Il problema dell’amianto non è ancora superato. Nonostante si parli di un materiale conosciuto sin dall’antichità, e ampiamente utilizzato fino al 1992, anno in cui è stato messo al bando, si continua a parlare di rischio esposizione e patologie asbesto correlate. Questo accade perché l’Italia è stata tra i più grandi produttori di amianto e, ancora oggi, esistono siti che lo contengono. L’unica soluzione per eliminare ogni pericolo è bonificare.
È la volta di Sulmona, comune con poco più di 23 mila abitanti, in provincia dell’Aquila, in Abruzzo. Qui, a partire da gennaio 2024, sono previsti i lavori di bonifica dell’amianto dall’ala Bolino dell’ospedale cittadino. I lavori totali, sono stati stimati per otto milioni di euro, di cui circa 300 mila euro destinati alla bonifica dell’amianto ancora presente nella struttura. Gli interventi che verranno eseguiti con i fondi del Pnrr, devono terminare entro il 2026.
L’amianto nell’ospedale di Sulmona
Una delle tematiche più calde che riguardano il nostro paese, è proprio la presenza di amianto negli ospedali, proprio come accaduto a Sulmona. La presenza di questo materiale cancerogeno è un rischio per chiunque varchi la soglia della struttura, pazienti, famigliari, operatori sanitari e dirigenti ospedalieri. Come già riportato nel VI Rapporto ReNaM, si stima che quasi il 2% dei mesoteliomi riconosciuti, pari a 374 casi, sono stati causati dall’esposizione all’interno di strutture ospedaliere.
Le proposte dell’Osservatorio Nazionale Amianto
L’ONA, e il suo presidente l’Avvocato Ezio Bonanni, da molti anni è al fianco di tutti coloro che sono stati esposti ad amianto, mettendo a disposizione una consulenza gratuita e garantendo assistenza legale e medica. La stessa Associazione riconosce che, in tema di amianto, uno dei settori più a rischio è proprio quello ospedaliero. Come riportato nel precedente VI Rapporto ReNaM, a pagina 221, si fa proprio riferimento ai profili di rischio amianto dei lavoratori sanitari.
Amianto negli ospedali
Il caso di Sulmona è solo uno dei tanti che ha purtroppo come protagonista l’amianto. Questo materiale, infatti, può essere presente sia nelle mura della struttura, come pavimentazioni, coibentazioni, caldaia, lavanderie e stirerie, ma anche all’interno di macchinari come gli apparecchi utilizzati per la sterilizzazione dei ferri e nelle incubatrici per neonati.
Prima di Sulmona il caso dell’Ospedale di Rieti
L’Osservatorio Nazionale Amianto ha assistito e continua ad assistere molte vittime di mesotelioma causati dall’esposizione ad amianto. È il caso di Roberto Lucandri, dipendente della Asl di Rieti deceduto nel 2018 per mesotelioma. In questo caso, la Corte di Appello di Roma, con sentenza n. 202/2019, ha accolto l’appello e condannato l’INAIL a risarcire gli eredi. Ma Lucandri non è stata l’unica vittima della fibra killer all’interno dell’ospedale di Rieti, lo ha preceduto il collega Mario Nicoletti, deceduto sempre per mesotelioma il primo marzo 2016.
Rischio esposizione amianto come contattare l’ONA
L’Osservatorio Nazionale Amianto è a disposizione per offrire una consulenza gratuita a coloro che sono stati esposti ad amianto. per contattare l’Associazione, è possibile chiamare il numero verde 800 034 294 oppure compilare il modulo per richiedere assistenza. L’ONA assiste i lavoratori e i cittadini malati di mesotelioma e di altre malattie causate dall’esposizione a cancerogeni. Difende anche le vittime del dovere che hanno contratto il mesotelioma e altre malattie nell’esercizio delle loro funzioni, appartenenti alle Forze Armate e al Comparto Sicurezza.