Tatuaggi sulla schiena di alcune mummie attestano che la moda di decorare il corpo è antichissima.
Tatuaggi dell’antichità
La moda dei tatuaggi è molto più antica di quanto si pensi. Ad attestarlo, il ritrovamento di alcune mummie egizie vissute oltre tremila anni fa.
La mummie in questione provengono dal sito di Deir el-Medina, antica città sulle rive occidentali del Nilo, di fronte al sito di Luxor.
Il sito, noto come Set-Ma’at “Luogo della Verità”, fu scavato da un team francese nel 1922, nello stesso momento in cui si trovò la tomba del re Tutankamon. Attiva negli anni dal 1550 al 1070 a.C. Deir el-Medina ospitava gli uomini (e le loro famiglie) che stavano costruendo tombe per la regalità egiziana.
Nel sito, definito “una grande discarica” sono emerse tutta una serie di documenti, tra cui buste paga, ricevute e lettere sul papiro, che hanno aiutato gli archeologi a capire meglio la vita della gente comune. Tuttavia, la curiosità dei ricercatori si è focalizzata sulla scoperta di almeno sei donne tatuate. Cosa abbastanza sorprendente perché nessun documento menzionava la pratica del tatuaggio.
Due mummie tatuate suscitano curiosità
Ma torniamo alle mummie. Una di esse è venuta alla luce nel 1891, ma solo di recente gli esperti hanno notato un misterioso scolorimento nero su alcune parti della sua pelle.
Sopra i suoi glutei è tatuata una banda di diamanti, un motivo raffigurato spesso sui soffitti delle tombe dell’epoca.
Nella sua un’anca è invece presente un tatuaggio del dio egiziano Bes (protettore delle donne incinte) e una ciotola, un’immagine legata alla purificazione rituale durante le settimane dopo il parto.
La seconda mummia analizzata dai ricercatori, una donna di mezza età, è stata trovata nel 2019, ma il suo tatuaggio, posizionato anche in questo caso sulla parte bassa della schiena, è diventato visibile solo usando la fotografia a infrarossi.
Il disegno tatuato rappresenta l‘Occhio di Horus (simbolo di protezione, prosperità, potere regale e della buona salute) e Bes, con addosso una corona fatta di piume. Sulla pelle della mummia sono incisi inoltre un motivo d’acqua simmetrico, a zigzag e una linea di piante. Probabilmente un riferimento alle fertili rive del Nilo, alle sue paludi, luoghi in cui le donne trovavano ristoro durante la gravidanza o le mestruazioni.
Nelle vicinanze di Deir el-Medina erano presenti anche delle sculture in argilla con tatuaggi sul collo e sui fianchi. Anche in questo caso, i disegni si riferivano al culto di Bes.
Tatuaggi e funzione scaramantica
Alcuni esperti sono convinti che effettivamente i disegni siano legati a motivi scaramantici di guarigione o sollievo dai dolori femminili. Altri tuttavia ritengono che, se così fosse, la presenza di questi segni dovrebbe essere molto più frequente.
Eppure, non tutte le mummie femminili adulte che si trovano in Egitto sono tatuate allo stesso modo. Alcune pelli ben conservate sembrano essere nude, mentre altre mummie sono coperte da più di trenta tatuaggi dai simboli più disparati.
L’ipotesi più accreditata è che i tatuaggi, contestualizzati con altri manufatti e testi del Nuovo Regno, si riferiscano essenzialmente al parto.
Apparterrebbero pertanto solo alle ostetriche, ai membri del culto di una dea o madri che partecipavano ai rituali post-partum, utilizzati per la protezione della madre e del bambino.
La scoperta si deve alle egittologhe Marie-Lys Arnette, dell’Università del Missouri a Saint Louis e ad Anne Austin del Johns Hopkins University di Baltimora (Maryland).
Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Egyptian Archaeology.
Una conferma sulla simbologia dei tatuaggi scoperti
Sonia Zakrzewski, una bioarcheologa dell’Università di Southampton (Regno Unito), che non è stata coinvolta nello studio attuale, ha confermato l’ipotesi del simbolo scaramantico post-partum dei disegni.
«Le immagini di donne incinte sono estremamente rare nell’arte egiziana. Nel sentire egiziano, il parto e la fertilità del suolo erano strettamente collegati. Di conseguenza, questi tatuaggi potrebbero effettivamente essere delle rappresentazioni protettive delle divinità legate al parto e alla fertilità. La persona aveva il proprio amuleto magico portatile inciso perennemente sul suo corpo».
Una scoperta sensazionale
Trovare prove di tatuaggi non è stato semplice. È infatti necessario trovare la pelle conservata ed esposta, non avvolta dalle bende. La scoperta potrebbe svelare che nell’antico Egitto tale pratica fosse più diffusa di quanto si pensi.
«Spero che gli studiosi trovino altre prove di tatuaggi. Questo ci aiuterebbe a capire se ciò che è emerso in questo villaggio sia un fenomeno isolato o parte di una tradizione più ampia nell’antico Egitto, che semplicemente non abbiamo ancora scoperto», ha dichiarato Austin.
Fonti
Journal of Egyptian Archaeology