Sviluppo sostenibile e green economy

Sviluppo sostenibile e green economy permettono il rispetto dell’ambiente e quindi salvaguardano la salute e la stessa economia. La stessa esperienza del Covid-19 dimostra che il consumo dell’ambiente influisce poi anche sulla salute e sull’economia.

Tutelare ambiente e salute è quindi tra le finalità dell’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA APS e dell’impegno dell’avv. Ezio Bonanni. Insieme si occupano di proteggere le vittime e i loro diritti. Per questo mettono a disposizione un servizio di consulenza gratuita legale e medica.

Consulenza ONA Sviluppo sostenibile e green economy

Indice

Sviluppo sostenibile e green economy: la sfida dell’ONA
Tutela dell’ecosistema e tutela della salute
Sviluppo sostenibile: la conferenza di Rio
Convenzione sulla tutela della biodiversità
International Council for Local Environmental Initiatives: nuova definizione
Sviluppo sostenibile e green economy nell’agenda 2030

Tempo di lettura: 5 minuti

Sviluppo sostenibile e green economy: la sfida dell’ONA

Soltanto con la tutela del bene ambientale e quindi di un sistema di produzione che lo rispetti, si può pensare a un futuro. Infatti, il consumo del territorio, dell’acqua e dell’aria sempre più inquinati, mette a rischio il futuro dell’umanità.

La nuova classe politica e le istituzioni e lo stesso Premiere Mario Draghi, sembrano aver recepito la necessità di una svolta ecologica. Ecco perché nel nuovo Governo si è istituito il Ministero della Transizione ecologica.

Tutela dell’ecosistema e tutela della salute

Nel rapporto Brundtland (1978), si definisce lo sviluppo sostenibile. Così adottata anche dall’ONU:

“lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni”.

In sostanza, una sintesi del rapporto tra sviluppo economico, equità sociale, rispetto dell’ambiente e tutela della salute, equità ed economia sono legate insieme. Con esse si ottiene il futuro del pianeta e di tutti gli esseri viventi.

Nel 1991 la World Conservation Union, UN Environment Programme and World Wide Fund for Nature, identifica lo sviluppo sostenibile quale “miglioramento della qualità della vita, senza eccedere la capacità di carico degli ecosistemi di supporto, dai quali essa dipende”.

L’utilizzo delle risorse rinnovabili deve essere compatibile con le capacità di rigenerazione e non le deve superare. Così per l’immissione di sostanze inquinanti non si deve superare la capacità di carico e lo stock risorse non rinnovabili deve restare costante nel tempo.

Sviluppo sostenibile: la conferenza di Rio

È con la Conferenza di Rio, che si è tenuta tra il 3 ed il 14 giugno del 1992, che il principio di sviluppo sostenibile e green economy ha trovato la sua massima e più autorevole affermazione, con la condivisione della gran parte degli Stati del pianeta.

Anche attraverso la programmazione di ulteriori incontri tra le parti per la soluzione dei problemi ambientali.

Convenzione sulla tutela della biodiversità (conferenza di Rio)

Durante la Conferenza, vennero stipulati importanti accordi (Convezione sulla Tutela della Biodiversità) e formulate ulteriori significative dichiarazioni (Dichiarazione sui rapporti tra ambiente e sviluppo con la formulazione del principio dello sviluppo economico sostenibile con l’ambiente, la risoluzione della lotta alla siccità ed alla desertificazione).

Gli Stati intervenuti hanno concordato sul contenuto del principio dello sviluppo sostenibile, ed hanno stipulato una “dichiarazione”. Questa dichiarazione contiene alcuni principi:

  • le parti hanno il diritto ed il dovere di promuovere uno sviluppo sostenibile;
  • nel quadro della realizzazione dello sviluppo sostenibile, la tutela ambientale costituirà parte integrante del processo di sviluppo e non potrà essere considerata separatamente da questo;
  • i Governi si impegnano a collaborare per promuovere un sistema economico internazionale che porti ad una crescita e ad uno sviluppo economico sostenibile in tutte le parti;
  • gli Stati si devono impegnare alla conservazione ed incremento, se del caso, dei pozzi e dei serbatoi di tutti i gas ad effetto serra, ivi compresi la biomassa, le foreste e gli oceani, nonché altri ecosistemi terrestri, costieri e marini;
  • il diritto allo sviluppo deve essere attuato in modo da soddisfare equamente i bisogni di sviluppo e ambientali delle generazioni presenti e future;
  • ci si deve porre, a beneficio della generazione presente e di quelle future, l’obiettivo di stabilizzare le concentrazioni nell’atmosfera dei gas ad effetto serra a un livello tale da escludere qualsiasi pericolosa interferenza delle attività umane sul sistema climatico;
  • la pace, lo sviluppo e la tutela dell’ambiente sono interdipendenti e indivisibili.

International Council for Local Environmental Initiatives: nuova definizione

Nel 1994, l’International Council for Local Environmental Initiatives ne ha formulato un’altra definizione di “sviluppo che offre servizi ambientali, sociali ed economici di base a tutti i membri di una comunità, senza minacciare l’operabilità dei sistemi naturali, edificato e sociale da cui dipende la fornitura di tali servizi”.

Un più moderno concetto di sviluppo sostenibile è stato elaborato dall’UNESCO nel 2001, attraverso la valorizzazione della “diversità culturale”.

È necessaria per l’umanità quanto la biodiversità per la natura (…) la diversità culturale è una delle radici dello sviluppo inteso non solo come crescita economica, ma anche come un mezzo per condurre una esistenza più soddisfacente sul piano intellettuale, emozionale, morale e spirituale” (artt. 1 e 3, Dichiarazione Universale sulla Divesità Culturale, UNESCO, 2001).

Il principio dello sviluppo sostenibile, come elaborato nella Conferenza di Rio del giugno 1992, è stato recepito anche nell’ordinamento nazionale con l’art. 3-quater del D.Lgs. n°152/06, come meglio di seguito verrà evidenziato, ed in seno al Ministero dell’Ambiente è stata istituita la Direzione Generale per lo Sviluppo Sostenibile, il Clima e l’Energia, prevista con il regolamento recante riorganizzazione del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, secondo il disposto di cui all’art. 6, D.P.R. 03.08.2009, n°140.

Sviluppo sostenibile e green economy nell’agenda 2030

L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottata dalla NATO nel settembre 2015, è il risultato di un negoziato politico fondamentale. Infatti, fu innescato dalla Conferenza di Rio+20 e della necessità di rafforzare gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.

L’amministrazione americana con Trump aveva svilito e rinnegato gli accordi di Parigi, che costituiscono la sintesi dei risultati delle diverse conferenze. Fortunatamente, con la nuova amministrazione americana di Biden, è invece tornata alla politica precedente. Questo è molto importante, in quanto c’è tutto un problema legato anche al riscaldamento globale.

Risolvere la deforestazione, piuttosto che lo scioglimento dei ghiacciai, evitare l’estinzione di molte specie animali, ma non solo. Con la vicenda covid-19 è emerso che anche il salto di specie dei virus è dovuto al consumo dell’ambiente.

Sviluppo sostenibile e green economy è l’impegno di tutti

Anche l’ONA e “Il Giornale Sull’Amianto” sono impegnati nella tutela dell’ambiente e della natura. L’integrità del territorio è fondamentale con lo sviluppo verde.

La stessa ONA è impegnata sinergicamente anche in “Il Giornale Dell’Ambiente”, la testata che da tempo illustra tutti i risvolti e i danni dell’inquinamento.

È necessario ogni forma di prevenzione ed evitare qualsiasi forma di inquinamento, compreso quello da fibre di asbesto. Infatti, l’amianto asbesto detto anche eternit è uno degli inquinanti più pericolosi e può causare l’insorgere del cancro e di gravi patologie asbesto correlate.

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