inglese ha utilizzato l’uranio impoverito durante le missioni, inclusa la Guerra del Golfo e nei Balcani.
Per via della sia alta densità infatti si muove ad alta velocità conferendo notevole slancio alle armi. Un missile con uranio impoverito ad esempio, che pesa poco meno di 5 kg, ha uno slancio tale da poter rompere l’armatura massiccia di un carro armato. Una volta esploso attraverso l’armatura, la punta dell’uranio si disintegra per via del calore creato e le particelle di uranio impoverito iniziano a bruciare.
Gli effetti dell’uranio impoverito sull’essere umano
Come immaginerete, gli effetti sull’essere umano sono devastanti. A cominciare dall’equipaggio che si trova all’interno dei carri armati. Oltre al rischio derivante dalle schegge di metallo, la possibilità di morire per soffocamento è molto alta. Anche a lungo termine le conseguenze sull’ambiente e sugli esseri umani sono terrificanti, sia per la sua radioattività sia per la tossicità del metallo.
Cosa succede all’organismo a contatto con l’uranio?
Innanzitutto tutto si rischia avvelenamento da metalli pesanti. In secondo luogo se l’uranio impoverito viene inalato, il metallo radioattivo viene depositato nei polmoni.
Questo è quanto accaduto ad un numero considerevole di soldati (almeno 1000) delle varie missioni, i quali, secondo uno studio della Royal Society, sono morti di cancro ai polmoni come conseguenza diretta della radioattività.
Altri rischi da uranio impoverito: studi in Germania
Secondo altri studi condotti in Germania, le molecole di uranio impoverito sono in grado di viaggiare in ogni parte del corpo, compresi lo sperma e le uova, cosa che aumenta la probabilità di cancro e danni ai geni. Ecco perché l’esposizione può anche causare malformazione ai figli dei militari.
Come si testa l’esposizione? Gli esami da fare
Per rilevare la presenza o meno di uranio impoverito, basta prelevare un campione di urina. Se il test è positivo si dovranno effettuare controlli sui reni, poiché il metallo tende a concentrarsi lì e potrebbe influenzarne la funzione.
Danni sui civili da uranio impoverito
Anche i civili possono risentire degli effetti dell’uranio impoverito, per lo più indirettamente. Soprattutto i danni deriverebbero dalla contaminazione di cibo e acqua, poiché i resti del missile nel terreno possono rimanere per lunghi periodi di tempo, risultando potenzialmente pericolosi per chiunque abbia ingerito i pezzi anche decenni più tardi. Insomma niente di confortante!
L’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto ha già dimostrato in svariate occasioni di essere in prima linea per difendere le vittime dell’uranio impoverito, compresi i familiari delle vittime. È questo il caso di Alberto Sanna.
Screening per i militari di Taranto
Il commissario dell’Osservatorio vittime del dovere di Taranto, Paola Santospirito, e il dottor Pierpaolo Capece, in collaborazione con il presidente dell’ONA, l’avvocato Ezio Bonanni, hanno organizzato uno screening gratuito a Taranto che permette la rilevazione di contaminanti e metalli pesanti all’interno dell’organismo, compreso l’uranio 238. Potranno partecipare i militari delle Forze armate, gli ex militari e ai loro familiari.
Infatti tanti sono più di 7500 i militari che si sono ammalati a causa della presenza dell’uranio impoverito, tra cui circa 400 decessi. Tuttavia, nonostante le vittorie in tribunale, le Forze Armate continuano a negare la correlazione tra il metallo pesante e le patologie.