Sono lì, anche con un ultimo respiro, tra incendi e macerie, lavorano senza sosta, giorno e notte, affinchè riescano a salvare quanto e chi possibile.
Quello dei Vigili del Fuoco è una delle professioni con un alto rischio di malattia professionale per esposizione a sostanze nocive, come l’amianto.
La fibra è stata messa al bando con la Legge 257/1992, tuttavia miete ancora vittime tra i lavoratori che hanno lavorato in impianti contaminati.
L’allarme però deriva da quelle categorie di lavoratori che sono oggi esposti e ne pagano le conseguenze.
Un rischio per la salute che riguarda gli addetti alla bonifica e alla manutenzione degli edifici, figura particolare quella dei Vigili del Fuoco.
Attraverso uno studio svolto in Canada, si è rivelato che l’operatore VVF ha bel l’86% di probabilità di andare incontro ad una morte oncologica. Una morte causata dalla indiscutibile esposizione professionale.
Il rischio dell’insorgenza di un tumore è circoscritto in alcuni tipologie: mesotelioma o tumore del polmone.
Sostanze tossiche durante l’attività di spegnimento
Durante le operazioni di spegnimento di un incendio, è altissima l’esposizione con le sostanze nocive.
L’inalazione è inevitabile, sia nello spegnimento ma può anche avvenire in attività di salvataggio, come sui luoghi terremotati.
Le sostante nocive e tossiche che troviamo nei fumi di un incendio sono una minaccia per le persone e per l’ambiente.
Una minaccia che si propaga anche dopo lo spegnimento, tanto è vero che i gas tossici continuano a disperdersi, lentamente, così che la contaminazione procede indisturbata.
Dalla combustione si produce un mix letale di gas, costituito da sostanze nocive. La sua composizione dipende da 3 fattori: materiale, concentrazione di Ossigeno e temperatura.
Le sostanze tossiche si possono trovare in stato solido e liquido, allo stato gassoso o vapore. La leggerezza permette di spostarsi può facilmente, mentre quelli può pesanti solitamente si accumulano nelle cavità raggiungendo anche l’acqua.
Ultimo respiro di amianto: i rischi per la salute
Le malattie correlate all’amianto sono un grande problema per la sanità pubblica. L’inalazione della fibra killer comporta lo sviluppo di malattie con conseguenze devastanti.
Può essere nocivo anche un ultimo respiro, tra i tanti nelle polveri, ne basta poca di esposizione e tutto prende una piega diversa.
La possibilità di imbattersi nei materiali contenenti amianto è possibile anche a distanza di diversi anni di abolizione.
Purtroppo è ancora presente tra di noi e riscontrabile durante lavori di ristrutturazione, bonifiche o smaltimento, ma anche nelle emergenze.
Durante i terribili terremoti avvenuti nel nostro territorio ci sono state diverse esposizioni.
Il Vigile del Fuoco dovrebbe sottoporsi a regolari controlli sanitari per poter tenere monitorato lo stato di salute ed individuare cambiamenti anomali.
Le fibre se respirate entrano all’interno dell’organismo in modo diverso in base alla loro conformazione.
Il tempo e le probabilità di sviluppare patologie gravi viaggia di pari passo, un’esposizione diretta con l’asbesto può risultare dannosa anche se avvenuta in modo occasionale.
Tuttavia è chiaro che più l’esposizione è lunga e più rischi si corrono, ma anche un singolo caso può essere fatale.
Vestiario killer: tute ignifughe composte da agenti tossici
Tute, guanti, calzari e coperte contenevano amianto, a cui si sono aggiunte poi ulteriori esposizioni negli interventi di soccorso.
Questo è quello che erano costretti a subire i Vigili del Fuoco, per protezione e per lavoro.
Partendo dai magazzinieri che distribuivano questi indumenti “sporchi” ai vigili che ne usufruivano e li indossavano sulla loro pelle.
Parliamo di tonnellate di materiale contente amianto.
Nel 1995 fu smaltito un grande quantitativo dal Comando dei Vigili del Fuoco di Taranto, ma non è bastato a far riconoscere l’esposizione ai lavoratori.
Una ingiustizia cruda e fredda, che indistintamente dai luoghi riguarda tutti.
Il Ministero degli Interni ha riconosciuto solo i magazzinieri come persone esposte all’amianto, lasciando nel dimenticatoio tutti gli altri.
Dagli ultimi dati che abbiamo, in Italia, si contano ben 58 casi di mesotelioma, ossia il tumore generato dall’amianto.
Una valutazione del dato davvero sottostimata, basti considerare l’alto rischio espositivo a queste sostanze, che coinvolgono moltissimi pompieri.
Incendi e interventi nelle zone terremotate hanno costituito una fonte di rischio per i soccorritori.
È opportuno rivedere i termini di tutela della salute e diritti previdenziali, nonché risarcitori, che spettano ai Vigili del Fuoco.
Ultimo respiro: tutela e risarcimento
L’art. 1 del T.U. n. 1124/1965 emanato con Decreto del Presidente della Repubblica, esclude esplicitamente i Vigili del Fuoco dalla copertura INAL.
La copertura assicurativa fa riferimento all’ONA – Opera Nazionale di Assistenza. È un ente che assiste materialmente e culturalmente tutti gli appartenenti, ex o famiglia del Corpo VVF.
L’Osservatorio Nazionale Amianto e l’Avv. Ezio Bonanni si impegnano a far si che, le vittime del dovere vengano risarcite.
Per approfondimenti: https://www.youtube.com/watch?v=8AYwqKyr4kw