Continua a crescere il problema dello smaltimento e conseguente bonifica nelle discariche di amianto. I residui di asbesto rientrano, infatti, nei rifiuti pericolosi speciali e necessitano di un determinato iter di stoccaggio e conseguente smaltimento. Recentemente, sarebbe in via di realizzazione un nuovo triangolo a rischio di discariche nelle zone tra Verona e Mantova.
Potrebbe crearsi un triangolo di discariche, ai confini delle province tra Verona e Mantova: il pericolo risiede nei rifiuti di amianto. Se non correttamente smaltiti, infatti, quest’ultimi potrebbero divenire un potenziale pericolo per la salute pubblica e l’ambiente circostante.
Cosa sta succedendo tra Verona e Mantova: le discariche di amianto
Al confine delle province tra Verona e Mantova potrebbe crearsi un triangolo di discariche. La situazione appare abbastanza pericolosa, soprattutto ai fini della tutela della salute pubblica e dell’ambiente. Le denunce sono arrivate da parte dei cittadini della zona.
Al centro del problema ci sarebbe una deroga che l’amministrazione regionale del Veneto ha concesso nel 2022, che ha attirato l’attenzione delle aziende specializzate nello smaltimento di rifiuti urbani e speciali, interessate a investire in quella zona. Se i progetti venissero approvati potrebbe crearsi un potenziale pericolo per le aree circostanti, per l’impatto ambientale, ma anche per la salute pubblica.
I progetti presentati, infatti, potrebbero sorgere a pochi chilometri di distanza l’uno dall’altro e questo spaventa i residenti di zona. Soprattutto, perché in alcuni di questi spazi, oltre ad abitazioni private, si trovano anche ricariche degli acquiferi e cave.
Le richieste da parte delle aziende investitrici sarebbero arrivate nel giro di pochi mesi dalla deroga dell’amministrazione regionale. Il fatto che tutto possa essere costruito in un’area limitata rischia di trasformare Villafranca di Verona in una grande discarica a cielo aperto.
Tra le località interessate, c’è quella di Caluri, nella quale la ditta Tecno Inerti ha presentato un piano nel novembre 2023. Anche a Valeggio sul Mincio la società Progeco Ambiente ha proposto un ulteriore progetto. Il terreno interessato era precedentemente occupato da una cava di ghiaia, capace di ospitare 940mila metri cubi di materiale, la cui ditta vorrebbe adibire adesso a smaltimento di rifiuti di amianto.
La preoccupazione dei cittadini risiede nel fatto che la cava in questione è adiacente ad altre due discariche, che già dagli Anni ’80 causano grandi problemi di inquinamento, come riferito dai residenti del posto.
Un terzo progetto, per la stessa tipologia di smaltimento rifiuti, è stato presentato nel comune di Marmirolo, in provincia di Mantova, al confine con Valeggio. Ma la lista sembra essere più lunga del previsto, vista la presenza di un ulteriore quarto progetto, presentato per il riempimento di una cava a Quaderni di Villafranca, sempre nei pressi di complessi residenziali, per smaltire scarti della lavorazione del marmo.
La preoccupazione da parte dei cittadini cresce a causa della pericolosità dei rifiuti per i quali sarà previsto lo stoccaggio all’interno delle aree adibite a discariche, qualora i progetti venissero approvati.
Il potenziale pericolo delle discariche di amianto
Le preoccupazioni dei cittadini sono realmente fondate. Infatti, gli effetti dell’amianto così come quelli degli ulteriori materiali pericolosi ancora in circolazione sono ben noti, soprattutto nei confronti dell’ambiente e della salute pubblica. Se queste sostanze non dovessero essere conservate in maniera corretta, infatti, al loro stato friabile potrebbero causare l’aerodispersione di polveri e fibre, cancerogene per l’essere umano, ma anche per qualsiasi altra specie vivente.
Se inalate, le fibre di amianto sono potenzialmente letali per gli organismi. Oltre ad aumentare, infatti, l’inquinamento atmosferico causando rallentamenti nel regolare sviluppo di flora e fauna, queste sostanze sono anche responsabili della crescente epidemia di casi di patologie asbesto correlate. Tra queste, il mesotelioma è la malattia maggiormente pericolosa per l’uomo, in quanto non esistono ancora cure che riescano a portare a una definitiva guarigione e migliorare le aspettative di vita dei pazienti affetti. I progetti presentati alla Regione Veneto restano ancora in sospeso, in attesa di una conferma oppure un rigetto.