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mercoledì, Gennaio 15, 2025

Tutela dell’ambiente: la nuova iniziativa ONA

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Mentre il Comune e la regione sono immobili, i cittadini si ammalano e muoiono di cancro e di altre malattie per via degli alti livelli di contaminazione degli ambienti di lavoro e di vita.

Prosegue l’impegno di sensibilizzazione dell’ONA in provincia di Latina sul tema amianto, nucleare e rifiuti con l’organizzazione della conferenza: “Tutela dell’Ambiente: gli Stati Generali”.

Gli stati generali: la grande iniziativa ONA

L’iniziativa è stata promossa e presieduta dal Presidente dell’associazione e componente della commissione amianto nominata dal Ministero dell’Ambiente Costa, Ezio Bonanni, convinto che.

“Con una mobilitazione condivisa con la collettività uniti si vince” che ha aperto l’incontro con la presentazione dello “sportello del cittadino per la tutela dal rischio amianto e da tutti gli altri cancerogeni”. Che prenderà il via dal 1 giugno a Cisterna di Latina.

L’ambulatorio medico affiancherà le attività dello sportello di tutela legale amianto e sarà guidato dal Dott. Arturo Cianciosi.

Il presidente ha poi precisato che sulla problematica: “non occorrono nuove leggi. Piuttosto la loro applicazione che presuppone una nuova cultura che si fondi sulla presa d’atto dell’emergenza ambientale.

Gli stati debbono collaborare tra di loro dopo aver preso coscienza della centralità dell’ambiente. La scarsa consapevolezza, la corruzione, la tutela del profitto ad ogni costo sono le ragioni della scarsa applicazione delle norme in tutela dell’ambiente”.

assistenza ona

Hanno aderito all’iniziativa e partecipato alla conferenza

ONA

Oltre a Bonanni sono intervenuti alla conferenza esponenti e rappresentanti di tutti gli schieramenti politici, l’europarlamentare M5S, Laura Agea, ha sottolineato che:

“in Italia e in Europa sono ancora troppi gli ambienti contaminati da sostanze cancerogene.

In questa legislatura all’Europarlamento ho ottenuto la revisione della direttiva sulla protezione dei lavoratori esposti ad agenti cancerogeni. Inoltre, ho intenzione di chiedere alla Commissione Europea un’iniziativa legislativa anche per i lavoratori esposti a farmaci pericolosi. Compresi i citotossici”.

Dario Tamburrano ha precisato che “da oltre trent’anni l’UE si occupa della pericolosità dell’amianto.

Da un quarto di secolo è proibito produrlo e importarlo in Italia. Eppure è ancora in centinaia di migliaia di edifici, e sono in cemento amianto 100.000 chilometri di tubi delle reti idriche.

Significa che tutti noi continuiamo ad avere nel territorio e ad entrare in contatto, per lo più inconsapevolmente, con un materiale cancerogeno”.

Interviene anche il vicepresidente del Parlamento Europeo

Il vicepresidente del Parlamento Europeo, Fabio Massimo Castaldo ha evidenziato che: “per il Movimento 5 Stelle è fondamentale che il principio di precauzione venga applicato senza se e senza ma. Soprattutto per le informazioni importanti per l’ambiente e la salute dei cittadini diventino pubbliche”.

L’europarlamentare ha poi chiarito che: “grazie all’approvazione della legge che istituisce la Rete nazionale dei registri dei tumori e il referto epidemiologico.

Iniziativa fortemente voluta dal movimento, si è raggiunto un traguardo fondamentale per il diritto alla salute di tutti i cittadini.

Solo partendo da una completa consapevolezza della situazione sanitaria e ambientale delle nostre comunità si potranno attivare politiche sanitarie più efficaci e strategie economiche sostenibili”.

L’amianto è un problema tutto italiano

Gli ha fatto eco Cinzia Pellegrino, coordinatore Nazionale Dipartimento Tutela Vittime di Fratelli d’Italia, che ha osservato che: “quello riguardante l’amianto è un problema che l’Italia fino ad ora ha dimostrato di non voler risolvere.

Non solo, nonostante la consapevolezza dei danni e delle morti che provoca e lasci l’impronta come l’assassino addirittura sono state costruite scuole ed esposti al rischio mesotelioma militari, operai, insegnanti, bambini.

Di fatto abbiamo regole scritte quasi sempre senza le adeguate coperture finanziarie che consentano la messa in sicurezza dei siti a rischio.

Resta indispensabile che il Governo si preoccupi di sollecitare gli enti preposti all’attuazione del Piano Nazionale di smaltimento procedendo periodicamente alla verifica del corretto funzionamento dei Registri Tumori. Importante anche il sollecitare l’INAIL ad attuare le norme riguardanti l’adeguato ristoro delle Vittime”.

ONA

Sono intervenuti, inoltre, Giuseppe Punzi, Presidente di AMIL (Associazione Mutilati Invalidi del Lavoro), Angelo Tripodi, Capogruppo Lega in Consiglio Regionale del Lazio, Matteo Adinolficoordinatore provinciale della Lega; Matteo Coluzzi, consigliere del Comune di Latina; Salvatore La Penna, Consigliere Regionale del Lazio (Partito Democratico), Lorenza Fiumiricercatore CNR, Giorgio Libralato, Tecnico in materia di sicurezza.

L’ONA, fin dalla sua costituzione nell’agosto del 2008 ha denunciato l’inaccettabile cocktail di agenti cancerogeni e tossico nocivi, cui sono esposti i cittadini della provincia e della città di Latina.

In particolare negli ambienti di vita e di lavoro. Oltre all’assenza delle istituzioni locali . Prime fra tutte il Comune di Latina, e quelle regionali. Anche qui è emblematico il fatto che la sanità regionale risulti commissariata.

Quali sono i rischi per la provincia di Latina?

Latina e le città limitrofe hanno bisogno di tutela. Sono città accerchiate da due delle quattro centrali nucleari realizzate in Italia.

Parliamo di quella di Latina, Borgo Sabotino, a nord e del Garigliano – Sessa Aurunca – a sud del Lazio.

E da discariche, abusive e non (emblematico è il caso di quella di Borgo Montello), siti dismessi di ogni tipo tra cui quelli della desertificazione industriale che ha fatto seguito alla crisi.

Anche della politica, ha fatto registrare un preoccupante fenomeno epidemico con una alta incidenza di patologie asbesto correlate e di altre patologie. Ivi comprese quelle tumorali con 600 decessi dal 2000 al 2018, una media di 30 all’anno.

Il territorio versa, denuncia Bonanni: “in un generale degrado legato anche all’incapacità della politica di mettere in campo progettualità trasversali coerenti con i tempi.

Ma anche con i principi di legalità che costituiscono il moloch contro il quale l’ONA si batte, ritenendo inammissibile ed inaccettabile il continuo sacrificio di vite umane immolate al profitto per l’uso di amianto e di altri cancerogeni che prevale sul diritto alla vita”.

I dati pubblicati dall’Osservatorio Nazionale Amianto

Centrale Nucleare (Borgo Sabotino)

In merito alla situazione della centrale elettronucleare di Latina, situata nella frazione di Borgo Sabotino ed entrata in servizio nel 1962 con un unico reattore da 220 MW alimentato a uranio naturale, moderato a grafite e raffreddato con anidride carbonica, il presidente Ona ha segnalato che “nonostante l’impianto sia stato chiuso il 1 dicembre 1987 con la disposizione di predisporre le opere necessarie per la custodia protettiva passiva.

E’ ancora notevole la quantità di rifiuti che contiene, “ancora a fine 2017 il volume dei rifiuti radioattivi, presenti nel sito di Latina, era pari a 1739 m3, dei quali 887 definiti ad ‘attività molto bassa’, 821 a ‘bassa attività’ e 31 a ‘media attività (dati conformi a quelli rilevati dalla stessa SOGIN S.p.A.)”.

Si prevede la conclusione della prima fase del decommissioning nel 2027, con lo smantellamento delle infrastrutture e l’abbassamento dell’edificio reattore dagli attuali 50 metri a 30. Dopo di che i rifiuti radioattivi, già condizionati e stoccati nei depositi temporanei del sito, dovranno essere trasferiti al Deposito Nazionale.

La seconda ed ultima fase, sarà costituita dallo smantellamento del reattore nucleare. Tale operazione produrrà circa 2000 tonnellate di rifiuti radioattivi a media attività (grafite). All’inizio del 2018, il volume dei rifiuti radioattivi, classificati in accordo con il decreto del 7 agosto 2015, presenti nel sito di Latina è di 1.739 m3.

Il volume può variare di anno in anno col progredire delle attività di mantenimento in sicurezza e di decommissioning e delle modalità di condizionamento dei rifiuti pregressi. Quantitativo (in metri cubi) dei rifiuti radioattivi, suddivisi per tipologia, presenti nella centrale di Latina al 31.12.2017.

Emergenza rifiuti

Nell’ottobre 2011, il Decreto VIA ha imposto alla Sogin S.p.A. il monitoraggio ambientale convenzionale oltre a quello radiologico. Nell’autunno 2013, Sogin ha avviato la campagna di caratterizzazione del territorio e in tre analisi, effettuate su tre campioni di acqua di falda di superficie, dei valori anormali per presenza di cloruro di vinile.TUTELA

Siti dismessi in provincia di Latina e nel Lazio

L’ONA prosegue la sua mobilitazione. In provincia di Latina come nel resto di Italia. L’associazione chiede che si dia corso alla totale bonifica e definitiva messa in sicurezza di tutti i siti industriali dismessi.

Il tutto, al fine di evitare rischi di contaminazione per presenza di amianto ed altri agenti cancerogeni.

Il rischio amianto rilevato dall’ONA

L’ONA ha censito, per la provincia di Latina, circa 150 casi di mesotelioma, con un trend in netto aumento, rispetto ai circa 100 casi censiti dal Dipartimento di Prevenzione per il periodo dal 2000 fino all’anno 2014.

Le città più colpite dai casi di mesotelioma – secondo quanto rilevato dal presidente dell’Associazione – fino a tutto il 2018, sono Latina con 30 casi; Gaeta con 25 casi; Aprilia con 20 casi; Sezze con 10 casi; Formia con 15 casi.

“Il mesotelioma è solo la punta dell’iceberg – ha spiegato Bonanni – perché l’amianto provoca tumori polmonari, alla laringe, faringe, esofago, fegato, colon e perfino all’ovaio e per non parlare dell’asbestosi, placche pleuriche ed ispessimenti pleurici e le complicazioni cardio-vascolari”.

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