Lo studio di fase 3 su una nuova terapia del mesotelioma ha dato buoni risultati. La ricerca presentata a Chicago, all’American Society of Clinical Oncology (Asco), ha dimostrato come il trattamento aumenti la sopravvivenza dei pazienti. Si tratta di un farmaco già utilizzato per la cura dei malati di mesotelioma, il pembrolizumab. Ora abbinato però alla chemioterapia con platino e pemetrexed.
Terapia mesotelioma, lo studio IND.227
Lo studio IND.227 che vede in prima linea l’Istituto tumori Pascale di Napoli. Nel comunicato stampa dell’istituto si può capire come circa la metà dei pazienti sottoposti a trattamento sono italiani e che tutti hanno lavorato a contatto con l’amianto respirando le sue fibre cancerogene.
Effetti dell’amianto sulla salute umana
Il mesotelioma, infatti, è provocato per oltre il 90% dei casi dall’amianto. Le aziende italiane lo hanno utilizzato fino al 1992, anno della sua messa al bando. È infatti flessibile, fonoassorbente, ignifugo, di facile ed economica estrazione. In molti conoscevano gli effetti dell’amianto sulla salute umana, come scrive il presidente dell’Osservatorio nazionale amianto ne “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022”. Nonostante questo, però, non hanno smesso di usarlo, come spiega l’avvocato Ezio Bonanni, in nome del profitto.
Questo ha provocato una lunga serie di malattie asbesto correlate. Tra queste il tumore del polmone, l’asbestosi e altre neoplasie. L’Inail registra dal 1992 i casi di mesotelioma nel VII Rapporto ReNaM, ma le vittime sono molte di più.
Il mesotelioma è la patologia più grave e la diagnosi ancora oggi fa paura. Diversi sono gli studi, però, che hanno permesso si aumentare la sopravvivenza.
Terapia mesotelioma, aumentata la sopravvivenza
IND.227 è uno di questi ed è stato condotto da 3 gruppi cooperativi, il Canadian Cancer Trials Group, il gruppo cooperativo italiano sui tumori toracici coordinato dall’Istituto Nazionale Tumori di Napoli e l’Intergruppo cooperativo sui tumori toracici francese.
Il farmaco pembrolizumab, aggiunto alla chemioterapia, ha migliorato significativamente la sopravvivenza globale, riducendo il rischio di morte del 21%. Anche la sopravvivenza a 3 anni è migliorata ed è del 25% contro il 17% dei pazienti vivi a 3 anni. La sopravvivenza libera da progressione è risultata significativamente migliore. Gli eventi avversi di questo nuovo trattamento sono quelli che i ricercatori si aspettavano.