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mercoledì, Settembre 11, 2024

In salita i sussidi a fonti fossili dannose per l’ambiente

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L’Italia (e tanti altri Paesi del mondo), continuano a finanziare fonti fossili dannose per l’ambiente. Nonostante sia ormai evidente che è necessario cambiare rotta e accelerare sulle rinnovabili, nonostante il continuo dibattito a livello internazionale, andando poi ai fatti siamo ancora ben lontani da un agire corretto.

Fonti fossili, “Stop sussidi ambientalmente dannosi”

L’allarme arriva da Legambiente che ha presentato il report annuale “Stop sussidi ambientalmente dannosi”. Secondo i dati dell’associazione ambientalista i finanziamenti in questo senso non solo non diminuiscono, ma sono in forte aumento. “L’Italia – denunciano – continua ad andare nella direzione sbagliata”.

Nel 2021 il governo ha stanziato 41,8 miliardi di euro per le fonti fossili. “Tutti miliardi – spiega con parole dirette Legambiente – spesi per finanziare il cambiamento climatico“. Ben 7,2 miliardi in più rispetto all’anno precedente. Il settore con più voci di sussidi (ben 31) è quello energetico con 12,2 miliardi di euro e che potrebbero aumentare con le politiche energetiche in tema di gas (con i rigassificatori).

A seguire c’è il settore trasporti con 24 voci di sussidi e 12,2 mld di euro. Un numero complessivo, quello dei finanziamenti ai SAD, destinato ad aumentare anche nel 2022 per gli effetti del Capacity Market con oltre 1 miliardo di euro all’anno per 15 anni. A questi si aggiungono 30 milioni all’anno, dal 2024 al 2043 per un totale di 570 milioni, dedicati ai due rigassificatori di Piombino e Ravenna. Senza dimenticare le risorse spese per l’emergenza energetica: circa 38,9 miliardi euro.

Per il settore agricolo ancora 3,4 miliardi di euro. Per quello edile 12,5 miliardi di euro. Relativamente a canoni, concessioni e rifiuti 1,4 miliardi di euro. Dei totali 41,8 miliardi di euro, 13,4 sono riconducibili a sussidi diretti alle fonti fossili, mentre circa 28,4 miliardi sono di sussidi indiretti. Si tratta di voci di spesa che finanziano il consumo di fonti fossili impedendo l’innovazione del settore.

Quasi 15 mln potrebbero essere risparmiati

Il dato ancor più interessante, però, è che, del totale, 14,8 miliardi sono eliminabili entro il 2025, perché si riferiscono a sussidi che oggi non hanno più motivo di esistere. Fra questi, quelli alle trivellazioni, i fondi per la ricerca su gas, carbone e petrolio, così come le agevolazioni fiscali per le auto aziendali, il diverso trattamento fiscale tra benzina gasolio, GPL e metano. Senza dimenticare il Capacity Market per le centrali a gas e l’accesso all’Eco-bonus per le caldaie a gas.

Per realizzare il report Legambiente ha utilizzato fonti diverse, dal Catalogo dei Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD) e Favorevoli (SAF), al Bilancio dello Stato, ma anche dati di Terna, ARERA, GSE, OCSE e Ministero dello Sviluppo Economico.

Fonti fossili, sussidi in salita anche nel mondo

Nel resto del mondo le cose non vanno meglio. Il rapporto sottolinea come in tema di trasferimenti di bilancio e agevolazioni fiscali legate alla produzione e all’uso delle fonti fossili nei Paesi del G20 il sostegno è passato da 147 miliardi di dollari nel 2020 a 190 miliardi nel 2021. Mentre il sostegno ai produttori è passato da 17 miliardi di dollari nel 2019 a 64 miliardi nel 2021, con un aumento di quasi il 50% su base annua.

Aumenta anche la spesa (secondo una accurata stima), per il sostegno ai consumatori è passata da 93 miliardi di dollari nel 2020 a 115 miliardi nel 2021. Sussidi che hanno in parte compensato le perdite dei produttori dovute al controllo dei prezzi interni. Con l’aumento dei prezzi globali dell’energia dalla fine del 2021, comunque, l’industria dell’Oil & Gas sta avendo entrate da record.

Nelle 42 economie monitorate il sostegno ai consumatori è arrivato a 531 miliardi di dollari nel 2021, più del triplo del livello del 2020, trainato dall’impennata dei prezzi dell’energia. Questi fondi destinati a sostenere le famiglie a basso reddito, tendono purtroppo spesso a favorire le famiglie più ricche. Che utilizzano più carburante ed energia.

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